Tornata a casa, né marito, né le sue cose.
“Perché mi guardi così?” sorrise con sarcasmo Ginevra. “Alessio voleva solo dimostrarmi che è un uomo da sposare. Tutto qui.”
“Che cosa stai dicendo?”
“La pura verità, piccola,” rispose lex moglie di Alessio.
“Non capisco” si confuse Bianca.
“Ah! Ecco Alessiolui ti spiegherà tutto,” annuì Ginevra verso un punto lontano.
La madre aveva cresciuto Bianca come un fiore prezioso e delicato.
Anna Maria era una donna severa, gestiva una segheria con pugno di ferro.
Ma con lunica figlia diventava unaltra personala voce si faceva dolce e rassicurante, gli occhi pieni di tenerezza.
Così Bianca crebbe fragile, gentile, ingenua.
Non conosceva il dolore, frequentava una scuola normale e il conservatorio, dove imparava a suonare il pianoforte con passione.
Non diventò una grande musicista, ma uneccellente insegnante.
Mancava solo un buon matrimonio, e presto arrivò il pretendente: Marco, un affascinante autista.
Le corteggiava con parole dolci, spendendo il suo modesto stipendio per lei.
Ma a sua madre non piacque.
“Un fannullone!” sentenziò Anna Maria.
“Mamma, lo amo,” gli occhi azzurri di Bianca si riempirono di lacrime.
“Va bene, va bene,” la madre cedette. “Ma vivrete con me!”
Nella loro spaziosa casa cera posto per tutti, e il nuovo marito non si oppose a vivere con la suocera, sempre al lavoro.
Lui non aveva nulla.
Dopo il matrimonio, Marco mostrò il suo vero volto: ubriacature, assenze, urla alla giovane moglie.
Con la suocera si controllava, ma non troppo.
Bianca rifiutava di vedere i suoi difetti.
Nove mesi dopo le nozze, nacque il piccolo Leonardo, e lei era felice della loro famiglia.
Il bambino era cagionevole, richiedeva cure, e Marco diventò ancora più irritabile.
Lei sopportava, sperando in meglio.
La pazienza finì quando la madre morì improvvisamente, dopo solo un anno di gioia con il nipote.
A occuparsi dei funerali fu lamico di sempre di Anna Maria: Giorgio.
Marco sparì per giorni, e al suo ritorno trovò le valigie pronte nellingresso.
Minacciò cause e divisione dei beni, ma Bianca non reagì.
Grazie a Giorgio, fu cacciato via.
Lui, avvocato esperto, evitò qualsiasi divisione.
Marco non rivide mai suo figlio.
Bianca non poteva gestire la segheriase ne occuparono esperti assunti da Giorgio.
Così, la famiglia ridotta non mancò di nulla.
Superare la perdita della madre e il divorzio fu difficilenon aveva amiche né parenti.
Ma cera Leonardo, bisognoso del suo amore, e su di lui si concentrò.
Non voleva pensare a nessun uomo (Giorgio non contava).
Quel giorno, uscirono dallambulatorio sotto la pioggia, protetti da un ombrello.
Aspettare dentro era inutileil maltempo non finivae i taxi erano introvabili.
Decisero di rischiare.
“Salite subito!” una macchina si fermò accanto a loro, e il conducente aprì lo sportello. “Presto, qui non si può parcheggiare!”
Bianca riconobbe luomolaveva visto in ambulatorio col figlio, coetaneo di Leonardo.
“Grazie!” ringraziò calorosamente Alessio dopo il viaggio (si erano presentati).
“Prego!” sorrise lui. “Mi dai il tuo numero?”
Lei si irrigidì.
“Scusa, ma non esco con uomini sposati,” e si allontanò senza ascoltarlo.
Non immaginava di rivederlo presto, ma il giorno dopo Alessio li aspettava nel cortile.
“Non sono sposato,” le mostrò il certificato di divorzio, avvenuto un mese prima.
Era stanca della solitudine? Alessio era così allegro e premuroso? A Leonardo piaceva subito?
Non capì perché accettò che si unisse a loro per una passeggiata e poi a cena.
Si videro ogni giorno, e lei si innamorò sempre più.
Così tanto che non si stupì quando, dopo un mese, lui le propose.
Aveva senso. Lui la amava e adorava Leonardo.
Il bambino lo chiamava “papà” ancora prima del matrimonio.
Dopo le nozze, Alessio propose ladozione.
“Ho sempre sognato due figli,” disse, poi si oscurò.
Bianca gli strinse la mano. Sapeva che lex moglie, con un ricco amante, gli impediva di vedere il figlio.
In tre mesi divennero una famiglia.
Lunico segreto di Bianca era la sua situazione finanziaria.
La segheria, seppur piccola, dava buoni guadagni, divisi con i soci.
Li metteva da parte per Leonardo.
Giorgio le aveva insegnato a non parlarne.
Se Alessio sospettava, non lo mostrava.
Ma lidillio durò meno di un anno.
Lui diventò freddo, irritabile.
“È solo il lavoro,” diceva allinizio.
Poi smise di giustificarsirimaneva in silenzio, o le urlava.
Leonardo lo infastidiva.
Un giorno, al parco, una donna si avvicinò.
“Non avresti dovuto accettare ladozione,” disse con tono beffardo. “Il bimbo soffrirà.”
Bianca si voltò. Una brunetta in un cappotto arancione si sedette accanto a lei.
“Ci conosciamo?”
“No. Ma possiamo rimediare. Sono Ginevra. Lex moglie di Alessio. Temporaneamente ex”
Bianca la fissò. Fortuna che Leonardo giocava lontano.
“Perché mi guardi così? Alessio voleva solo dimostrarmi di essere un uomo desiderabile.”
“Cosa dici?”
“La verità.”
“Non capisco”
“Ecco Alessiolui ti spiegherà.”
Lui arrivò, preoccupato.
“Spiegale la situazione,” disse Ginevra, accarezzandogli i capelli prima di andarsene. “Ti aspettiamo!”
“Perché mi guardi così?” chiese Alessio. “Non so cosa ti abbia detto, ma sì, ho sposato te per fare dispetto a lei.”
Fece una pausa.
“Mi ha rotto! Diceva che nessuno mi voleva, solo lei mi sopportava. Poi ha iniziato a vantarsi di quel riccone, Massimo. Ho chiesto il divorzio.”
“Perché adottare Leonardo?”
“Perché tutto fosse perfetto. Nuova moglie, nuovo figlio. Ti ho notata subito allambulatoriosapevo che saresti stata perfetta”
“Come moglietappeto?”
Lui tacque.
“E ora?”
“Non lo so,” borbottò. “Mi ero affezionato.”
“Capì” presto. Tornò a casanessuna traccia di lui.
Sospirò e chiamò Giorgio. Aveva di nuovo bisogno di un avvocato.






