Tra due fuochi: la mamma chiede aiuto, ma il marito si oppone fermamente

Mi chiamo Chiara, ho ventinove anni. Sono sposata da sei anni con Marco, e abbiamo una bellissima bambina di nome Sofia, che ha quattro anni. Viviamo la vita tipica di una giovane famiglia: entrambi lavoriamo, paghiamo il mutuo, teniamo d’occhio le spese e cerchiamo di gestire tutto al meglio. Ultimamente lavoro da remoto, il che mi permette di passare più tempo con Sofia, e in questo mia madre mi aiuta moltissimo.

Mia madre adora la sua nipotina. La prende con sé, la porta nella sua casa in campagna, gioca con lei e se ne occupa con tanto amore. Per noi è un sostegno enorme. Sofia si diverte un mondo dalla nonna: ha un’altalena, un giardino e una sabbiera. Ma come ogni aiuto, anche questo ha un rovescio della medaglia.

Mia madre è attivissima. È in pensione, ma non sta mai con le mani in mano. Ha sempre qualche progetto in mente. Quest’anno, per esempio, ha deciso di costruire una pergola nel giardino della casa in campagna. Senza consultarci, ha ordinato i materiali da costruzione e poi mi ha messo davanti al fatto compiuto:

“Chiara, chiedi a Marco di venire ad aiutarmi a scaricare tutto. Da sola non ce la faccio.”

Ho annuito in silenzio, anche se sapevo già quale sarebbe stata la sua risposta. Non è cambiata negli ultimi due anni:

“Quella è la casa di tua madre, Chiara. Se la gestisca lei. Io non ci vado. Ho una sola vita e un solo giorno libero a settimana, e lo passo sul divano senza dover aiutare nessuno. Basta!”

Capisco Marco. Lavora davvero tanto, a volte anche nei weekend è al computer per finire progetti urgenti. Servono soldi: c’è il mutuo e Sofia cresce. Ma d’altra parte, è mia madre. Ci ha aiutato tantissime volte. Si prende cura di Sofia ogni settimana. Non chiede mai niente per sé, non si intromette nella nostra vita. E adesso, una semplice richiesta: scaricare delle assi per la pergola. E Marco ha detto di no.

Alla fine, i materiali sono arrivati venerdì mattina. Mia madre mi ha chiamata nel panico: non aveva nessuno che l’aiutasse. Ho lasciato tutto, messo Sofia in macchina e sono partita. Io e lei abbiamo scaricato tutto: assi, cemento, travi. Non dico quanto sia stato faticoso. Mia madre alla fine non riusciva nemmeno a raddrizzarsi. Ma quello che l’ha ferita di più è stato che suo genero non abbia nemmeno provato a dare una mano.

“Chiara, ma è un uomo o cosa? Ma davvero? Non gli ho chiesto di rifare il tetto, solo di aiutare per un paio d’ore!” sbuffava, scuotendosi la polvere dalle mani.

Io stavo lì in silenzio, ad ascoltare. Mi vergognavo. Di fronte a mia madre, di fronte a me stessa, di fronte a Sofia, che guardava tutto senza capire perché la nonna fosse arrabbiata e la mamma triste.

Quando sono tornata a casa, regnava un silenzio gelido. Ho provato a parlarne, a spiegare che non era un capriccio, ma una richiesta di mia madre, che ci aiuta sempre. Ma Marco ha solo scrollato le spalle:

“Ma mi ascolti mai? Porto tutto il peso io! Non sono obbligato ad aiutarla! È la sua casa, la sua costruzione, i suoi problemi!”

Non so più cosa fare. Sono davvero in mezzo al fuoco incrociato. Da una parte c’è mia madre, sempre presente, che ci aiuta e ci sostiene con il cuore. Dall’altra, mio marito, stanco, irritato, convinto di non dover fare nulla. E mi si spezza il cuore, perché entrambi, a modo loro, hanno ragione.

Amo Marco. E sono grata a mia madre. Ma non capisco perché la mia famiglia sia diventata un campo di battaglia per loro. Perché devo sempre giustificarmi? Perché una semplice richiesta di aiuto si trasforma in uno scandalo che ci sconvolge per giorni?

Sono stanca. Stanca di fare da tampone. Stanca di mediare, spiegare, supplicare. Vorrei che mia madre si sentisse apprezzata e rispettata, e che Marco capisse che aiutare non è un obbligo, ma un gesto di rispetto verso una donna che è sempre al suo fianco.

A volte mi chiedo se dovrei essere più dura. O più dolce. O magari non dire niente a nessuno e fare tutto in silenzio. Non lo so.

Ma so una cosa: non voglio che mia figlia si trovi mai in una situazione simile. Voglio che cresca nell’amore, nella comprensione e nel rispetto. E che tra suo marito e sua nonna non ci siano guerre.

Il problema è: come ci arrivo? Per ora, rimane un mistero…

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