Tradimento a Tazza di Té: Una Storia da Svelare

*traduzione e adattamento in italiano con riferimenti culturali*

Era una bella serata di primavera a Voghera, e Lucia tornava a casa dal lavoro con un passo leggero. Quel giorno l’avevano lasciata uscire prima, e l’aria tiepida di aprile le faceva venire voglia di godersi quelle ore inaspettate di libertà. *”Chissà, potrei fare un salto da Beatrice?”* le passò per la mente. Non si vedevano da un po’.

Decise all’istante. Si fermò in pasticceria a prendere una crostata di amarene e, mezz’ora dopo, suonava il campanello dell’amica. *”Ciao!”* La porta si aprì, e negli occhi di Beatrice brillò un guizzo strano. *”Sono venuta a trovarti!”* sorrise Lucia, porgendole la confezione. *”Entra, ho una sorpresa per te,”* disse Beatrice, e nella sua voce c’era qualcosa che non tornava. *”Che sorpresa?”* Lucia si irrigidì, ma entrò in cucina lo stesso. E lì, si bloccò come se avesse visto un fantasma.

*”Le amiche single non hanno posto nella casa di una donna sposata,”* ripeteva sempre sua nonna a Lucia. *”Tienile a distanza, non aprirgli il cuore, altrimenti piangerai lacrime amare.”*

Lucia aveva sempre ascoltato i consigli della nonna, tanto che di amiche ne aveva poche. Alcune erano svanite con gli anni, altre se n’erano andate dopo litigi, ma Beatrice era rimasta. La loro amicizia, nata in prima elementare, durava da quasi quarant’anni. Avevano condiviso gioie e dolori: Lucia e suo marito Enrico avevano cresciuto due figli, ora a studiare a Milano, mentre Beatrice si godeva i successi della figlia Sofia e sognava per lei un futuro felice.

*”La mia felicità non è arrivata, ma almeno che Sofia sia fortunata,”* sospirava Beatrice. *”Non parlare così,”* la rassicurava Lucia. *”Sofia è intelligente, andrà tutto bene. E tu non puoi lamentarti: hai una figlia meravigliosa, una casa accogliente. Certo, con tuo marito non è andata… è dura.”* *”Dura? Ho sopportato per anni le sue scappatelle,”* rispondeva amara Beatrice. *”Pensavo che sarebbe cambiato, ma è peggiorato.”*

Lucia conosceva la storia di Beatrice come la propria. Suo marito, Massimo, aveva sempre tradito. Mentre lei cresceva Sofia da sola, aiutava i genitori e si logorava in due lavori, lui si divertiva con altre donne. A volte riusciva a nascondere le relazioni, ma spesso finiva in scenate. Massimo prometteva di cambiare per la famiglia, e Beatrice ci credeva. Durò vent’anni, finché tre anni prima non se n’era andato con un’amante più giovane. *”Sofia è grande, capirà. Noi siamo ormai estranei, tanto vale chiuderla qui,”* aveva detto.

Mentre Beatrice cercava di riprendersi, Massimo se n’era andato con tutti i loro risparmi. La casa era dei suoi genitori, quindi non poteva toccarla, ma i soldi li aveva considerati *”un risarcimento giusto”* per gli anni insieme. In quei giorni bui, Lucia era stata l’unica a sostenerla, a non lasciarla affondare.

*”Mamma, tu stessa ripeti le parole della nonna: niente amiche single in casa di sposati,”* le diceva la figlia maggiore, Elena. *”Ma che dici?”* rispondeva Lucia. *”Io e Bea siamo come sorelle, non posso abbandonarla.”* *”Dai, mamma, scherziamo!”* interveniva il figlio minore, Marco. *”È che ci riempi di proverbi, ma poi Bea è qui ogni due per tre.”* *”Ma che sciocchezze!”* si irritava Lucia. *”Credete davvero che Beatrice possa portarsi via vostro padre o rovinare la nostra famiglia? Siamo una cosa sola, io, lei e Sofia!”*

Lucia ignorava le battute dei figli. Da giovane aveva seguito i consigli della nonna, ma Enrico non le aveva mai dato motivo di dubitare. Uomo tranquillo, affidabile, aveva sempre lavorato per la famiglia, passando i weekend a leggere il giornale o a sistemare qualcosa in casa. Una volta era amico di Massimo, ma dopo il divorzio di Beatrice si erano persi di vista. Lucia ed Enrico erano rimasti dalla parte dell’amica, mentre Massimo aveva voltato pagina.

*”Bea è sola, dovremmo invitarla per le feste,”* diceva spesso Lucia, e Enrico annuiva. *”A Bea perde il rubinetto, puoi darci un’occhiata?”* E lui andava senza fiatare. *”Sabato Bea ha bisogno di aiuto con la macchina,”* continuava. *”Deve spostare dei mobili dalla villetta, non vuole pagare un traslocatore.”*

Enrico faceva tutto in silenzio: riparava, guidava, aiutava. Beatrice, per ringraziarlo, portava verdure dell’orto o faceva dolci, e tutto sembrava normale.

*”Sei temeraria,”* scuoteva la testa la collega Anna. *”Davvero ti fidi così tanto di lei e di tuo marito da lasciarli soli?”* *”Ma che dici,”* rideva Lucia. *”Io e Bea siamo come sorelle, è stata la mia testimone di nozze. Con Enrico sono trent’anni, mai un sospetto. Queste sono storie da giovani, alla nostra età mica si fanno storie d’amore!”* *”Boh, la vita è imprevedibile,”* replicava Anna, scettica.

Lucia non dubitava mai delle persone care. L’idea che potesse esserci qualcosa tra loro le sembrava assurda. Ma quel giorno, entrando senza avvisare a casa di Beatrice, il suo mondo crollò. In cucina, in vestaglia, davanti a un piatto di minestrone, c’era Enrico.

*”Ma… tu non dovevi essere a caccia?”* la voce di Lucia tremò. *”Bea aveva di nuovo bisogno di aiuto?”*

Beatrice fece un passo avanti, decisa. *”Senti, Lucia, parliamo chiaro. Forse è meglio che tu l’abbia visto. Eravamo stanchi di nasconderci, ma non avevamo il coraggio di confessartelo.”*

Le parole colpirono Lucia come un pugno. Guardava Beatrice, poi Enrico, cercando di trattenere le lacrime. Non sentiva più nulla, solo un ronzio nelle orecchie e il cuore che le si spezzava. A casa, finalmente, scoppiò in lacrime, stringendo una tazza di tè ormai freddo.

*”Scusa, non so come sia successo,”* borbottò Enrico, evitando il suo sguardo. *”Ma tra noi è nato qualcosa. Continuare insieme non sarebbe giusto. Io e Bea abbiamo deciso di vivere insieme.”* *”Davvero?”* riuscì solo a dire Lucia, soffocando dalla rabbia.

Qualche giorno dopo, Beatrice cercò di parlarle, ma fece solo più male. *”Non giudicarci,”* disse in fretta. *”Tu hai avuto trent’anni di felicità, io ho sofferto. Anch’io ho diritto alla felicità, anche a questa età. Non è una cosa contro di te, è solo che io ed Enrico ci vogliamo bene.”* *”Quindi hai deciso di prenderti mio marito e cancellare tutto quello che c’era tra noi?”* ringhiò Lucia. *”Non esagerare,”* rispose Beatrice, distogliendo lo sguardo.

Lucia capì di aver perso non solo il marito, ma l’amica che considerava una sorella. Non aveva voglia di litigare. Enrico prese le sue cose e si trasferì da Beatrice, ricominciando da zero. I figli, Elena e Marco, non accettarono la scelta del padre e si schierarono con la madre. Sofia, la figlia di Beatrice, si sentiva a disagio e si scusò con Lucia.Lucia ora passava le serate in silenzio, guardando il tramonto dalla finestra, mentre il profumo della crostata di amarene, ancora intatto sulla tavola, le ricordava che alcune amicizie si spezzano proprio come il dolce che aveva portato quella sera.

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