**Tradimento al Tavolo Nuziale**
Giovanna Rossi bussò con fretta alla porta dell’appartamento di suo figlio e della nuora. Era piena di gioia: voleva mostrare le foto del sontuoso matrimonio della sua figlia minore, celebrato il weekend prima. La porta si aprì, e sulla soglia apparve la nuora, Francesca. Aveva lo sguardo cupo, gli occhi arrossati dal pianto. «Ah, sei tu? Entra», disse con freddezza. Giovanna capì subito che qualcosa non andava. «Francesca, cosa è successo?» chiese cauta, oltrepassando la soglia. «Successo?! Io e tuo figlio ci stiamo separando!» esplose Francesca, la voce rotta dalla rabbia. «Come? Perché?» esclamò la suocera, incredula. «Davvero non sai cos’ha fatto tuo figlio?» replicò lei con sarcasmo velenoso. «No! Cosa ha fatto?» Giovanna si sentì il cuore stringere dall’ansia, mentre fissava la nuora smarrita.
Due mesi prima, in un tranquillo paesino sulle rive del Lago di Como, era scoppiata una discussione tra Francesca e la sorella di suo marito, Elena. «Un matrimonio è una cosa che si fa una volta sola! Perché non volete festeggiarlo come si deve?» si era indignata Elena, quando aveva scoperto che Francesca e il fratello Matteo avevano rinunciato a una grande festa. «Mi sembra uno spreco di soldi. Preferiamo investirli in qualcosa di concreto», rispose serena Francesca. «Ad esempio?» fece Elena, strizzando gli occhi con sospetto. «Un viaggio, un’auto, o un acconto per la casa», elencò Francesca. «Quindi i soldi li avete, ma non volete spenderli per il matrimonio?» chiese Elena, sorpresa. Francesca non rispose, ma il suo silenzio era più che eloquente.
Matteo e Francesca si erano limitati a un sobrio matrimonio in comune, seguito da una cena intima con i parenti più stretti. Tra gli invitati, ovviamente, c’erano anche Elena e il suo fidanzato. All’inizio Elena aveva detto che non sarebbe venuta, ma all’ultimo momento cambiò idea. Aveva un motivo ben preciso: stava preparando una sorpresa che avrebbe sconvolto la serata.
Dopo la cerimonia, gli sposi e gli ospiti raggiunsero la casa dei genitori di Francesca, in periferia. La famiglia della sposa si era occupata di tutto, e il tavolo, anche se i commensali erano solo dodici, era stracolmo di prelibatezze casalinghe.
Quando toccò a Elena fare il brindisi, si alzò con il bicchiere in mano, la voce tremante ma decisa: «Auguro ogni felicità agli sposi! Ma voglio anche annunciare che noi, io e Luca, ci sposeremo!» Tutti si girarono verso di lei. Gli ospiti esplosero in congratulazioni, mentre Francesca sentiva un nodo alla gola. Elena, raggiante, accettava i festeggiamenti, vantandosi di organizzare un evento grandioso che sarebbe stato sulla bocca di tutti.
Francesca non riuscì a liberarsi dell’amarezza per tutto il resto della serata. Il suo giorno speciale era stato oscurato da un annuncio altrui. Una volta a casa, esplose con Matteo: «Perché l’ha fatto? Voleva solo rovinarci tutto? Per dimostrarci che noi non abbiamo fatto le cose in grande?» «Lascia stare, Franci», cercò di calmarla lui. «Almeno abbiamo i soldi per cose più importanti». «Allora andiamo al mare!» propose lei, accendendosi. «Voglio scappare da tutto questo». «Ne parliamo domani», rispose evasivo Matteo, e Francesca, troppo stanca, accettò di rimandare.
Passarono due settimane, ed Elena consegnò a Matteo e Francesca l’invito al suo matrimonio. «Non ci voglio andare», borbottò Francesca, rigirando la busta tra le mani. «Se non vuoi, non ci andiamo», disse Matteo sorridendo. «Meglio! Preferisco il mare», replicò lei. «Dopo quello che ha combinato, non la sopporto». Ma improvvisamente Matteo si agitò, il sudore sulla fronte. «Forse… possiamo viaggiare dopo? Al matrimonio di mia sorella devo andare». «E allora perché hai detto il contrario?» si infuriò Francesca, allontanandosi.
A malincuore, Francesca si presentò comunque alla cerimonia. Lo sfarzo era impressionante: limousine, banchetto nel miglior ristorante della città, fuochi d’artificio, fotografi professionisti. «Che esagerazione!», commentò lei scuotendo la testa. «Quel vestito costerà almeno diecimila euro. Perché spendere così tanto per un solo giorno?» Matteo borbottò qualcosa di incomprensibile, e Francesca non capì se approvasse o meno.
Il giorno dopo, tornò a parlare del viaggio: «Ho trovato dei biglietti, partiamo!» «Franci, non abbiamo soldi», sbottò lui, con un sorriso finto. «Come? Abbiamo quarantamila euro da parte!» «Li ho… prestati a Elena per il matrimonio», ammise, evitando il suo sguardo. «Ma li restituirà». Francesca impallidì, la voce tremante: «Prestati? Senza chiedermelo? Quei soldi erano anche miei!» «Elena mi ha supplicato», si giustificò lui. «Torneranno, a rate». «Non mi servono dopo! Li voglio ora!» urlò lei, sentendo il terreno mancarle sotto i piedi.
Fu in quel momento che bussò Giovanna, entrando raggiante con le foto del matrimonio di Elena. Francesca, furiosa, la affrontò: «Sapevi che tuo figlio ha pagato il matrimonio di tua figlia?» «Certo», rispose sicura la suocera. «Un fratello aiuta sempre la sorella». «Incredibile!» esclamò Francesca. «Abbiamo rinunciato alla nostra festa per non sprecare soldi, e lui li regala a lei! Sei un traditore, Matteo!» «Ma che drammi per dei soldi!» protestò Giovanna, cercando di allontanare la nuora. «La metà di quei soldi era mia!» tuonò Francesca. «Riportameli entro fine settimana, o ti denuncio!» E se ne andò, lasciandoli senza parole.
«Ingrata!» le urlò dietro Giovanna. «Appena sposata e già fa scenate!» Ma Francesca non scherzava. Chiese il divorzio e citò in giudizio Matteo, pretendendo la sua parte. Vinse la causa: lui fu obbligato a restituirle metà della somma.
Con quei soldi, Francesca volò al mare. Lì, tra il sole e le onde, conobbe un uomo che diventò la sua nuova storia d’amore. Tornata a casa, non era più sola. E nel suo cuore, finalmente, trovò pace e la speranza di un nuovo inizio.
**Morale della storia:** La famiglia è sacra, ma la fiducia tra marito e moglie vale più di ogni tradizione. Se si rompe, anche l’amore più forte può svanire.