*Tradimento con vista dalla finestra*
Gaia non riusciva a stare ferma – camminava per casa come una bestia braccata. Il comportamento di suo marito la metteva a disagio. Ultimamente, Matteo era diventato stranamente premuroso: aiutava in casa, preparava cene squisite, le portava fiori. Tutte quelle attenzioni la rendevano sospettosa. *”Deve aver fatto qualcosa di male”*, pensò Gaia, avvicinandosi alla finestra. Lo sguardo le cadde per caso giù in cortile – e il cuore le si strinse. Si tirò indietro di scatto. *”Possibile che sia capace di una cosa simile?”* sussurrò, incredula davanti a ciò che vedeva.
In quel momento, dietro di lei, si sentì un voce femminile. Era sua moglie – Elena.
Matteo era alla finestra, fisso mentre Gaia, la loro vicina di piano, portava a spasso il suo cagnolino. Elena si avvicinò, diede un’occhiata e subito si irrigidì.
*”A cosa stai pensando?”* chiese con un tono gelido.
*”Al lavoro”*, sospirò lui, evitando il suo sguardo. *”Un collega ha fatto un pasticcio, ora devo sistemare tutto.”*
Elena lo osservò attentamente. Qualcosa nella sua voce e nel viso tradisce una bugia. Ma si limitò a annuire e andò in cucina.
Matteo sentiva l’irritazione salirgli dentro. Elena ultimamente lo metteva a dura prova: sempre più pungente, pignola. Aveva cominciato a cercare conforto altrove. E l’aveva trovato – in Gaia. Lei era silenziosa, sorridente, viveva da sola al piano di sopra.
Quella sera, l’ufficio aveva avuto un blackout e l’avevano lasciato uscire prima. Si era steso un po’ a casa, poi era sceso a fare due passi. Gaia era in cortile. Non resistette – le si avvicinò, iniziò a parlare. Finirono al bar. E poi – a casa sua.
La mattina dopo si svegliò con un peso enorme. A casa, appesa al muro, c’era la loro foto di nozze: giovani, innamorati. Ricordò le promesse fatte. *”Per sempre”* – ora quella parola suonava come una presa in giro.
Preparò la cena – una parmigiana, il piatto preferito di Elena. Quando lei tornò dal lavoro, stanca ma soddisfatta, lo lodò, persino lo baciò. Lui sorrise a denti stretti, mentre nella mente riaffioravano i ricordi delle ultime ore.
Un paio di giorni dopo, aveva il giorno libero. Evitò Gaia, si sentiva sporco. Ma era come attratto da un magnete. Quando Elena uscì per lavoro, finì di nuovo nell’appartamento della vicina.
Elena iniziò a notare i cambiamenti. Matteo era troppo servizievole, ma distante. Sentiva che nascondeva qualcosa. E un giorno, vedendolo spiare Gaia dalla finestra, tutto le fu chiaro.
Lo scandalo esplose in cucina.
*”Ci stai andando a letto con lei?”* gli urlò, puntando il dito verso la finestra.
Matteo si bloccò. Poi iniziò a balbettare scuse ridicole, ma era troppo tardi. Lei lo cacciò senza esitare.
*”Vai da lei allora! Comodo, eh? Proprio qui sopra. Trasferisciti!”*
Cercò di spiegarsi, ma Elena non lo ascoltava più. Uscì, raccogliendo le sue cose, e poco dopo la sua voce risuonò nel pianerottolo:
*”Gaietta… mi fai entrare? Mi ha cacciato…”*
Gaia, chiaramente, non se l’aspettava. Ma dopo un attimo, la porta si aprì.
E intanto, le lacrime scendevano lungo il viso di Elena. Non per il dolore – per la delusione. Pensava che almeno avrebbe provato a lottare, invece se n’era andato subito. Senza parole. Senza cercare di rimediare. Senza vergogna.
E decise: *”Meglio sola che con qualcuno che tradisce così facilmente.”* E domani… avrebbe adottato un gatto. O un cane. Loro, almeno, sono più fedeli di tanti uomini.