Tradimento e resa dei conti: la famiglia distrutta

**Tradimento e conseguenze: una famiglia distrutta**

Era tardi per discutere. Bisognava decidere come procedere.

“Dobbiamo pagare almeno il primo anno di università di Lucia. È intelligente, migliorerà e passerà al corso gratuito,” disse Elena guardando il marito con stanchezza.

Alessandro scrollò le spalle, come se la conversazione non lo riguardasse.

“Alessà, mi stai ascoltando?”

“Sì,” borbottò, senza alzare lo sguardo dal telefono.

“Allora dobbiamo vendere la moto. Un collega mi ha chiesto informazioni. Con i soldi, pagheremo gli studi di Lucia.”

“No, Elena. La moto non si vende,” tagliò corto Alessandro, lasciandola senza parole.

“E perché mai?”

La risposta fu un pugno nello stomaco.

Elena aveva sempre creduto che la famiglia fosse una roccaforte, costruita su fiducia e compromessi. Insieme ad Alessandro avevano passato ventitré anni, superato difficoltà, comprato una casa nei dintorni di Torino, cresciuto una figlia. Ma ultimamente tutto era cambiato. Alessandro era diventato scontroso e chiuso. Elena pensava fosse per la morte del fratello Antonio, con cui era molto legato.

Antonio aveva lasciato la moglie Giulia e il figlio Matteo. Elena e Alessandro li avevano aiutati, spesso a scapito di sé stessi. Ma quello fu l’ultimo colpo.

“Ho promesso la moto a Matteo,” disse Alessandro.

“Aspetta… Come hai potuto? Avevamo deciso di venderla per Lucia!” Le guance di Elena si arrossarono per la rabbia.

“Non ho promesso niente a nessuno,” fece lui con un gesto della mano.

“Ne abbiamo parlato in famiglia quando Lucia finiva il liceo! Ha scelto una facoltà difficile, con punteggi alti!”

“Allora non sapevo che Antonio sarebbe morto e che Matteo sarebbe rimasto senza padre. Ha bisogno di sostegno.”

“E tua figlia no?!” Elena cercò di farlo ragionare, ma lui rimase in silenzio, fissando il pavimento.

Credendo che avesse ceduto, si mise a organizzare il pagamento dell’università di Lucia. I giorni passarono tra mille cose da fare.

Quella sera, mentre preparava la cena, il telefono squillò. Sullo schermo, il nome di Giulia.

“Elena, grazie infinite per il regalo!” la voce della vedova era piena di gioia.

“Quale regalo?” chiese Elena, confusa.

“La moto! Sandro l’ha regalata a Matteo. Avresti dovuto vederlo felice! Sognava quel motorino da sempre, Antonio glielo aveva promesso per i diciotto anni. Ma dopo la sua morte… da dove avremmo preso i soldi? Alessandro ha realizzato il suo sogno! Grazie!”

Il cuore di Elena si strinse.

“Quindi la nostra moto è da voi?”

“Sì, Elena. Alessandro l’ha regalata a Matteo. Non lo sapevi?”

Elena rimase muta, incapace di parlare. Quella moto l’avevano comprata insieme tre anni prima con i loro risparmi. Aveva accettato a una condizione: se fossero serviti soldi per Lucia, l’avrebbero venduta.

Le tornò in mente una recente conversazione con la figlia:

“Mamma, ho controllato tutto, dobbiamo versare l’anticipo.”

“Certo, Lucia, tuo padre e io abbiamo deciso. Domani arriva un compratore per la moto…”

Ora quelle parole sembravano una beffa.

“Va bene, so che sei occupata,” disse Giulia, riagganciando.

Quando Alessandro entrò in casa, Elena era seduta sul divano con il telefono stretto in mano.

“Sandro, mi ha chiamato Giulia. È vero? Hai dato la moto a Matteo?”

Lui si irrigidì, poi annuì malvolentieri.

“Sì. E allora?”

“E allora? Hai regalato la nostra moto senza dirmelo? Di nascosto?”

“Elena, basta. È la mia moto.”

“Nostra, Alessandro! L’abbiamo comprata insieme, con l’accordo di venderla per Lucia!”

“Ma smettila con l’università!” urlò lui. “Non capisci? Io non ho un figlio. Tu mi hai dato solo una figlia. Matteo è un vero uomo. Ho promesso ad Antonio che mi sarei occupato di lui come fosse mio.”

“Sul serio?!” la voce di Elena tremò di dolore. “Lucia per te non è tua figlia? Non è sangue tuo?”

Dal corridoio arrivarono passi. Lucia era sulla soglia, pallida, gli occhi pieni di lacrime.

“Potevi aiutarmi, ma hai scelto tuo nipote?” la sua voce tremava.

“L’università non è tutto,” borbottò lui. “Passerai al corso gratuito, cambierai facoltà. Che differenza fa? A Matteo nessuno gli regala una moto.”

“Per te non sono nessuno,” sussurrò Lucia, voltandosi e sbattendo la porta della sua camera.

“Guarda cosa hai fatto!” Elena tratteneva a fatica la rabbia.

“Elena, sono stanco. Tu sei sempre insoddisfatta. Ho perso mio fratello, Matteo suo padre. Non lo capisci?”

“E tu, a quanto pare, hai perso tua figlia,” rispose lei gelida.

Negli ultimi mesi, Elena aveva notato che Alessandro si allontanava. Tardava al lavoro, era evasivo, passava sempre più tempo da Giulia.

“La sto solo aiutando, è sola,” diceva. “Matteo mi ha chiesto di sistemare la moto, sta studiando da meccanico, ama i motori.”

Anche Elena aveva aiutato Giulia: con i documenti dopo la morte di Antonio, al funerale, con le pratiche. Credeva che Alessandro apprezzasse il suo sostegno, ma lui la accusava di insensibilità se si lamentava della sua attenzione per il nipote.

Giulia, invece, accoglieva sempre Alessandro. Gli preparava la cena, ricordava Antonio. A casa sua, lui si sentiva importante, non come a casa propria, dove lo aspettavano solo rimproveri.

“Lo sai che per me sei sempre stato più importante di Elena,” gli aveva detto una volta Giulia, guardandolo negli occhi.

Alessandro non rispose, ma quelle parole lo segnarono.

“Lei è sempre scontenta di te, Sandro. Io ti capisco. Abbiamo perso entrambi Antonio, per Elena è una sciocchezza.”

Esitò a lungo, ma una notte restò da Giulia, mentendo a Elena su una tubatura rotta. Lei credette.

La verità venne fuori per caso. Elena trovò i messaggi sul telefono del marito – parole che non si scrivono tra parenti. Giulia era diventata più importante della moglie. Tutto tornava: il suo comportamento strano, la distanza, le bugie. Non era un debito verso il fratello. Era un tradimento.

“Vattene, Sandro. Non posso accettarlo. Né perdonarlo,” disse Elena, preparandogli la valigia. Non lo guardò – le faceva schifo.

Alessandro se ne andò. A Lucia non dissero la verità, sebbene fosse adulta. Elena sperava che la relazione con Giulia non avrebbe portato a nulla e che la figlia non avrebbe perdonato quel colpo.

Le illusioni di Giulia svanirono presto. All’inizio tutto sembrava perfetto: Alessandro era lì, cenavano insieme, facevano progetti, fingendo che non avesse una famiglia. Giulia ignorava Elena e Lucia, pensando che Alessandro avrebbe sostituito Antonio. Gli somigliava così tanto che a volte lo chiamava con il suo nome.

Ma la realtà fu crudele.

“Non tieni neanche la forchetta come Antonio,” disse Giulia a cena, quando Alessandro fece cadere del cibo.

Lui restò in silenzio.

“Antonio non lasciava mai le cose in disordine.”

“Antonio aggiustava tutto da solo, tu chiami subito l’idraulico.”

“Antonio sapeva quali fiori preferisco…”

Alessandro serrò i pugni. I paragoniAlessandro capì troppo tardi che la vera famiglia era quella che aveva abbandonato, e ora non aveva più né Giulia, né Elena, né Lucia.

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