Tradimento, il bis perfetto

**Tradimento, la seconda volta**

Io e la mia amica Veronica andavamo al lavoro insieme. Lei alla guida, seria e responsabile, carina, mentre Veronica era allegra, un po’ sconsiderata ma bellissima. Ci siamo conosciute in ufficio e lavoriamo insieme da quasi dieci anni, nello stesso ufficio con altre due colleghe.

Né io né Veronica siamo sposate. I nostri figli sono grandi e vivono le loro vite. Io ho perso il mio amato marito sette anni fa in un incidente d’auto, e da allora non ho mai più pensato a un altro uomo.

“Veronica, dovresti trovare qualcuno per il cuore, non dico per sposarti, ma almeno per uscire un po’,” mi diceva spesso, speranzosa com’era di incontrare qualcuno.

“Non voglio nemmeno pensarci. Io e mio marito eravamo due metà di una mela, e ora che lui è partito, non c’è nessun altro per me,” rispondevo triste.

Veronica è attraente, elegante, istruita e libera. Otto anni fa ha lasciato il marito, dopo averlo scoperto in una situazione imbarazzante nel loro appartamento, tornando in anticipo dalla campagna. Non ci furono discussioni: gli mise le valigie fuori dalla porta (la casa era sua), chiese il divorzio e basta. Aveva avuto altre relazioni, ma nessuno era l’uomo giusto.

Di recente ha festeggiato i suoi quarantacinque anni – due più di me – con una cena al ristorante. Quando compì quaranta, nonostante i miei consigli, volle festeggiare lo stesso:

“Veronica, non hai paura? Si dice che i quarant’anni non si debbano festeggiare…”

“Oh, non credo a queste superstizioni! Se ci facciamo condizionare da tutto, la vita diventa noiosa,” rideva lei.

Quella sera, dall’altra parte della sala, c’era un uomo affascinante, che sembrava un attore di cinema. Io non lo notai, ma Veronica lo trascinò al nostro tavolo.

“Ma dove l’hai trovato?” le chiesi sottovoce.

“Mi ha invitato a ballare, gli ho detto che era il mio compleanno e lui ha promesso un regalo per domani,” sorrideva.

Dopo quella sera, Veronica iniziò a frequentare Daniele. Alla seconda uscita, scoprì che era sposato.

“Stiamo per divorziare, non andiamo più d’accordo,” la rassicurò. “I figli sono grandi, non ci lega più niente.”

Daniele sapeva corteggiare bene: fiori, cene, gite fuori porta. Spesso restava da lei, e io non riconoscevo più la mia amica.

“Voli come una farfalla, spensierata e senza pensieri,” le dicevo.

“Non immagini com’è meraviglioso, sto perdendo la testa!” rideva felice.

“Non lasciarti travolgere,” cercavo di avvisarla. “Lo leggo negli occhi, è un donnaiolo.” Ma Veronica rideva solo più forte.

“Tradimento, la seconda volta”
Passò circa un anno e mezzo. Daniele smise di parlare di divorzio. Peggio, si era già messo con una ragazza più giovane di Veronica di dieci anni – libera e vivace come lei – e si allontanò. Quando Veronica gli chiese spiegazioni, lui ammise:

“Mi sono innamorato. Volevo dirtelo, ma mi hai anticipato. Addio, non tenermi rancore, succede.”

Veronica pianse sulle mie spalle. Quanto dolore per quel tradimento! Cercai di consolarla, di farle capire che Daniele non valeva quelle lacrime.

“Non perderti per un traditore. Si è solo stufato e ha trovato un altro gioco. Guardati allo specchio: sei dimagrita, smunta, non sorridi più. La tua salute viene prima di tutto.”

“Lo so con la mente, ma il cuore non riesce,” rispondeva.

Per distrarla, la portavo al cinema, a cene con amici, perfino dalla mia mamma in campagna. A poco a poco, Veronica si riprese, tornò a sorridere e a vestirsi bene. Mai più una parola su Daniele, e pensai che la ferita si fosse rimarginata.

Un weekend, le proposi di venire in campagna, ma rifiutò:

“Non posso, ho da fare.”

Strana risposta, ma pensai che ognuno ha i suoi impegni. Tornata domenica sera, l’indomani mi si gelò il sangue: davanti al suo palazzo c’era Daniele. Lui non mi vide, io salii in macchina e andai via.

“Davvero? Dopo tutto, è tornata da lui?” pensai.

Veronica arrivò in ufficio raggiante, quasi in ritardo. Vedendomi, si fece seria.

“Ciao a tutte,” disse sedendosi.

“Ciao. Ti ha accompagnato il tuo ‘signor coleottero’? L’ho visto sotto casa tua.”

“Oh, non fare così. Sì, sono caduta di nuovo nello stesso errore,” ammise a voce bassa. “L’ho incontrato per caso, Daniele vuole che lo accompagni in Spagna. Dice che c’è vita, passione, che io farei impallidire tutte le bellezze locali.”

“E tu ci credi?”

“Si è scusato, ha detto di amarmi ancora. Dice che è stata solo una pausa per riaccendere la nostra storia.”

Vedevo che era inutile convincerla, ma dissi comunque:

“Non è degno di fiducia. Non è un uomo serio, ha gli occhi che girano come trottole.”

“Non preoccuparti, questa volta sono cinica. Andrò in Spagna a sue spese, non ci sono mai stata,” rispose, anche se sapevo che non era affatto calcolatrice.

“Probabilmente si è riaffezionata,” pensai. “Ma un traditore non si perdona.”

Pochi giorni dopo, Veronica mi chiamò dalla Spagna, euforica:

“È tutto meraviglioso! Daniele è un amore, non guarda neanche le spagnole!”

“O mi sbaglio su di lui, o è un gran mentitore,” riflettei.

Al ritorno, Veronica era abbronzata, felice, con regali per tutti.

“Daniele ha detto che chiederà il divorzio e poi ci sposeremo!”

“Che bello,” risposi, ma un dubbio mi rodeva.

L’autunno arrivò, piovoso e ventoso. Un sabato mattina, Veronica mi chiamò in lacrime.

“Mi ha lasciato di nuovo! Ha trovato una ventenne!”

Correi da lei, la strinsi mentre singhiozzava.

“Ora hai capito? È un traditore, per la seconda volta.”

“Ho capito, ho capito,” annuiva.

La calmai, convinta che questa volta avesse davvero compreso. Ma il futuro avrebbe detto.

**Lezione di oggi:** Il cuore spesso vince sulla ragione, ma chi tradisce una volta, lo farà di nuovo. Non si può costruire felicità sulla sabbia.

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