Tradimento: Quando la Fiducia viene Spezzata

Tradimento

Pietro alzò la mano per salutare:
“Allora, Simona, io vado! I soldi li mando a mamma, non preoccuparti.”

La porta si chiuse dietro di lui, e Simona crollò sulla sedia, scoppiando in lacrime all’improvviso.

“Mamma, che c’è?” comparve in cucina il figlio maggiore. “Cos’è successo?”
“Niente,” Simona si vergognava della sua debolezza. “Niente di grave, tesoro, sono solo un po’ giù di morale e mi mancano i ragazzi. Giovanni e Cristina sono in vacanza dalla nonna.”
“No,” replicò deciso Domenico. “Non si piange così per un po’ di tristezza, e con i fratelli parli al telefono ogni giorno. Io non sono più un bambino, mamma, capisco alcune cose.”

Simona guardò il figlio sedicenne, già più alto di lei, e senza volerlo pronunciò ad alta voce quello che nemmeno a se stessa voleva ammettere:
“Credo che tuo padre ci stia per lasciare,” spiegò, rispondendo al muto interrogativo nello sguardo del ragazzo. “Mi sta tradendo. Ormai da quasi sei mesi…”

Domenico non sapeva come reagire. Aveva pensato che la mamma fosse arrabbiata per qualcosa al lavoro, per strada, o per un litigio con un’amica. Ma questo… e papà?! Come poteva succedere? Sentì la rabbia montare, e la madre se ne accorse:
“Domenico, no. Queste sono cose da adulti, un giorno capirai. Tuo padre è una brava persona, ma il cuore non si comanda.”

Anche mentre parlava, Simona stessa non credeva alle sue parole. Aveva voglia di urlare, di rompere tutto, ma invece cercava di far capire al figlio maggiore di perdonare e comprendere il padre! Eppure il ragazzo serrò i pugni:
“Che se ne vada, vivremo anche senza di lui! Perché ci fa questa figura a casa?”
“Figlio mio, dici di non essere più piccolo, ma ti comporti come un bambino. Tutti abbiamo il diritto di sbagliare, no? Tuo padre capirà che è solo un capriccio passeggero, la sua famiglia è sempre stata e sarà la priorità…”
“Mamma,” il “maturo” Domenico si commosse all’improvviso. “Perché l’ha fatto? Ora non potrò più rispettarlo come prima!”

“Tutto si sistemerà, tesoro,” Simona gli carezzò la mano. “Ma ai tuoi fratelli non dire nulla, ok?”
“Neanche tu,” asciugandosi le lacrime. “Non vogliamo che la loro fiducia nel fratello maggiore forte e invincibile vada in pezzi.”

Simona guardò lorologio:
“Non dovevi andare ad allenamento?”
Domenico saltò su:
“Oddio, sono in ritardo! Cavolo!”

Rimasta sola, Simona si perse nei pensieri. Parlare col figlio l’aveva aiutata a ragionare con freddezza, ma ora, di nuovo sola, il dolore tornava e ricominciava a piangere:
“Come ha potuto tradire tutto quello che avevamo?”

Quando aveva conosciuto Pietro, lui era un tipo spensierato, sempre circondato da ragazze che chiamava “uccelline”. Quando Simona gli disse che non aveva intenzione di diventare unaltra “uccellina”, lui rispose serio:
“Perché ‘un’altra’? Lunica, per tutta la vita.”
E lei ci credette, sciocca… Per tutti quei 17 anni vissuti insieme, aveva pensato di essere fortunata! E lui? Nonostante i tre figli, tutto quello che avevano passato “nella gioia e nel dolore”, laveva tradita lo stesso.

Tutto era iniziato sei mesi fa. O forse prima, solo che non se nera accorta? Ma no, probabilmente… Sei mesi fa erano stati invitati a un matrimonio, quello di Pietro, il nipote prediletto di suo marito. Simona non poté andare, ma lasciò partire il marito, dicendo che non poteva mancare. Pietro fece finta di opporsi, ma sapeva che la sorella si sarebbe offesa o avrebbe fatto domande strane…

Più tardi Simona guardò le foto del matrimonio caricate online e notò che una ragazza si era attaccata troppo a Pietro! In quel momento qualcosa la ferì, tanto che fece un commento su di lei, ma il marito, distratto, rispose:
“Chi? Quale ragazza? Ah, sarà unamica della sposa. Non so perché stia sempre lì, ma stai sicura, Simona! Mi stai facendo i scena per gelosia?” E poi sorrise. “Gelosa! E non è neanche il mio tipo!”

Allora gli credette, perché la ragazza davvero non era il suo tipo, lo sapeva bene! Ma una settimana dopo iniziarono strane telefonate, silenzi sulla linea. Simona glielo raccontò:
“Sai, chiamano, stanno zitti, sospirano. Devono essere le ‘uccelline’ di Domenico che ci provano!”

Dopo questa lamentela, le chiamate cessarono, ma Simona non collegò questo fatto alla conversazione con il marito. Lo capì molto più tardi, quando Pietro, amante di jeans e felpe, allimprovviso iniziò a indossare abiti eleganti, camicie e cravatte, per non parlare del fatto che cominciò a usare profumi costosi invece della vecchia colonia economica.

E nello stesso periodo arrivarono i ritardi continui al lavoro… Quando Simona chiese cosa stesse succedendo, lui rispose senza esitare:
“Simona, abbiamo un progetto strategico importante! Non so quanto durerà, ma dopo…” Pietro chiuse gli occhi, sognante. “Dopo avremo tutto, vacanze dove vuoi, ti compreremo quel cappotto che desideri, e a Domenico uno scooter o magari un quad! Resisterò, no?”

Da quel giorno Pietro non solo tardava al lavoro, ma a volte spariva anche nei weekend. Si preparava per una gita in montagna, squillava il telefono, e… uno sguardo colpevole:
“Simona, mi chiamano dal lavoro. Sono sotto pressione, ecco come…”

Simona voleva trovare quella ragazza delle foto, strapparle i capelli, graffiarle la faccia, ma per evitare tentazioni non cercò neanche il suo nome o indirizzo.

Sei mesi di questa vita lavevano quasi fatta impazzire. In pubblico e con i figli cercava di controllarsi, ma da sola si abbandonava alla disperazione. Quel giorno, dopo aver parlato col figlio maggiore, Simona decise:
“Devo parlargli. Devo fare qualcosa perché Domenico non finisca per odiare suo padre!”

Ma fu il marito a precederla. Pietro la chiamò e la invitò al ristorante:
“Simona, dobbiamo parlare. Meglio senza che i ragazzi ci sentano.”

Simona sorrise amaramente: non voleva uno scandalo, sapeva che in pubblico non glielo avrebbe mai permesso.

Prima pensò di vestirsi normalmente, perché mettersi in ghingheri? Poi valutò di andare direttamente dallorto, per farlo vergognare! Ma unora e mezza prima dellappuntamento cambiò idea:
“Devo essere bellissima come non mai! Che veda cosa sta perdendo!”

Il tassista la osservò attentamente nello specchietto. Quando pagò, le disse allimprovviso:
“Una donna così bella e così triste! Non ti preoccupare, andrà tutto bene!”

Il complimento inaspettato la rincuorò un po, e Simona entrò nel ristorante sorridendo. Pietro aveva una rosa in mano, e questo la sorprese: se vuoi dirmi che mi lasci, perché un fiore? È un simbolo, un fiore sulla tomba del nostro amore? Simona sorrise tra sé, chiedendosi perché le venivano pensieri così strani.

Cenarono, parlando di sciocchezze. Dentro di lei una molla invisibile si tendeva, pronta a scattare da un momento allaltro. Alla fine non resistette:
“Piet

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