“— Ma tu non sei mai contenta di niente!” — ho sbottato contro mia suocera. Il giorno dopo, si è vendicata nel modo più meschino possibile.
Mi chiamo Massimo. Vivo a Milano, sono sposato per la seconda volta e ho una famiglia meravigliosa con un figlio piccolo. Ma la cicatrice del mio primo matrimonio fa ancora male — perché lì è rimasta mia figlia. Rimasta, e non per mia volontà.
Ho conosciuto la mia prima moglie, Giulia, al secondo anno di università. Ci siamo avvicinati in fretta e siamo stati insieme per alcuni mesi. Poi ho iniziato a sentire che i sentimenti si affievolivano, ma proprio in quel momento Giulia mi ha detto che era incinta. Eravamo troppo giovani, e ho capito subito che le cose stavano andando male. Ma non sono scappato dalle responsabilità: ci siamo sposati. I genitori di Giulia ci hanno regalato un monolocale per il matrimonio, i miei ci hanno pagato una vacanza al mare.
Dopo qualche mese è nata nostra figlia — Sofia. Me ne sono innamorato al primo sguardo. Ma, a dirla tutta, l’armonia in famiglia non c’era. Il problema più grande era mia suocera, Marina Bianchi. Viveva nel palazzo accanto ed era sempre in casa nostra. Criticava tutto: come tenevo in braccio la bambina, come parlavo con mia moglie, quanto guadagnavo. Ho resistito a lungo, per amore di mia moglie e di mia figlia.
Un giorno sono tornato dal lavoro, esausto, e a casa ho trovato l’ennesima scenata. Marina, come al solito, non era contenta. E allora ho perso la pazienza:
“— Ma basta! Perché non sei mai contenta? Perché non hai mai sorriso o detto una parola gentile in vita tua?”
Lei non ha risposto. Si è girata e se n’è andata. Ho pensato: “Finalmente, forse ci rifletterà”. Ma non sapevo che il giorno dopo mi aspettava un incubo.
Il giorno dopo, sono tornato a casa e non sono riuscito ad aprire la porta. La chiave non entrava. Accanto c’erano le mie due valigie. Non capivo cosa stesse succedendo. Ho bussato, suonato, gridato. Dall’altro lato della porta, mia suocera ha risposto:
“— Prendi le tue cose e vattene. Non vedrai più tua moglie e tua figlia!”
Pensavo fosse uno scherzo. Ma non lo era. Giulia non è nemmeno uscita. Dopo una settimana ha chiesto il divorzio. Senza parlare, senza darmi la possibilità di spiegarmi. Sono rimasto senza niente: senza famiglia, senza spiegazioni, senza mia figlia.
Sono passati anni. Mi sono risposato. La mia seconda moglie, Chiara, mi ha dato un figlio. Sono felice, li amo e apprezzo ogni momento con loro. Ma il cuore mi fa male per Sofia. Pago sempre gli alimenti ogni mese. Giulia li accetta, ma non mi permette di vedere mia figlia. Niente foto, niente chiamate, niente incontri.
Perché? Non lo so. Non ho tradito, non ho mai alzato le mani. Ho solo detto la verità in faccia a sua madre.
E per questo, sono stato cancellato dalla vita di mia figlia.