*La tua mamma parte per un mese intero? Allora vado dalla mia*, disse la moglie già con la valigia in mano.
Anna aveva un piano. Semplice come un sogno d’infanzia: una vacanza al mare col marito. Luca aveva promesso — quest’anno sarebbero partiti davvero. Biglietti acquistati, hotel prenotato, valigie quasi pronte…
*Anna, scusa*, Luca fissava il telefono senza alzare gli occhi. *All’ultimo momento è scattata un’emergenza in ufficio. Si annulla tutto.*
Un dolore al cuore. Non per la sorpresa, ma per la solita delusione. In anni di matrimonio, Anna si era abituata: i piani di Luca erano sempre più importanti dei suoi.
*Va bene*, ingoiò il rancore. *Allora riposerò a casa. Leggerò qualche libro, starò sul balcone.*
Per la prima volta dopo anni — silenzio in casa! Caffè senza fretta, il suo giallo preferito, il tramonto affacciata alla ringhiera. Sembrava che il destino le stesse facendo un regalo.
Ma il destino, a quanto pare, aveva un pessimo senso dell’umorismo.
*Ha chiamato la mamma*, Luca era raggiante. *Ha disdetto la cura termale. Perché spendere se tu sei qui libera? E così ci vediamo anche un po’ insieme.*
Maria Rosaria. Donna di ferro, convinta che il mondo intero le dovesse servizio e riverenza.
*Un mese?* la voce di Anna tremò.
*Sì! Fantastico, no?* Luca sorrideva come un bambino a cui avessero regalato un gelato.
E Anna vide all’improvviso la sua vacanza trasformarsi: giorni in cucina, un continuo *portami-quello*, la voce autoritaria della suocera, e il diritto di non avere più nemmeno un’opinione nella propria casa.
*Certo, fantastico*, annuì lei.
Tre giorni dopo, Maria Rosaria irruppe nel loro appartamento come un carro armato in una città occupata.
*Anna, perché lo zucchero non sta nel barattolo giusto?* furono le prime parole dopo il *ciao*.
*Mamma, accomodati*, Luca si agitava intorno a lei.
E Anna capì: la sua vacanza si sarebbe trasformata in un turno di un mese come cameriera.
*Farai il ragù?* Maria Rosaria si era sistemata in poltrona come su un trono. *Che non sia troppo acido, però. E la carne ben cotta.*
Anna andò in cucina senza dire una parola.
—
**Le nuove regole.**
Maria Rosaria si installò in casa come un generale in territorio conquistato. Entro la sera del primo giorno, era chiaro: la vacanza di Anna era definitivamente cancellata.
*Anna, dove sono le pentole decenti?* la suocera frugava negli armadi. *Queste sono troppo piccole. E poi, perché le spezie non sono in ordine alfabetico?*
Anna riordinava i barattoli in silenzio. Nella sua cucina, improvvisamente si sentiva un’ospite.
*Mamma, non preoccuparti*, Luca leggeva le notizie. *Anna fa tutto.*
Sì, certo. Anna fa tutto. Come sempre.
Alla fine della settimana, la routine di Anna era questa: sveglia alle sette, colazione per la suocera con menù speciale (*niente grassi, niente sale, niente piccante*), pulizie, pranzo, merenda, cena, lavare i piatti. E così via.
*Sei diventata svogliata*, notò Luca. *Forse ti servono delle vitamine?*
Vitamine? A lei non serviva la vitamina C, ma la vitamina *Vita mia*.
—
**Balcone — ultimo rifugio.**
L’unica salvezza era il balcone. Lì poteva respirare. Guardare il cielo. Pensare.
*Anna!* la voce della suocera squarciò il silenzio. *Dove sei? Mi servi il tè!*
*Arrivo!* rispose lei per abitudine.
Ma le gambe non si muovevano. Una sola frase le rimbombava in testa: *E se non andassi?*
Un pensiero così audace che le mancò il fiato.
*Anna! Non mi senti?*
*Ti sento*, sussurrò Anna al vuoto del balcone. *Ti sento benissimo.*
E comunque andò a preparare il tè.
—
**Punto di rottura.**
*Anna*, Maria Rosaria sedeva in salotto come un giudice al tribunale. *Sei diventata così scontrosa. Scappi sempre sul balcone. Non sai stare con la famiglia.*
Famiglia? Anna sbatté le palpebre.
*Pensavo di venire a riposare*, continuò la suocera, *e invece è come essere ancora ai fornelli. Cucina, pulisci, servi.*
Anna rimase immobile con lo strofinaccio in mano. Il mondo le si era capovolto. *Lei* era in cucina? *Lei* a cucinare e pulire? E allora chi era Anna?
*Mi scusi*, disse con una calma sorprendente. *Ma a cucinare e pulire qui sono io. Ogni giorno. Da due settimane.*
*Anna!* tuonò Luca. *Che dici? Mamma è ospite!*
Ospite. Che comandava in casa d’altri da due settimane. Che aveva trasformato la padrona in una domestica.
*Sì*, annuì Anna. *Avete ragione. Tua mamma è ospite. E io cosa sono?*
—
**Illuminazione.**
Quella sera, mentre Maria Rosaria si sistemava davanti alla TV, Anna si avvicinò al marito:
*Luca, dobbiamo parlare.*
*Aspetta, finisco le notizie…*
*Adesso*, ripeté con fermezza.
Luca la guardò stupito. La sua voce aveva un tono che non sentiva da tempo.
*Senti, se tua mamma è qui per riposare*, Anna parlava piano, ma ogni parola era netta come un martello, *io vado a riposare dalla mia.*
*Ma sei impazzita?* Luca balzò in piedi. *E la casa? E mamma?*
*E io?* chiese Anna, e andò a fare la valigia.
Nella camera da letto, mentre riponeva i vestiti, sorrise per la prima volta in due settimane. Una risata vera.
Domani sarebbe andata da sua mamma. Dalla donna che non l’aveva mai trattata come una serva. Dove poteva stare in silenzio con una tazza di tè, senza sentire *Anna, dove sei?*
*Anch’io ho bisogno di una vacanza*, disse al suo riflesso nello specchio.
E il riflesso, per la prima volta, annuì.
—
**Operazione *Fuga della Casalinga*.**
Il mattino dopo, Anna era in corridoio con la valigia. Quando Maria Rosaria la vide pronta a partire, la fissò conMaria Rosaria spalancò gli occhi come se Anna avesse annunciato di voler partire per la Luna, ma la porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo che risuonò come una liberazione.






