**Diario di un uomo**
«Le ha lasciato tutto durante il divorzio, e con lei — sua madre»
— È arrivato da me con solo uno zaino — la voce di Anna tremava mentre raccontava alla sua amica di suo marito, sedute nella loro piccola casa affittata a Bologna. — Tutto ciò che aveva, l’ha lasciato alla sua famiglia. E ogni mese, puntuale come un orologio, paga gli alimenti. Io… io non so più come andare avanti.
Dieci anni fa, Anna, allora una studentessa diciannovenne, si innamorò di Alessandro. Lui aveva 34 anni ed era sposato. La differenza d’età non fermò nessuno. La loro passione oscurò tutto: Alessandro lasciò la moglie e i figli per Anna. Ancora oggi stanno insieme, vivono more uxorio a Bologna, ma la loro felicità è offuscata dal peso del passato che li trascina nel vuoto.
Quando Alessandro abbandonò la famiglia, i suoi figli avevano 6 e 9 anni. Ora sono adolescenti, ma allora erano solo bambini che avevano bisogno di un padre. Andandosene, lasciò alla ex moglie, Marina, tutto: l’appartamento, l’auto, i risparmi. Ma insieme ai beni, si ritrovò anche sua madre, Rosa, che divenne un fardello insostenibile.
La storia della loro famiglia iniziò in un minuscolo bilocale di Marina, ereditato dalla nonna. Con la nascita dei figli, diventò chiaro che lo spazio non bastava. Allora Rosa, appena andata in pensione, offrì il suo aiuto. Possedeva un piccolo appartamento in un paese vicino. Lo vendette, mentre la giovane coppia trovò un acquirente per il bilocale di Marina. Unendo i soldi, comprarono un ampio trilocale, dove Rosa divenne padrona di casa a pieno titolo, accanto al figlio e alla nuora.
L’idea sembrava buona: la nonna avrebbe aiutato con i nipoti, vivendo accanto alla famiglia invece che sola. All’inizio andò tutto bene. Rosa si occupava dei bambini, cucinava, e Marina, senza fermarsi troppo in maternità, tornò presto al lavoro. I soldi bastavano per tutto: vacanze, una bella macchina, mobili nuovi. Le litigate capitavano, ma la famiglia viveva in armonia. Rosa era una seconda mamma per i nipoti e un sostegno per Marina.
Poi arrivò Anna. Alessandro si innamorò come un ragazzino e, senza pensarci, lasciò tutto. Se ne andò, lasciando a Marina e ai figli l’appartamento — ma con loro, anche sua madre. Rosa rimase in quella casa, perché non aveva altro posto dove andare. All’inizio cercarono di sostenersi a vicenda, per il bene dei bambini. Marina e la suocera condividevano le incombenze, cercando di mantenere la pace. Ma senza Alessandro, che era stato il loro collante, tutto crollò.
Quell’appartamento, un tempo pieno di calore, divenne una fredda convivenza forzata. Marina, appena quarantenne, cresceva due figli adolescenti. Rosa, con i suoi dolori alle gambe e lo sguardo stanco, occupava una delle camere. Parlavano a malapena, evitandosi. L’ex nuora e la suocera, che un tempo bevevano il tè e ridevano insieme, erano diventate estranee. Ogni sguardo, ogni passo nel corridoio ricordava che quella casa non era più una casa, ma un campo di battaglia.
Marina chiese più volte ad Alessandro di aiutarla a dividere l’appartamento. Anche Rosa supplicò il figlio di trovare una soluzione per vivere da sola. Ma Alessandro, che ora pagava il mutuo per l’affitto con Anna, non aveva soldi. Alzava le spalle:
— Faccio già tutto quello che posso. Pago gli alimenti, cosa vuoi di più?
Anna, ascoltandolo, sentiva il peso della colpa. Sapeva che per colpa sua la sua famiglia era in quella situazione, ma non poteva farci nulla. Le faceva male vedere Alessandro lacerato tra il dovere verso i figli e la loro nuova vita.
E in quell’appartamento nel centro di Bologna, la guerra silenziosa continuava. Marina, stremata dal lavoro e dalla cura dei figli, guardava Rosa e vedeva in lei il ricordo del tradimento di suo marito. Rosa, sola e malata, si sentiva un peso, ma non poteva andarsene. I ragazzi, cresciuti in quel dramma, si chiudevano sempre più in sé stessi, senza capire perché la loro casa fosse diventata così fredda.
Vivevano sotto lo stesso tetto, ma ognuno nel proprio isolamento. Quella che era stata una famiglia unita, piena di risate e profumo di torte, era ormai un’ombra del passato. Marina sognava la libertà, Rosa la pace, e Alessandro, fuggito verso un nuovo amore, aveva lasciato solo macerie. Nessuno sapeva come ritrovare il calore perduto.
**Lezione:** A volte l’amore brucia tutto ciò che tocca, e anche le scelte più impulsive trascinano con sé innocenti. Meglio pensare due volte prima di distruggere un equilibrio, perché ricostruire è più difficile che costruire.