La macchina sfrecciava per la città di notte. Dentro c’erano un uomo e una donna. A vederli, sembravano una coppia di sposati che tornava in fretta a casa dai figli lasciati lì.
“Puoi andare più veloce?” chiese lei, nervosa.
“È pericoloso. La città sembra vuota, ma non lo è. Quando glielo dirai, finalmente? Quanto ancora continueremo a vederci di nascosto, a temere di essere scoperti? Perché tiri così tanto? Parlagli, sarà più semplice per tutti,” rispose lui.
“Più semplice? Per chi? Per noi due, forse, ma e Carlotta? Lei ama suo padre. E lui la adora. Cosa succederà a loro quando lo scopriranno? Sarebbe crudele,” si giustificò la donna.
“E mentire, ingannare per tutto questo tempo non è crudele? Pensi che non sospetti? Sono stanco di dividerla con lui. Vuoi che glielo dica io, da uomo a uomo?”
“Non farlo, ti prego. Lo farò io. Dammi tempo.” La donna afferrò la mano dell’uomo al volante e la strinse forte. “Ti amo tantissimo. Ma non forzarmi. Prometto che presto parlerò con mio marito.”
Lui si girò, incrociò lo sguardo dell’amata e si avvicinò per baciarla.
Da una curva, attraversando la strada, sbucò un SUV nero, portando con sé la morte inevitabile. L’urlo della donna fu sommerso dal fragore e dal cigolio dei metalli…
***
La suoneria del telefono lo strappò da un sonno agitato. Per un attimo, Lorenzo rimase sospeso tra il dormire e la veglia, poi aprì gli occhi.
Lucia aveva chiamato alle otto di sera, dicendo che sarebbe tornata tardi. Un’amica aveva dei problemi, non poteva lasciarla sola in quello stato. Aveva promesso di spiegare dopo. Lui non fece in tempo a chiedere quale amica, in quale stato. Certo, avrebbe potuto chiamare tutte le amiche di cui aveva i numeri, ma lo trovò umiliante, per sé e per sua moglie.
Lorenzo aveva cominciato a sospettare qualcosa due mesi prima. Lucia tornava troppo spesso tardi la sera, e un paio di volte era persino uscita di fretta nel weekend. Troppe amiche con imprevisti che richiedevano la sua presenza.
Afferrò il telefono sul comodino. Vide un numero sconosciuto. Il cuore gli si strinse per un brutto presentimento.
“Pronto,” rispose con voce roca dal sonno.
“Capitano Rossetti. Lei è il marito di Lucia Maria Bianchi?”
“Sì.”
“Sua moglie è stata coinvolta in un incidente… È stata portata all’ospedale Santa Maria in condizioni gravi…”
“È viva?” chiese Lorenzo, con voce tremante.
“Sì, ma…”
“Papà, è la mamma?” Sulla porta della camera c’era Carlotta, dieci anni, che lo fissava spaventata.
Lorenzo ingoiò il nodo alla gola.
“No. È… La mamma è all’ospedale. Ha avuto un incidente.”
“È morta?”
“No, cosa dici. È viva,” si affrettò a dire lui.
“Ma tu hai chiesto… Papà!” Carlotta gli si avvinghiò al collo così forte da togliergli il fiato. “Andiamo da lei. Ho paura.”
Lui le staccò le braccia e la fece sedere sul letto accanto a sé.
“No, l’ospedale è chiuso, non ci farebbero entrare. Andiamo da lei domattina. Ora dormi, sennò arriveremo stanchi e cosa dirà la mamma?” Lorenzo sorrise a fatica.
Carlotta annuì e tornò nella sua stanza. Anche lui si stese. L’alba cominciava a filtrare dalla finestra. Lorenzo ricordò di aver guardato l’ora sul telefono prima di rispondere. L’una e mezza di notte.
Doveva calmarsi. Premé una mano sul petto. Il cuore batteva forte.
La mattina dopo, andarono all’ospedale. Lui entrò nell’ambulatorio, lasciando Carlotta fuori.
“Lei è il marito?” chiese un dottore sulla sua quarantina.
“Sì. Come sta mia moglie?”
“Abbiamo operato. Trauma cranico grave, fratture multiple… È in coma.”
“Come è successo? Lei non guida.”
Il dottore fece un gesto vago.
“So solo che l’auto in cui era sua moglie è stata tamponata da un SUV. Entrambi i conducenti sono morti sul colpo. A sua moglie è andata meglio. Non le nascondo che le sue condizioni sono molto critiche. Stiamo facendo il possibile. È giovane, credo che ce la farà. C’è speranza.”
“Posso vederla? Sono qui con mia figlia.”
“Decida lei. Capirà, sua moglie non è al meglio. Ma a volte la presenza dei cari fa miracoli. Venga.” Il dottore indicò la porta.
“Chi era con lei in macchina?” chiese Lorenzo mentre camminavano verso la terapia intensiva.
“Lo chieda alla polizia. La avviso, è in coma, non per molto.” Il dottore aprì la porta.
Lorenzo non riconobbe Lucia. La testa bendata, il viso scoperto pieno di lividi e graffi. Estranea, distante. Sulla coperta c’era una mano con la fede nuziale. La sua mano.
“Mamma!” chiamò Carlotta, avvicinandosi al letto, accarezzandole la mano. “Dorme?” chiese, guardando il padre.
“Sì. L’hanno operata. Ci hanno lasciato solo vederla.”
Tornarono a casa in silenzio. Lorenzo chiamò la madre di Lucia, le raccontò tutto e le chiese di venire a stare con Carlotta. Lui doveva andare al lavoro.
Maria Teresa entrò in casa con un fazzoletto già bagnato.
“Forse prendo Carlotta con me per un po’? Ora non sei nelle condizioni di occupartene,” propose, calmandosi un po’. “Vieni da me?” chiese alla bambina.
Lei annuì.
“Gliel’avevo detto. Ma mi ascolta mai?” singhiozzò Maria Teresa, poi si fermò, cogliendo lo sguardo stupito di Lorenzo.
“Maria Teresa, cosa le avevate detto?”
Scosse la testa, si soffiò il naso.
“Me lo dica. Prima o poi lo saprò comunque,” insistette lui.
“Scusami, Lorenzo. Le avevo detto che non ne sarebbe venuto nulla di buono. La sgridavo.” Fece un gesto disperato con il fazzoletto. “Ripeteva sempre: ‘Lo amo, non posso vivere senza di lui…’. Era come impazzita. Scusami se te lo dico così… Meglio se te lo diceva lei…”
Lorenzo sentì di nuovo il dolore al cuore. Inspirò piano, torcendosi. Aveva sentito, aveva notato i cambiamenti in sua moglie, ma non aveva voluto vedere la verità, aveva scacciato i sospetti.
“Chi è?” chiese, cupo.
“Gianni Ferri. Era innamorato di Lucia fin dalle superiori. Poi era andato via, all’estero credo. Quando è tornato, è ricominciato tutto…”
Ferri. Lorenzo l’aveva visto una volta. A volte, quando poteva, passava a prendere la moglie a lavoro. L’aspettava in macchina. Lei correva verso di lui, felice come se fosse un regalo.
Due mesi prima, era successo lo stesso. Sul parcheggio aveva visto Lucia con un uomo. Si guardavano come se nient’altro esistesse. Era chiaro che tra loro c’era molto più di una semplice conoscenza.
Era sceso dalla macchina e si era avvicinato. Lucia non aveva potuto nascondere l’imbarazzo, la paura nel vedere il marito. Poi aveva sorriso, fingendo normalità, presentando i due. Forse loE mentre il sole si alzava sulla strada davanti a loro, Lorenzo strinse la mano di Lucia e sorrise, sapendo che, nonostante tutto, la loro famiglia avrebbe trovato la forza di ricominciare.