Tutto ciò che ho, tranne te

Oggi, mentre controllavo la posta, Silvana Bianchi mi ha fermata. “Marina Rossi, guardi questa meraviglia!” Agitava il telefono sotto il mio naso. “Ecco la nostra nuova casetta in Liguria! E l’auto di mio figlio, costava un occhio della testa! Guardi mia nipote al pianoforte, studia al conservatorio!”

“Sì, molto bello,” ho annuito sfogliando le bollette. “Ma sono di corsa, perdoni…”

“Ma perché tutta questa fretta? Siamo vicine di casa da vent’anni!” Insisteva. “Vede? Lo scorso mese in Turchia, hotel cinque stelle all inclusive! E lei, quando è stata in vacanza l’ultima volta?”

Un sospiro mi è sfuggito. “Non mi posso permettere vacanze, Silvana. Non ho tempo.”

“Come sarebbe? I suoi figli sono grandi, è in pensione…”

“Sì, sono grandi,” ho sussurrato stringendo la posta. “Ma vivono lontano.”

“E allora? Mio figlio lavora a Milano, ma viene ogni weekend! E lo stipendio…” Smanettava col telefono. “Guardi questo cappotto di visone che mi ha regalato!”

Sono salita al secondo piano lasciandola nella hall, le sue risate mi seguivano sulle scale.

In casa, il silenzio abituale. Il bilocale che un tempo scoppiava per quattro persone, ora sembra un deserto. Sul davanzale, le violette africane – uniche compagne.

“Almeno voi non mi abbandonate,” ho sussurrato accarezzando le foglie.

Accesi la tv per rompere il vuoto. Parlavano di aumenti pensionistici. Ho sorriso amaramente – la mia pensione copre l’essenziale, nulla più.

Squillò il telefono. Cuore in gola – forse Nicola? O Giovanna?

“Marina Rossi? Utenze comunali. Ha un debito arretrato…”

“Come sarebbe? Pago sempre puntuale!”

“Il sistema segna mancato pagamento per scorso mese…”

Ho spiegato per dieci minuti, citando ricevute, ma la linea era già morta.

A cena, con la mia tazza di camomilla, sfogliavo vecchie foto su carta lucida. Nicola in prima elementare serioso col suo mazzolino. Giovanna al diploma, splendida nel vestito celeste. La nostra gita in Toscana quando mio marito era…

“Dove siete, miei cari?” ho pregato quelle immagini. “Perché sono rimasta sola?”

L’indomani, Silvana nel cortile con borse strapiene. “Marina! Mia nipote è entrata a Medicina con il massimo dei voti! Mio figlio le regalerà un iPhone nuovo!”

“Complimenti,” ho mormorato.

“I suoi nipotini come stanno?” Chiedeva per cortesia.

“Non ho nipoti,” ho sussurrato.

“Come mai? I suoi figli…”

“Nicola e Giovanna. Occupatissimi. Lui programmatore in Germania. Lei sposata in America…”

“Che meraviglia!” Ha esclamato. “Dev’essere orgogliosa!”

“Lo sono,” ho mentito.

“E le mandano soldi? Aiutano?”

“Certo,” ho detto guardando i miei scarponi consunti. Bugia doppia: Nicola inviò cento euro
Ed ecco, qui alla finestra, mentre il sole cala tingendo i tetti di arancione, mi aggrappo ancora a quel silenzio che mi avvolge, sperando invano che si spezzi con il loro affetto.

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