**Giorno 1: Al mare**
“Dovresti riposarti, sai? Non puoi continuare a lavorare così, Valeria! Non sei più la stessa. Dov’è quello sguardo vivace che avevi? Dov’è quell’allegria che contagiavi tutti? Hai divorziato, e allora? Hai fatto bene, non c’è motivo di soffrire.”
“Mamma, non sto soffrendo. È passato un anno ormai, mi sono abituata. E poi, mia figlia non mi fa annoiare. Sai, la mia Diana è matura per la sua età. A volte mi sorprende con le sue riflessioni, anche se non ha ancora dodici anni. È colpa delle tue riviste, le legge tutte senza filtro.”
Abbiamo deciso di scappare al mare.
“Appunto! Anche Diana ha bisogno di riposare. È una brava studentessa, merita una pausa. Perché non vai con lei al mare? Non possiamo permetterci un resort, ma possiamo affittare una stanza in un posto privato. Io ti aiuterò con i soldi,” insisteva mia madre.
“Mamma, accetta!” gridò Diana. “Tanto la nonna ci darà una mano. E magari potresti venire anche tu? L’acqua e il sole nutrono le piante, le rendono forti. Lo stesso succederà a noi!”
“Santo cielo, ma dove le trovi queste cose, Diana?”
“Leggo, no? È scritto nelle riviste della nonna. E poi, vado a scuola, se non te ne sei accorta,” rise.
Le mie ferie stavano per iniziare, e ormai avevo deciso: saremmo andate al mare. L’ultimo giorno di lavoro, salutai le colleghe:
“Ragazze, ci vediamo tra un po’! Finalmente vacanze!”
“Divertiti, Valeria! Prendi il sole, fai il bagno e magari incontra un bel ragazzo,” mi risposero ridendo.
Iniziammo i preparativi. Riempimmo la valigia, facemmo shopping per bikini e pantaloncini nuovi. Diana, felice, cantava:
“*Era al mare, camminava sulla sabbia, lui la guardava…*”
“Tesoro, ma che dici? Dove l’hai letto?”
“Mamma, in una rivista.”
“È troppo presto per quelle cose. Dovrei buttarle via.”
“Non puoi, c’è anche internet!”
“E quello lo disattivo.”
“Ma è violazione della privacy!” scherzò.
“Dai, principessa, prepara le tue cose.”
“Mamma, Veronica mi invidia. Vorrebbe venire al mare, ma non c’è mai stata.”
“Lo so. Hanno difficoltà a casa loro. Spero che un giorno possa realizzarlo.”
“Chissà quando,” sospirò Diana.
La sera prima della partenza, parlavamo del mare quando Diana sbottò:
“Mamma, e se lì incontrassi l’uomo della tua vita?”
“Chi?!” Mi scossi.
“Be’, il tuo destino! L’ho letto in una poesia: *‘Era al mare, dove la schiuma è merletto…*’ Forse da quella schiuma uscirà il tuo principe!”
“Diana, ma che dici? Io non ci penso affatto!”
“Va bene, vado a dormire,” scappò ridendo.
**Giorno 2: Il viaggio**
Il treno ci avrebbe portate in ventiquattr’ore alla nostra meta. Guardavamo il paesaggio scorrere, emozionate. L’ultima volta che eravamo state al mare era quattro anni prima.
Arrivammo alla stazione verso sera. La padrona di casa ci accolse:
“Ragazze, questa è la vostra metà. L’altra è occupata da un signore, si chiama Lorenzo.”
“Che ci importa?” pensai, e iniziammo a sistemarci.
“Mamma, andiamo al mare!” esclamò Diana. “Le valigie dopo.”
Uscimmo. Il mare era vicino, appena oltre il cancello.
“È bellissimo!” Diana si tuffò, ridendo tra le onde. Io osservai la schiuma del mare, davvero come merletto.
Al ritorno, trovammo Lorenzo in terrazza con una birra in mano. Diana, passando, disse:
“La birra contiene sostanze tossiche e metalli pesanti.”
“Buonasera,” sorrise lui. “E da dove vengono queste conoscenze?”
“Bisogna leggere di più,” rispose Diana con orgoglio, sparando dentro.
Lorenzo sussurrò: “Con una vicina così, non mi annoierò.”
**Giorno 3: La scoperta**
Il giorno dopo, andammo in giro per esplorare. Al tramonto, tornammo in spiaggia. Lorenzo era lì, con gli occhiali da sole.
“Buonasera, io sono Lorenzo. E voi?”
“Buonasera, io sono Diana, e questa è mia mamma, Valeria.”
“Piacere. Noto che vi piace venire qui la sera.”
“Così capita,” dissi, entrando in acqua.
Più tardi, Diana chiese: “Puoi aprirci questo melograno?”
Lorenzo accettò, e Diana recitò:
“*Era semplice, era dolce, la regina chiese di tagliarlo, e ne diede metà…*”
“Conosci le poesie di D’Annunzio?” sorrise lui.
“Certo!” rispose Diana, orgogliosa.
Scoprimmo che venivamo dalla stessa città.
Quella notte, Diana sussurrò: “Mamma, è destino.”
“Di che parli?”
“Lorenzo non ti toglieva gli occhi, anche con gli occhiali!”
“Diana, smettila!”
Ma mentre mi addormentavo, pensai: *Un uomo in casa non farebbe male…*
**Giorno 4: L’inizio**
Passammo la giornata insieme: spiaggia, gelato, chiacchiere. La sera, io e Lorenzo restammo in terrazza a bere vino.
“Valeria, stare con voi è bellissimo. Diana è speciale, così intelligente per la sua età.”
“Sì, legge tanto,” risposi.
Lui mi prese le mani. Non le ritrassi. Poi sentimmo Diana:
“*Era al mare, dove la schiuma è merletto…*”
“Perché non dormi?”
“Non riesco. L’aria qui è diversa.”
**Ora**
Tre anni dopo, viviamo insieme. Abbiamo un altro figlio, che Diana ha voluto chiamare Leonardo.
Alcuni dicono che le storie nate in vacanza finiscono con le ferie. La nostra, invece, è solo all’inizio.