Un amore che non ha avuto possibilità

Per quasi tre anni, io e Giulia siamo stati inseparabili. Il nostro amore sembrava solido, destinato a durare. Avevamo sogni, progetti, una casa da costruire insieme. Le nostre famiglie si erano già conosciute e andavano d’accordo. Trascorrevamo le feste insieme, organizzavamo viaggi, e tutti ci vedevano come una coppia perfetta.

Il matrimonio era previsto per l’autunno. Mancavano solo pochi mesi per sistemare le ultime cose, mettere da parte qualche risparmio e poi… finalmente saremmo stati marito e moglie.

Ma poi, tutto è cambiato.

Un giorno. Un regalo.

Un cane.

Per il suo compleanno, i genitori di Giulia le hanno regalato un bellissimo pastore tedesco, il cane che aveva sempre desiderato fin da bambina. Lo ha chiamato Thor. E da quel momento, niente è stato più come prima.

Giulia è cambiata. All’inizio era quasi impercettibile, qualche piccola attenzione in più, qualche nuova abitudine. Ma col passare delle settimane è diventato chiaro che Thor non era solo un animale domestico. Era diventato il centro del suo mondo.

Le nostre conversazioni? Non parlavamo più di noi. Invece di pianificare il nostro futuro, passavo ore ad ascoltarla parlare del cibo migliore per Thor, dell’addestramento, delle visite dal veterinario, dei giocattoli più adatti a lui.

Le nostre passeggiate? Non erano più nostre. Ora c’era sempre Thor con noi. Ma la verità è che sembravo quasi un estraneo. Giulia si preoccupava solo di lui: che non mangiasse nulla di pericoloso, che non si spaventasse, che non avesse troppo caldo o troppo freddo. Io ero lì, ma era come se non ci fossi.

E Thor?

Lui lo ha capito prima di me.

All’inizio era solo un gioco – piccoli ringhi quando cercavo di abbracciare Giulia, leggere spinte con la zampa quando mi sedevo accanto a lei.

Giulia rideva.

– Guarda che geloso! – diceva divertita. – Mi ama troppo!

Ma Thor cresceva.

E la sua gelosia smise di essere un gioco.

A sei mesi era già grande e forte. E aveva deciso che io non dovevo far parte della sua famiglia. Se cercavo di avvicinarmi a Giulia, lui si metteva subito tra di noi. Se mi sedevo vicino a lei, mi fissava con occhi duri, i muscoli tesi. A volte ringhiava – piano, ma abbastanza per farmi capire il messaggio.

E Giulia?

Continuava a minimizzare tutto.

– Mi sta solo proteggendo, – diceva con un sorriso mentre lo accarezzava.

Fino a quella sera.

Ero davanti alla sua porta, aspettando che calmasse Thor per farmi entrare. E in quel momento ho capito che non potevo più far finta di nulla.

– Giulia, hai mai pensato a come sarà il nostro futuro? – le ho chiesto con voce stanca. – Come possiamo vivere insieme se il tuo cane mi odia? Non posso nemmeno entrare in casa tua senza che mi ringhi contro. Forse starebbe meglio dai tuoi genitori. Hanno un giardino grande, lì sarebbe più libero.

Mi ha guardato. Il suo sguardo era freddo, distante.

– No.

Solo una parola.

E in quel momento, ho capito tutto.

Non volevo metterla davanti a una scelta. Volevo solo sentirle dire la verità che entrambi già conoscevamo.

Ho sospirato profondamente.

– Dimmi la verità, Giulia – ho sussurrato. – Ho ancora un posto nella tua vita?

Ha esitato solo per un attimo.

Poi, con voce calma, quasi indifferente, ha detto:

– Non credo che ci sarà un matrimonio. Thor rimane. Tu… non lo so.

Le sue parole sono state un pugno nello stomaco. Anche se, in fondo, sapevo già quale sarebbe stata la risposta.

È passata una settimana.

Non ci parliamo più.

Le nostre famiglie cercano di farci riconciliare, di trovare una soluzione.

Ma una soluzione non esiste.

Perché Giulia la sua scelta l’aveva già fatta da tempo.

E quella scelta non ero io.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

2 × three =

Un amore che non ha avuto possibilità