Un cane andava ogni giorno al cimitero dal padrone e scavava la terra: tutti credevano fosse solo dolore, finché non scoprirono l’orribile verità

Un cane veniva ogni giorno al cimitero dal suo padrone e scavava la terra: tutti pensavano che l’animale fosse solo in lutto, finché non scoprirono la terribile verità.
Il cane arrivava al cimitero ogni giorno. Senza guinzaglio, senza collare, come se conoscesse perfettamente la strada. La gente del posto ormai si era abituata a vederlo: un pastore belga snello, con le orecchie dritte e gli occhi intelligenti.
Una volta era un cane da lavoro, al servizio di un agente di polizia conosciuto come Claudio Rossi. Avevano lavorato insieme per anni, inseguimenti, arresti, ore infinite di addestramento. Per lui, Claudio non era solo un padrone, ma un compagno con cui aveva condiviso tutto: pericolo, fatica, la gioia delle vittorie.
Un anno prima, Claudio era morto durante un’operazione. Il funerale era stato affollato e solenne. Da allora, il cane veniva ogni giorno alla sua tomba, si sdraiava nella buca che aveva scavato davanti alla lapide e rimaneva lì, con il naso nella terra, come se cercasse ancora un odore ormai svanito.
A volte qualcuno provava a portarlo via: volontari, persone gentili, persino ex colleghi di Claudio. Ma appena riusciva a sfuggire, tornava sempre lì. Seduto o addormentato, a volte ululando piano, ma sempre al suo posto.
La maggior parte credeva fosse solo dolore: pensavano che cercasse il suo padrone, volesse “raggiungerlo”, che gli mancasse troppo. Ma la terribile verità venne alla luce quando un ex collega di Claudio notò il cane al cimitero. Fu lui a capire il vero motivo di quel comportamento insolito.
Ma un giorno, sul cimitero arrivò un uomo, un ex collega di Claudio. Conosceva quel cane e sapeva che se scavava, cera un motivo. Si avvicinò e notò che non stava scavando proprio sotto la lapide, ma leggermente di lato, vicino al bordo.
Il giorno dopo tornò con una pala. Il custode tentò di fermarlo, ma lui rispose secco:
“Se sbaglio, riempirò tutto di nuovo.”
La terra era più morbida di quanto dovesse essere su una vecchia tomba. E dopo mezzora di scavo, emerse un lembo di stoffa. Quando la aprirono, tutti rimasero senza parole: dentro cera il corpo di un uomo, senza bara, vestito in abiti civili. Il viso e le mani erano legati, e sul collo cerano i segni di un laccio.
La polizia arrivò rapidamente. Si scoprì che il morto era un testimone chiave in un caso su cui Claudio aveva lavorato. Dopo la sua morte, qualcuno aveva usato il funerale come modo comodo per sbarazzarsi di un corpo indesiderato, sperando che nessuno lo scoprisse mai.
Nessuno, tranne il cane. Aveva fatto ancora una volta ciò per cui era stato addestrato tutta la vita: aveva trovato la verità.

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