Un cane correva per i corridoi dell’ospedale con un sacchetto nero tra i denti: quando i medici finalmente lo raggiunsero, scoprirono qualcosa di terribile

Era una giornata come tante allospedale cittadino di Roma. Nellaccettazione, il condizionatore ronzava sommesso, le infermiere registravano i nuovi pazienti, i medici chiacchieravano a bassa voce nei corridoi, e nelle stanze le flebo gocciolavano lentamente.
La caposala, Anna Rinaldi, stava controllando il registro delle prescrizioni quando, allimprovviso, dal fondo del corridoio si udì un rapido scalpiccio di zampe sul pavimento di marmo.
Da dietro langolo, come spuntata dal nulla, apparve un caneun grosso randagio color fulvo. Correva con sicurezza, come se sapesse esattamente dove andare. Tra i denti stringeva un sacchetto nero, ben legato in cima.
Anna alzò lo sguardo e gridò:
Che ci fa un cane qui? È antiigienico! Qualcuno lo fermi!
Due medici, sentendo lallarme, si lanciarono allinseguimento: il chirurgo Marco De Luca e linfermiera di turno Sofia Bianchi. Cercarono di fermarlo, ma il cane era più veloce: li superò senza curarsi dei pazienti e degli sguardi stupiti, continuando a correre dritto lungo il lungo corridoio dellospedale.
I pazienti affacciati dalle porte ridevano o commentavano perplessi, ma il cane non badava a nessuno.
Poi, davanti a una porta con un cartello rosso, si fermò di colpo. Il sacchetto cadde dalla sua bocca sul pavimento. Il cane cominciò a guaire disperato, poi si mise ad abbaiare forte e insistente. Si alzò sulle zampe posteriori e con quelle anteriori graffiò la porta, come se implorasse di entrare.
I medici finalmente lo raggiunsero, e fu allora che capirono perché quel cane si comportava in modo così strano e perché era corso per lospedale.
Sofia, ansimante, si chinò e prese con cautela il sacchetto. Quando lo aprì, tutti trattennero il fiato: dentro cera un cucciolo minuscolo, che respirava a fatica, con una zampetta piegata in modo innaturale. Il pelo era macchiato di rosso.
Lui ce lha portato qui per chiedere aiuto, mormorò Marco.
Si scoprì dopo che il cucciolo era stato investito vicino allospedale. Il cane, chiaramente sua madre, aveva capito in qualche modo che lì potevano salvarlo.
I medici dovettero improvvisarenon cera una sala operatoria per animali, ma il chirurgo e altri due colleghi trovarono gli strumenti necessari e medicarono le ferite. Misero una stecca alla zampa e fecero uniniezione al cucciolo.
Tutto il personale rimase colpito dallintelligenza e dalla determinazione del cane. Mentre i medici lavoravano, lui era rimasto seduto accanto alla porta, guaendo piano senza mai staccare gli occhi dal suo piccolo.
Quando loperazione finì e il cucciolo fu portato fuori, il cane gli leccò dolcemente il musetto, poi posò la testa accanto alla sua, come per confortarlo.

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