La luce fioca del tramonto avvolgeva le strade di Roma, mentre le automobili sfrecciavano frenetiche e i passanti si affrettavano verso casa. Andrea rimase solo con i suoi pensieri, oppresso da un peso che quel giorno sembrava più pesante del solito. Nonostante il viso impassibile, dentro di lui ribolliva un’angoscia profonda.
Pensava a Sofia. La loro storia andava avanti da anni, e tutto sembrava perfetto. Lui aveva fatto di tutto per renderla felice: regali costosi, cene romantiche in ristoranti raffinati, mille attenzioni. Ma negli ultimi tempi aveva notato un cambiamento. Sofia si era fatta distante, assorta nei suoi pensieri, e le loro conversazioni si erano fatte sempre più brevi, quasi un dovere.
Andrea cercava di capire cosa fosse successo. Aveva forse sbagliato qualcosa? O forse si era stancata delle sue premure eccessive? Non trovava risposte, e questa incertezza lo divorava.
Ricordò il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta. Era una festa in un elegante palazzo del centro. Sofia lo aveva colpito subito: bella, sicura di sé, diversa da tutte le altre donne che aveva conosciuto. Aveva un modo unico di vedere il mondo, un’eleganza spontanea che la rendeva irresistibile. Si era innamorato della sua essenza, e in poco tempo erano diventati una coppia.
All’inizio era stato meraviglioso. Viaggi insieme, serate tra amici, risate e complicità. Andrea si sentiva al settimo cielo, convinto che il loro amore sarebbe durato per sempre. Poi, senza un motivo apparente, Sofia aveva cominciato a cambiare. Sorrideva di meno, rispondeva a malapena ai suoi messaggi. A volte aveva la sensazione che sopportasse la sua presenza più che desiderarla.
Era un pensiero doloroso, ma Andrea nascondeva il suo tormento. Continuava a sperare, a fare di tutto per riaccendere quella scintilla. Ogni volta che cercava di parlare, però, Sofia lo evitava con scuse. “Sono stanca”, “Ho da fare”.
Quel giorno era stato ancora più difficile. Lei era uscita con le amiche, lasciandolo solo. Andrea sapeva che ognuno aveva bisogno dei propri spazi, ma il cuore gli doleva. Sentiva che la stava perdendo, e non sapeva come fermare quella deriva.
Annegava in quei pensieri, senza via d’uscita. Amava Sofia, voleva che fosse felice, ma ormai temeva che i suoi sforzi fossero inutili. Nel profondo, sperava ancora che un giorno lei gli avrebbe aperto il cuore, spiegando cosa non andava. Ma per ora poteva solo aspettare, aggrappato a un barlume di speranza.
Intanto, seduta al tavolino di un caffè in piazza Navona, Sofia fissava il vuoto. Attorno a lei la città pulsava di vita, ma dentro di sé sentiva solo un vuoto. Avrebbe potuto essere lì con Andrea, il suo ragazzo perfetto: bello, intelligente, premuroso. L’uomo che tutte le donne avrebbero desiderato. Eppure, non era felice.
Tutto era iniziato anni prima, quando si erano conosciuti a quella festa. Andrea l’aveva rapita con il suo charme, la sua sicurezza. Era affascinante, brillante, sapeva come conquistare. E quel suo interesse per lei inorgogliva Sofia, la faceva sentire speciale.
Ricordava quel primo sgurado, intenso e carico di promesse. Credeva ancora che l’amore fosse una folgorazione, una passione travolgente. Con Andrea invece tutto era proceduto con calma, quasi metodico. In poco tempo erano diventati una coppia stabilita. Le attenzioni di lui, i regali, i viaggi… Tutto andava bene, o almeno così sembrava. Ma dentro di lei c’era qualcosa che non funzionava.
Le piaceva che Andrea la rispettasse, che la sostenesse nei momenti difficili. Credeva che il rispetto e la complicità fossero le basi di un amore solido. L’amore vero, quello travolgente, sarebbe arrivato col tempo, no?
Ma il tempo passava, e quel sentimento non arrivava. Al contrario, crescevano l’irritazione, il fastidio. Ogni gesto di Andrea le sembrava falso, persino il suo sorriso la metteva a disagio. E soprattutto, non poteva più ignorare l’ombra di un altro uomo nella sua mente.
Luca. Un amico d’infanzia, goffo, sempre nei guai, capace di finire in situazioni ridicole. Per anni lo aveva considerato solo un compagno di avventure, una spalla su cui piangere. Eppure, ora era lui che le occupava i pensieri. Ricordava le loro chiacchierate notturne, le risate sciocche, il modo in cui l’aveva sempre sostenuta. Luca l’aveva amata in silenzio per anni, e lei aveva fatto finta di non capire. Perché?
Negli ultimi tempi, Andrea le era diventato insopportabile. Le sue premure, una volta dolci, ora le sembravano opprimenti. Le sue attenzioni, un tempo romantiche, adesso pesavano come macigni.
Sapeva di dover parlare con Andrea. Dirgli che la loro storia era finita. Ma ammettere che il suo cuore batteva per un altro? La vergogna la soffocava. Come aveva fatto a non capire prima?
Una lacrima scivolò lungo la sua guancia. La asciugò di nascosto, cercando di non farsi notare. Si odiava per questa debolezza, per aver perso il controllo della sua vita. Ma ormai non poteva più tornare indietro.
Si alzò dal tavolo e uscì dal caffè. Doveva affrontare Andrea, e sapeva che dopo quella conversazione, niente sarebbe stato più lo stesso. Ma forse, finalmente, avrebbe fatto il primo passo verso la felicità che aveva ignorato per troppo tempo.