Una volta mia nonna si sentì girare la testa e il medico arrivato con l’ambulanza decise di non rischiare e la portò in ospedale. Lì le spiegarono dettagliatamente che a una certa età non è più decoroso andare trotterellando per i teatri con amiche in là con gli anni. La morte non è lontana e, quando arriva, bisognerebbe accoglierla come si deve, nel proprio letto e non durante una partita a poker con le amiche.
Nonna decise di affrontare la sua mortalità in modo riflessivo e con stile. Per prima cosa comprò una pila di medicine e le disponeva ordinatamente sul comodino accanto al letto. Nell’aria si diffuse subito un persistente odore di valium.
In secondo luogo, coinvolse tutti noi, costringendoci a sacrificare tempo e nervi per aiutarla nel maestoso processo di avvicinarsi alla fine. Faceva i capricci, chiedeva nuovi farmaci, chiamata del medico o del notaio. Mia mamma non sapeva più dove girarsi, cercando di esaudire ogni suo desiderio e magari convincerla che non era ancora il momento di andarsene. In risposta, nonna alzava gli occhi al cielo e chiedeva di versarle ancora qualche goccia di valium.
Un giorno però venne a trovarla la sua vecchia amica Angela. Per fortuna mi trovavo lì e ebbi la fortuna di assistere alla scena.
“Ho sentito dire che hai deciso di morire,” disse con voce profonda, “è ammirevole. Qualcuno di noi dovrà pur essere il primo a dare un’occhiata a cosa c’è dall’altro lato. Ma dimmi sinceramente: pensi davvero di entrare nella bara in uno stato pietoso?”.
Nonna borbottò che non le importava come si sarebbe presentata nel feretro.
“Non ti importa,” rispose Angela, “ma io dovrò guardarti! Anzi, dovrò anche baciarti! Cosa diranno le persone?! Penseranno di essere a un funerale decente e invece rimarranno deluse. Io non potrei sostenerne lo sguardo!”
“E che c’entrano le persone?” chiese nonna.
“Perché verranno pensando di salutare l’amica di Angela, e Angela non si accompagna con chiunque. Ma quando ti vedranno, penseranno che hanno scambiato il cadavere e si offenderanno! A proposito, perché tutti questi farmaci? Vuoi avvelenarti con queste schifezze?”
“Sto cercando di alleviare le mie sofferenze,” provò a giustificarsi nonna.
“Stai cercando di rovinarti definitivamente il fegato, e un fegato malato dà un colorito pessimo. Vuoi che al tuo funerale le persone scappino via terrorizzate?”
Nonna ci pensò su e ammise che sarebbe meglio avere un bel colorito nella bara. L’amica la sostenne e propose di fare una passeggiata per guadagnare un colorito sano che avrebbe fatto effetto sulla bara.
Stavo a bocca aperta, guardavo come mia nonna, che poco prima sembrava in punto di morte, si alzava dal letto e andava in bagno, da cui si era rifiutata di entrare nelle ultime tre settimane. E Angela, con una smorfia, mi ordinava di raccogliere tutta la biancheria dal letto per portarla a lavare… e preparar loro due tazze di caffè forte, a cui aggiungere una giusta quantità di cognac, diciamo un buon cinquanta grammi. D’altronde il cognac è un ottimo tonico per i nervi. E come potrete immaginare, nella bara è meglio essere con nervi saldi e cuore forte…
La migliore amica si prese così a cuore i futuri funerali di nonna che per un paio di settimane si applicò con dedizione a prepararla. In quel periodo andarono dal parrucchiere, dal massaggiatore e in un centro estetico. Andarono per negozi e saldi, acquistando un sacco di graziosi articoli che sarebbero senz’altro tornati utili nell’aldilà, tra cui un cappellino con veletto, guanti, cosmetici.
Ora nonna non si preoccupa più per il suo funerale, sapendo che andrà tutto in grande stile. E per passare il tempo, ha ripreso le sue visite alle amiche, le partite a poker e i festosi picnic. Dice che se la morte ha così tanta fretta di incontrarla, che venga a cercarla… ma il teschio ancora non si fa vivo – evidentemente, nonna non ha ancora il giusto colorito per l’occasione.