Un milionario ritrova l’amore d’infanzia che mendica insieme alle sue gemelle — Quello che fa dopo è incredibile…

Logano rimase immobile, mentre la città attorno a lui pulsava di vita frenetica. I suoi occhi erano fissi sul viso di una donna che non credeva di rivedere mai piùnon in quel modo.

Aurelia Rossi. Il suo primo amore. Lunico, se era sincero.

La ragazza che lo aveva sfidato a scalare i vecchi campanili, che ballava scalza sotto la pioggia dei temporali, che lo aveva bacio sotto gli spalti dopo le partite e sussurrargli sogni di Parigi, poesia e un mondo più grande del piccolo paesino in cui erano nati.

Ma dopo il liceo, era sparita. Senza un biglietto. Senza una chiamata. Semplicemente svanita.

E ora era lì, con due bambine tremanti tra le braccia, sul passo sporco davanti a una boutique di Milano, come se il mondo lavesse dimenticata.

Lui si inginocchiò.

Proprio lì, nel suo abito su misura e le scarpe di cuoio fiorentino, sullasfalto sporco di una strada affollata.

«Aurelia» mormorò, quasi senza fiato.

Lei non riusciva a guardarlo negli occhi.

«Non volevo che mi vedessi così» sussurrò, la voce rotta. «Ho quasi corso via quando ti ho riconosciuto.»

Le gemelle lo fissarono con occhi spaventati. Una di loro tirò la manica di Aurelia.

«Mamma, ho freddo.»

Il cuore gli si strinse. Mamma.

La guardò con una dolcezza che forse lei non ricordava. «Sono tue?»

Lei annuì. «Ginevra e Matilde. Hanno tre anni.»

Il respiro gli mancò.

Tre anni.

Aprile e maggio avevano i suoi lineamenti, ma cera qualcosa di familiare nel modo in cui Matilde strizzava gli occhi al sole, proprio come faceva lui da bambino.

«Sono mie?»

Aurelia finalmente lo guardò, gli occhi lucidi. «Non sapevo come trovarti. Ho provato ma quando ho scoperto chi eri diventato, ho pensato» La voce le tremò. «Ho pensato che non avresti voluto questo. Me. Loro.»

Un silenzio più pesante di qualsiasi altro li avvolse.

Non sapeva quanto tempo fosse passato.

Poi, lentamente, come se la decisione fosse già presa nel profondo dellanima, si tolse il cappotto e lo avvolse attorno alle spalle di Aurelia. Prese Ginevra con delicatezza tra le braccia e tese la mano a Matilde.

«Andiamo» disse con fermezza. «Torniamo a casa.»

Nei giorni seguenti, i giornali impazzirono.

«Il magnate della tecnologia Logano Ferrini, avvistato con una donna e due bambine sconosciute nel centro di Milano»

«La famiglia segreta delluomo daffari più riservato dItalia?»

«Da senza tetto al lusso: la donna che ha spezzato il silenzio di Logano Ferrini»

Ma a Logano non importava.

Non gli importava dei titoli.

Non gli importava dei consiglieri preoccupati che lo chiamavano.

Non gli importava dei pettegolezzi nei salotti eleganti.

Perché Aurelia e le bambine dormivano lassù, nel suo attico, al caldo, al sicuro, nutrite.

E lui, per la prima volta da anni, sentiva di nuovo qualcosa.

Qualche settimana dopo, Aurelia era in piedi davanti alle grandi finestre che affacciavano sui tetti della città.

«Non appartengo a questo mondo, Logano» sussurrò. «Tu sei tu. E io sono solo»

«Sei la loro madre» la interruppe lui. «Sei lunica che mi ha conosciuto davvero. Tu appartieni qui più di chiunque altro.»

Lei si voltò verso di lui, gli occhi umidi. «Avevo paura.»

«Anchio» ammise lui. «Ma ora no.»

Poi si inginocchiònon con un anello, ma con il cuore in mano.

«Resta. Troviamo una soluzione. Insieme.»

E Aurelia rimase.

Non per i soldi. Non per lattico, la fama o il lusso.

Ma perché luomo che le aveva preso la mano anni prima in un corridoio di scuola laveva ritrovataquesta volta nella strada più fredda, nel momento più buio della sua vita.

E invece di voltarle le spalle

Lui era tornato a casa.

Da lei.

Dalle loro figlie.

Verso la vita che era sempre stata destinata a loro.

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