Il regalo sbagliato
Marco tornò dal lavoro di buon umore. Invece di togliere la giacca come al solito, appena varcò la soglia esclamò:
— Amore, sono a casa!
Ma il silenzio che lo accolse raffreddò il suo entusiasmo. Sbirciò in cucina e subito si irrigidì. Giulia era seduta vicino alla finestra, il mento appoggiato sui palmi delle mani. Il suo viso era turbato, gli occhi arrossati.
— Giuli… Che succede? — si avvicinò e si sedette delicatamente accanto a lei.
— È venuta mamma… — rispose amareggiata. — Sempre critiche, sempre soldi. Dice che sono una sciatta, che viviamo “in una tana”… E tu perché sei così felice?
Marco si bloccò un attimo, poi sorrise:
— Perché ho una sorpresa per te! Devi vederla con i tuoi occhi. Aspetta!
Uscì e tornò poco dopo con una grossa borsa sportiva.
— Cos’è?
— Aprila. Guarda tu stessa.
Giulia, a malincuore, aprì la cerniera e rimase senza parole. La borsa era piena fino all’orlo di contanti.
— Questo… Da dove viene?
— Oggi è venuto nonno. Direttamente al lavoro. Ha detto che vuole darci un inizio—tutti i suoi risparmi, perché possiamo avere una casa nostra. All’inizio ho rifiutato, ma lui ha insistito. Ha detto che sono l’unico nipote.
Giulia scoppiò in lacrime all’improvviso.
— Sono così stanca… E poi arrivi tu con questo… Grazie. Grazie a nonno.
Si abbracciarono. Quella sera, sdraiati sul divano, discutevano di quale appartamento scegliere, dove comprare i mobili e come sistemare tutto. La felicità era a un passo.
Il trasloco fu festeggiato con semplicità ma con il cuore. Vennero i parenti, compresa la madre di Giulia. Come al solito, appena entrata valutò i lavori di ristrutturazione, dichiarò che la cucina era “niente di che” e subito le impose il suo “regalo”—il loro vecchio set di mobili.
— Vi regaliamo i mobili. Quasi nuovi. Per la camera e il salotto — annunciò con aria orgogliosa.
Giulia trattenne a fatica la rabbia:
— Mamma… Abbiamo già ordinato quelli nuovi.
— Potevate almeno avvisarci! E ora dove li mettiamo noi i nostri? Sei sempre la solita, rovini tutto! Ah, ti ricordi del cappotto?
— Il regalo è pronto. Ma non è un cappotto.
Offesa, la madre se ne andò senza salutare.
Capodanno decisero di festeggiarlo da soli. O meglio, in tre. Qualche giorno prima, Giulia scoprì di essere incinta. La prima persona a cui lo dissero fu nonno.
Il vecchio, sentendo che presto sarebbe diventato bisnonno, si commosse:
— Pensavo di non farcela… Grazie, ragazzi. Questo è il regalo più bello.
E in quel momento, tra il silenzio dell’inverno, con l’odore di abete e mandarini nell’aria, le lacrime agli occhi dell’anziano, il calore e la speranza nel cuore, Marco capì che nessun rimprovero, nessun armadio ereditato e nessun sermone dei genitori contavano realmente. Perché accanto a lui c’era la sua famiglia. La sua casa. La sua felicità.