Un ritorno a casa segnato dalla fame e da una sorpresa inaspettata.

Carlo tornò a casa affamato dopo una lunga giornata in ufficio. Maria, non trovandola in casa, si diresse in cucina sperando in qualcosa di caldo. Invece trovò un biglietto sul piano del fornello:
«Mio caro, sono da nonna Rosa. Chiamami se hai bisogno».
Guardò le pentole vuote, poi si precipitò in frigorifero e si riempì il piatto di ogni avanzo commestibile. Mangiò panini col salame e una tazza di thè freddo, poi si sdraiò sul letto e si addormentò.

Maria rientrò alle nove, e Carlo, svegliandosi, le chiese subito:
«Cara, abbiamo cena?»
«Non posso ora, sto a dieta rigida», rispose asciutta.
«E io invece muoio di fame», scherzò lui. «Ci sto lavorando sodo. Mi vuoi preparare qualcosa?»
«So fare qualcosa», sospirò lei. «Ma non prometto perché sono già rientrata prima da nonna. La cena, sapessi…»
«E cosa hai mangiato?»
«Mi ha offerto la sua porchetta. Dice che è da Montelibretti, saporita…»
«Porchetta?» Carlo sgranò gli occhi.
«Sì», rispose Maria.
«Ah, capisco perché vai spesso a trovare la nonna. Mi hai sempre servito roba fredda, ma lei ti propone piatti caldi».
«Non è per questo,» si difese Maria. «Lei è sola, non posso lasciarla sola». E aggiunse con un sorriso: «Se vuoi, posso chiedere a nonna: magari ti invita anche lei».
«Sei pazza, Maria?» sbottò lui. «Vai a cena a casa di un’altra? È troppo imbarazzante».
«Calmati», disse lei, già con il telefono in mano. «Nonna è bravissima a ricevere ospiti».
«Non chiamarla! Non ci vado!» urlò Carlo. «Meno male che abito qui».
Ma Maria aveva già parlato con la nonna:
«Ciao Rosa, qui è un disastro. Carlo è tornato a mani vuote. Mi fa dispiacere».
«Sa che Carlo ama la porchetta?» intervenne con voce falsa. «Dici di sì? Oh, grazie cara! Sono così felice».
Poi accese la luce e gli ordinò: «Preparati, qui in tavola ti aspettano».
«Ma sei pazza?» rispose lui agitato. «Vado solo a mangiare? E lei che fa da sola?»
«Corri, vai», lo incalzò. «Nonna è una buona cuoca. Sai che ti aspetta».
«Okay, okay», disse Carlo rassegnato. «E se non ci vai tu, vengo con lei. Un uomo solo… potrebbe non essere giusto».
«Vai, vai», rise Maria.

Dopo mezz’ora, Maria, fresca di doccia, si stava rilassando sul divano. Ma il silenzio cominciò a pesarle. Si alzò, mise un orecchio alla porta, e provò a chiamare Carlo con il cellulare. Lo squillo fu accompagnato da una voce soddisfatta:
«Cara, sveglia. Sto gustando le sfogliatelle di Rosa, dannatamente buone…»
«Chi è questa Rosa che ti sta servendo?» gracchiò Maria, fuori di sé.
«Beh, è una cara vecchietta. La conosci?» rise lui. «Ti dirò, resto qui. Forse».
«Ah, sei…»
Rimise giù e un minuto dopo, Carlo era a casa. Da quel giorno, Maria non mise più piede da nonna Rosa.

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