Un taxi si è fermato davanti al cancello del cimitero. Il ragazzo che ne è sceso si è avvicinato alla donna che vendeva fiori.

Il taxi si fermò davanti al cancello del cimitero. Un giovane scese e si avvicinò alla fioraia:

Dodici tulipani, per favore.

Pagò, abbassò il capo e si incamminò tra le tombe.

Un anno prima, Daniele si credeva luomo più felice del mondo: amava ed era amato. Tutto cambiò in un solo giorno, quando la sua adorata Beatrice perse la vita in un incidente.

Ci volle un mese perché Daniele riprendesse i sensi. Fu solo grazie agli amici del lavoro che ritrovò un barlume di normalità.

Accanto alla lapide, seduta su una panchina, cera sua madre.

Buongiorno, zia Mariella! disse il ragazzo.

Buongiorno, Daniele! La donna gli si avventò contro, affondando il viso nel suo petto, e scoppiò in lacrime.

Lui fissò la lapide, dove Beatrice sorrideva eternamente.

Quando si fu calmata, Mariella lo aiutò a sistemare i fiori. Rimasero a lungo in silenzio, finché lei non chiese:

Non ti sei ancora sposato?

No. Non riesco a dimenticare tua figlia. È come se il suo cuore mi chiamasse.

La donna annuì, abbassando il capo con tristezza. Quellevento di un anno prima le tornava alla mente come in una nebbia. Lospedale sua figlia distesa sul lettino e quelluomo e quella donna in ginocchio davanti a lei

Mariella si voltò verso Daniele, voleva dirgli qualcosa, ma vedendo il dolore sul suo volto, tacque.

Daniele si era diplomato allaccademia di polizia e lavorava da due anni. Da poco era stato promosso a tenente. Viveva ancora con i genitori.

La tragedia della fidanzata aveva sconvolto lequilibrio della famiglia. Da un anno, il figlio non riusciva a riprendersi. Passava ogni momento libero chiuso nella sua stanza. Anche quel sabato tornò a casa cupo.

Daniele, vieni a mangiare? uscì la madre nellingresso.

Lui annuì e si diresse in bagno. Dopo essersi lavato le mani, si sedette a tavola. La madre iniziò subito a parlare:

Oggi siamo stati al cimitero con tuo padre ma si interruppe, notando lespressione torva del figlio.

Anchio sono andato a trovare Beatrice.

Figliolo, è passato un anno. Non possiamo riportarla indietro, ma tu devi vivere.

Non posso, mamma. È come se mi chiamasse.

Dio santo, che dici? La madre si spaventò.

Tranquilla. Capisco che tu e papà speriate che mi sposi, ma per ora non se ne parla.

Finì di mangiare e tornò in camera.

Il lavoro degli agenti era duro, a volte anche di notte. Daniele si stese sul letto e si addormentò senza accorgersene.

Sognò che la sua amata lo chiamava. Quel sogno lo perseguitava spesso, ma quella volta era diverso: era come se lei fosse in pericolo e implorasse aiuto.

Si svegliò di colpo e corse nellingresso.

Figlio, che succede?

Esco a fare una passeggiata.

Uscì dal portone e le gambe lo portarono senza pensieri.

Arrivò al parco e si addentrò tra gli alberi. Vide tre ragazzi ubriachi che circondavano una ragazza. I suoi occhi erano pieni di terrore.

Che succede qui? si avvicinò Daniele.

Lo sguardo della ragazza passò dalla paura alla richiesta disperata di aiuto.

E tu che vuoi? uno dei ragazzi gli si avventò contro, ma finì subito a terra.

Prendete il vostro amico e sparite! ordinò Daniele agli altri due.

Capirono subito che era meglio obbedire, aiutarono lamico ad alzarsi e se ne andarono.

La ragazza era immobile, una mano sul cuore, poi con le dita tremanti prese una pillola dalla tasca e la mise sotto la lingua. Le lacrime le rigavano il viso.

Calma, ora è tutto finito! Daniele la strinse delicatamente.

Grazie! balbettò lei.

Ti accompagno a casa.

Lungo la strada, la ragazza si calmò un po, e lui le chiese:

Come ti chiami?

Chiara.

Io sono Daniele. Dimmi cosè successo.

Vengo sempre qui a passeggiare. Me lhanno consigliato i medici. Ma quei ragazzi cercò di spiegare.

Capisco. Hai problemi di cuore?

Li ho avuti fin da piccola. Un anno fa è peggiorato. Mi hanno operato. Ora va meglio, i dottori dicono che starò bene.

Daniele camminava, ascoltandola, e sentì un peso levarsi dal petto, come se la sua amata fosse al suo fianco.

Arrivarono davanti a un palazzo nuovo:

Abito qui disse la ragazza, guardandolo con occhi tristi.

Sono felice di averti conosciuta

Daniele, vuoi salire? Ti presento mia madre.

Non è un disturbo? Non riusciva a nascondere la gioia.

Certo che no!

Lappartamento era elegante, con mobili raffinati. Una donna uscì da una stanza, sorpresa nel vedere la figlia raggiante e quel giovane al suo fianco.

Mamma, ti presento Daniele. Mi ha salvato da dei teppisti.

Laura si presentò la donna, sorridendo. Venite in cucina, raccontatemi tutto.

Mentre apparecchiava, Chiara raccontò con entusiasmo laccaduto. Al termine, la madre scosse la testa.

Non dovresti più andare lì da sola poi guardò Daniele. E tu, come mai eri lì?

Me lha detto il cuore scherzò lui.

Di cosa ti occupi? cambiò argomento la donna.

Sono poliziotto.

Ecco perché hai avuto la meglio su quei delinquenti rifletté un attimo, poi osò chiedere: Sei sposato?

No la risposta non solo la rallegrò, ma suscitò anche sospetti. Quanti anni hai?

Venticinque a breve.

I sospetti aumentarono. Un bel ragazzo di venticinque anni, ancora single. Tacque, ma Daniele intuì i suoi pensieri.

Avevo una fidanzata abbassò lo sguardo. È morta un anno fa.

Perdonami, Daniele.

Bevvero il tè in silenzio. Poi lui si alzò:

Grazie dellospitalità. Devo andare sorrise a Chiara, vedendola confusa. Scambiamoci i numeri. Se hai bisogno, chiamami.

Quella notte, Daniele non riuscì a dormire:

Cosa mi sta succedendo? Mentre camminavo con lei, mi sembrava di sentire il cuore di Beatrice battere.

Chiuse gli occhi e, per la prima volta, non riuscì a vedere chiaramente il volto dellamata. Al suo posto, cerano i lineamenti di Chiara. Si addormentò allalba.

La mattina si rasò e si lavò. Prese il telefono e compose il numero ricevuto il giorno prima.

Pronto? rispose una voce sorpresa.

Ciao, Chiara! Che fai?

Sto per andare al mercato.

Aspetta, vengo con te.

Arrivò davanti a casa sua.

Ciao, Chiara!

Buongiorno, Daniele! era lì, incerta se abbracciarlo.

La madre apparve sulla porta.

Buongiorno, Laura!

Mamma, andiamo al merc

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