Un Uomo Autentico

**Diario di un uomo vero**

Valentina e Federico stavano insieme da due anni. La madre di Valentina cominciava a preoccuparsi, temendo che sua figlia stesse perdendo tempo con lui, dato che il matrimonio sembrava non arrivare mai. Federico, dal canto suo, diceva che non c’era fretta, che avevano tutto il tempo, e che stavano bene così…

Passò l’estate, le foglie caddero dagli alberi, ricoprendo i marciapiedi di un tappeto dorato, e arrivarono le piogge. In uno di quei giorni freddi e umidi di ottobre, Federico, goffamente, le fece la proposta, regalandole un anellino modesto.

Lei gli avvolse il collo con le braccia e gli sussurrò all’orecchio: «Sì», poi infilò l’anello al dito e gridò felice: «Sì!», alzando le braccia e saltellando per la gioia.

Il giorno dopo andarono in comune e, emozionati e impacciati, presentarono la richiesta di matrimonio. La data fu fissata per metà dicembre.

Valentina avrebbe preferito sposarsi d’estate, per mostrarsi a tutti nel suo vestito bianco. Ma non osò discutere con Federico. E se avesse rimandato all’estate successiva? O peggio, cambiato idea? Lei lo amava e non avrebbe sopportato perderlo.

Il giorno delle nozze nevica senza sosta. Il vento scompigliava la sua acconciatura perfetta. La gonna del vestito bianco si gonfiava come una campana, quasi che la prossima folata l’avrebbe portata via. Sulla soglia, Federico sollevò la sposa felice e la portò in braccio fino all’auto. Nulla, né la neve né i capelli in disordine, riuscì a smorzare la felicità degli sposi.

I primi tempi Valentina nuotava nell’amore e nella gioia. Sembrava che sarebbe durato per sempre. Certo, qualche litigio capitava, ma la notte si riconciliavano e si amavano ancora di più.

Un anno dopo, nella giovane coppia felice, nacque Luca.

Il bimbo era tranquillo e intelligente, fonte di gioia per entrambi. Federico, come molti uomini, aiutava poco con il piccolo. Aveva paura di prenderlo in braccio e, quando lo faceva, Luca piangeva, e Valentina lo riprendeva subito.

«Fai meglio te con lui. Quando sarà più grande, ci giocherò a calcio. Intanto, mi impegno per mantenervi», diceva Federico, ma il suo stipendio bastava a malapena per tre.

Luca crebbe, iniziò l’asilo e Valentina tornò a lavorare. Ma i soldi non aumentarono e riuscire a mettere da parte il primo acconto per un mutuo era impossibile. Cominciarono i rimproveri, le liti, le accuse di sprechi. Riconciliarsi come prima era ormai difficile.

«Basta, ne ho avuto abbastanza. Lavoro e lavoro, ma non ti bastano mai. Li mangi forse?», chiese Federico irritato un giorno.

«Li mangi tu», rispose Valentina sarcastica. «Guarda che pancia che ti sei fatto.»

«Non ti piace la mia pancia? Anche tu, sai, non sei più la stessa. Mi sono sposato con una farfalla, e ora sei diventata un bruco.»

Parola dopo parola, la lite divampò. Valentina, asciugandosi le lacrime, andò a prendere Luca all’asilo. Tornando, ascoltando i balbettii del figlio, capì all’improvviso che non poteva perdere Federico. Tornata a casa, lo avrebbe abbracciato, baciato e chiesto scusa. E lui, come una volta, avrebbe risposto al bacio e tutto sarebbe tornato normale. «Dove regna l’amore, il litigio è un gioco», pensò, e accelerò il passo, incitando Luca che faticava a tenerle dietro.

Ma la casa era silenziosa e buia. La giacca di Federico non c’era più, né le sue scarpe. «Si sarà calmato e tornerà», decise Valentina, e si mise a friggere patate con pancetta, come piaceva a lui.

Ma Federico non tornò, né rispose al telefono. La mattina seguente, stremata dall’insonnia e dai brutti pensieri, Valentina portò Luca all’asilo e andò al lavoro. A malapena riuscì ad attendere la pausa pranzo, chiese il permesso citando un malessere, ma invece di tornare a casa, andò da Federico in ufficio.

Si avvicinò al suo studio e, ripetendo mentalmente le parole preparate, aprì la porta. Federico le dava le spalle e baciava una donna. Sul suo giubbotto scuro, le mani di lei con un vivido smalto biancheggiavano come foglie d’acero aperte.

La donna aprì gli occhi e vide Valentina, ma invece di allontanarsi, strinse Federico più forte.

Valentina fuggì dall’ufficio come scottata. Camminò senza meta, urtando passanti, cieca dalle lacrime. Le gambe la portarono a casa di sua madre.

«Mamma, perché mi tratta così? Sono tutti gli uomini così?», chiese Valentina tra i singhiozzi.

«Così come?»

«Tradiscono. Forse lo faceva da tempo, e io non me ne accorgevo. Non può essere successo all’improvviso, no?»

«Non lo so, cara. Quando ami, il mondo è in quell’uomo. Perciò pensi che se lui tradisce, allora tutti gli uomini sono traditori», sospirò la madre. «Tornerà.»

«E se non lo fa?»

«Col tempo il dolore passerà. Hai un figlio. Pensa a lui. E se non torna, magari è meglio così. Sei giovane, troverai ancora la felicità.»

«Tu non l’hai trovata.»

«Come fai a saperlo? Avevo paura che con un altro sarebbe successo di nuovo. E poi eri grande, temevo per te. Ma tu hai un figlio, lui ha bisogno di un padre…»

Un po’ più calma, Valentina andò a prendere Luca.

«Mamma, giochiamo?», chiese una volta a casa.

«Lasciami in pace», rispose brusca Valentina.

«Non mi piace quando parli così», disse Luca con voce tremante, e non insistette.

Federico tornò mentre Valentina metteva Luca a letto. Prese una valigia e cominciò a riempirla.

«Dove vai?», chiese Valentina, anche se ormai lo sapeva.

«Me ne vado. Basta, sono stanco. Stanco delle liti, di questo buco, della tua faccia.» Federico era nervoso, non la guardava negli occhi.

«E noi?»

«Volevi sposarti, un figlio? Ora vivi con lui.» Chiuse la valigia, diede un’occhiata alla stanza, fermandosi sugli occhi spalancati di Luca, e uscì in fretta. La porta sbatté.

Valentina si sedette sul divano e scoppiò in lacrime. Una manina le sfiorò la spalla. Alzò lo sguardo, sperando fosse Federico. Ma era Luca in pigiama.

«Mamma, non piangere. Io non ti lascerò mai, come ha fatto papà», disse Luca, accarezzandole la spalla.

Valentina lo strinse e pianse ancora di più. Poi lo rimise a letto e si sdraiò accanto a lui.

Federico non tornò mai. Chiese il divorzio.

Luca una volta chiese del padre, ma la risposta secca della madre lo zittì per sempre. Nonostante il dolore, la vita pian piano riprese. Quando Luca iniziò le elementari, Valentina conobbe Marco, molto più giovane di lei. Forse per questo, legò subito con Luca.

Più volte Marco le chiese di sposarlo, ma Valentina esitava. Avrebbe voluto un figlio suo, e lei temeva la gelosia di Luca. E poiCon il tempo, Valentina imparò che la vera forza non stava nell’avere qualcuno al suo fianco, ma nel saper stare da sola senza perdere la speranza.

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