**Diario di Luca**
Ieri è stata una giornata torrida. L’aria era ferma, l’asfalto bruciava sotto i piedi, e l’unica cosa che desideravo era tornare a casa per accendere il condizionatore. Prima, però, sono passato al supermercato per comprare qualcosa per cena.
Mentre camminavo nel parcheggio, abbassando gli occhi dal sole cocente, ho sentito qualcosa di strano. Mi sono girato e l’ho vista: un pastore tedesco, chiuso dentro un’auto, boccheggiante. Il vetro era appannato dal calore, il cane ansimava con la lingua fuori, gli occhi vitrei. A +30 gradi, dentro l’auto doveva essere un forno.
Sul parabrezza c’era un biglietto con un numero. Ho chiamato. Risponde un uomo. Con calma, gli dico: *«Il suo cane sta male, torni subito o almeno apra un finestrino!»* La risposta è glaciale: *«Gli ho lasciato l’acqua. Non sono affari suoi.»*
L’acqua c’era, sì, ma in una bottiglia chiusa. Ho visto rosso. Come fa un cane a bere così? Non ho esitato: ho preso un sasso e ho spaccato il finestrino. L’allarme ha suonato a tutto volume, ma poco importava.
Ho tirato fuori il cane. Barcollava, ma respirava. Gli ho dato dell’acqua e chiamato aiuto.
Poco dopo, arriva il padrone, furioso: *«Ma che diavolo fa! Chiamo i carabinieri!»* E li chiama davvero. Ma quando arrivano, dopo aver visto il cane e ascoltato le versioni, la multa è toccata a lui per maltrattamento. A me, invece, una stretta di mano.
E il cane?
Ora è qui con me. Un batuffolo di pelo fedele e felice. La stessa creatura che ieri rischiava di morire, oggi dorme ai miei piedi. E se dovesse succedere di nuovo, rifarei tutto senza esitare.
Non capirò mai chi tratta gli animali come oggetti. Non sono giocattoli. Hanno cuore, paura, amore. E meritano rispetto. *Questa è la lezione.*