Un Uomo Generoso Regala un Biglietto dell’Autobus a una Madre con 3 Bambini e Scopre Dozzine di Scatole sulla Sua Porta il Giorno Successivo

Era una mattina luminosa e soleggiata. Riccardo era assorto nella canzone che ascoltava dalle cuffie mentre strofinava i pavimenti della stazione degli autobus. Da dieci anni, quella stazione era il suo piccolo mondo.

All’improvviso, una voce lo distrasse. «Scusi», disse.

Riccardo si girò e vide una donna, probabilmente sui 35 anni. Sembrava stanca, e dagli occhi rossi e gonfi e le guance rigate di lacrime, capì che aveva pianto poco prima. Teneva in braccio un neonato, e accanto a lei c’erano due bambini più grandi.

«Posso aiutarla?» chiese Riccardo, preoccupato, togliendosi le cuffie.

«D-devo andare a Milano. Può aiutarmi a comprare un biglietto?» domandò con la voce tremante.

«Tutto bene? Sembra agitata», disse lui.

La donna esitò. «Voglio scappare da mio marito. Non dovrei dirglielo, ma lui… non è una brava persona. Non lo sento da giorni, e le cose che ha detto e fatto… mi fanno paura. Voglio raggiungere mia sorella a Milano. Ho perso il portafoglio. La prego, ci aiuti».

Riccardo non poté rifiutarsi, anche se sapeva che avrebbe speso gli ultimi soldi che aveva. Andò al bancone e comprò il biglietto.

«Grazie, dal profondo del cuore», singhiozzò lei quando glielo consegnò.

«Per favore, si prenda cura dei suoi bambini», rispose lui.

«Mi dà il suo indirizzo?» chiese lei.

«Perché dovrebbe servirle?»

«Voglio sdebitarmi. La prego».

Riccardo cedette, e poco dopo l’autobus con la donna e i bambini sparì lungo la strada.

Finito il turno, Riccardo tornò a casa da sua figlia, Giulia. Era tutto ciò che gli restava dopo che sua moglie li aveva lasciati. Riccardo era rimasto distrutto dalla decisione di lei, ma si era ripreso per amore di Giulia.

A soli 10 anni, Giulia aveva responsabilità ben più grandi della sua età. Dopo la scuola, si legava i capelli in una coda di cavallo e si metteva a fare le pulizie, aiutando persino Riccardo a cucinare.

Nella loro piccola cucina, ballavano insieme e provavano nuove ricette. Poi, la sera, si sedevano sul divano a raccontarsi la giornata. Quella sera non fu diverso. Ma il mattino dopo sì.

Riccardo fu svegliato di colpo dalla voce di Giulia. «Papà! Svegliati!» esclamò, scuotendolo dolcemente.

Lui si rizzò a sedere, ancora assonnato. «Che c’è, piccola?»

«C’è qualcosa di strano fuori! Vieni!» insisté, trascinandolo dal letto.

Riccardo uscì in cortile e vide una decina di scatole. Pensò fosse un pacco sbagliato, ma notò una busta sopra una di esse. Dentro c’era una lettera. Ignorò che Giulia avesse già iniziato ad aprire le scatole e cominciò a leggere.

«Ciao! Sono io, la donna che hai aiutato ieri. Volevo ringraziarti per la tua gentilezza. Queste scatole contengono le cose che volevo portare a Milano, ma ho deciso di lasciarle a te. Puoi venderle e guadagnarci qualcosa. Buona fortuna».

Mentre Riccardo cercava di capire, il rumore di una porcellana che si rompeva lo distrasse. Si girò e vide Giulia che aveva fatto cadere un vaso. Per un attimo fu irritato dalla sua disattenzione. Aveva rotto il vaso della donna!

Ma poi notò qualcosa che luccicava tra i cocci. Lo raccolse. Riccardo ricordava di aver letto che il diamante non si appanna col fiato. Con stupore, capì che quella pietra luccicante era un diamante VERO.

«Oddio! Siamo ricchi!» esclamò, fissando la gemma splendente.

«Dobbiamo restituirlo, papà!» esclamò Giulia, cercando tra i documenti di spedizione e trovando l’indirizzo del mittente. «Non è nostro!»

«Pensa al futuro, Giulia! Potremmo mandarti in una scuola migliore!»

«No, papà! E se stessimo rubando le ultime speranze di qualcuno?»

Riccardo insisteva per tenerlo, ma Giulia lo convinse a restituirlo. Lui le disse che l’avrebbe fatto, ma aveva in mente altro. Con la scusa di farlo valutare, si recò da un antiquario.

«Posso aiutarla, signore?» chiese il proprietario, il signor Martini, quando Riccardo si avvicinò al bancone.

«Vorrei far valutare questa pietra», rispose, piazzando il diamante sul banco.

Il signor Martini aggiustò la lente d’ingrandimento. «È un pezzo magnifico», disse, esaminandolo. «La purezza, il taglio… è eccezionale. Direi che vale almeno 80.000 euro. Posso chiederle dove l’ha trovato?»

Riccardo sgranò gli occhi, ma si riprese. «È… un’eredità», mentì. «Quindi… può comprarlo?»

«Devo consultare un collega. Può aspettare?»

Riccardo acconsentì, e il signor Martini fece una telefonata.

«Buone notizie! Possiamo procedere. Posso vederlo?» Tese la mano per prenderlo, ma per un attimo di distrazione, il diamante cadde a terra. Martini lo raccolse velocemente.

«Niente paura. È la sostanza più dura al mondo!» disse, controllandolo, e lo restituì a Riccardo. «Le offro 8.000 euro!»

«Aspetti, ma ha appena detto che vale dieci volte tanto!» obiettò Riccardo.

Martini spiegò che senza documenti non poteva offrire di più. Riccardo cercò un compromesso, ma l’antiquario fu irremovibile.

Decise di non accettare e tornò a casa con il diamante. Ma aveva un piano. Avrebbe cambiato città, falsificato i documenti e venduto la pietra al valore reale. Doveva solo convincere Giulia.

Appena arrivato, però, sentì un silenzio innaturale. «Giulia?» chiamò, ma nessuna risposta. Di solito, Giulia accorreva subito.

Riccardo cercò in tutta la casa, ma di lei nessuna traccia. Notò allora un biglietto sul tavolo della cucina.

«Hai la mia gemma! Se vuoi rivedere tua figlia viva, portala all’indirizzo qui sotto. Se chiami la polizia, non la rivedrai mai più!»

Il cuore di Riccardo affondò. Gli tornarono in mente le parole della donna: «Mio marito non è una brava persona…». Corse al cassetto e tirò fuori i documenti di spedizione. L’indirizzo del rapitore era lo stesso.

Un brivido gli corse lungo la schiena. Non c’era tempo da perdere. Guidò fino all’indirizzo e si trovò davanti a una vecchia casa a due piani.

Con il cuore in gola, bussò. La porta si aprì, e un uomo con un cappotto scuro gli puntò una pistola alla tempia. Aveva circa 40 anni e una cicatrice sulla sinistra.

«Tu… Riccardo?» chiese con voce roca.

«Sì. Dov’è mia figlia?»

«Hai portato quello che ti ho chiesto?»

«Sì. Dov’è Giulia? Devo vederla!»

«Tutto a suo tempo!» ghignò l’uomo mentre si avvicinava, la pistola sempre puntata. «Prima il diamante».

Riccardo lo tirò fuori e lo posò sul tavolo. L’uomo lo prese e lo esaminL’uomo esaminò la pietra, poi il suo volto si contorse in un’espressione di rabbia: “Questo è vetro! E il vero diamante?” mentre Riccardo, col fiato sospeso, capì che il signor Martini l’aveva ingannato e che la fuga del rapitore verso l’antiquario avrebbe portato la polizia a risolvere tutto, salvando Giulia e facendo giustizia.

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