Un viaggio decisivo verso le proprie radici

**Diario – Un Viaggio Fatale verso Casa**

Questa gelida mattina di dicembre, Beatrice e suo marito Alessandro partirono alla volta di un piccolo paesino chiamato Monteluce, per far visita ai genitori di lei. La neve scricchiolava sotto i piedi, e il cielo, coperto da nuvoloni grigi, minacciava tempesta. Davanti a loro si stendeva una lunga strada piena di ansie e imprevisti. I genitori li aspettavano già, e quando l’auto si fermò davanti alla casa di famiglia, furono accolti da abbracci calorosi ed esclamazioni di gioia. Entrarono tutti insieme in quel rifugio accogliente, dove sul tavolo fumavano già pietanze calde. L’odore del pane appena sfornato riempiva l’aria, e nel caminetto crepitava la legna, creando un’atmosfera di serena tranquillità.

Il padre di Beatrice, Giovanni Rossi, portò Alessandro in salotto per discutere di “cose da uomini” – politica, automobili, pesca. Beatrice, invece, restò in cucina con la madre, Rosa Bianchi, e tra una tazza di caffè e l’altra, cominciarono a parlare di cose intime. Rosa era preoccupata: perché i due giovani ancora non pensavano ad avere figli? Beatrice sorrise e la rassicurò:

“Tutto a suo tempo, mamma, non ti agitare. Ancora un anno e ne parleremo davvero.”

Ma nella sua voce c’era incertezza, e nel cuore un vago presentimento. La notte avvolse la casa, mentre fuori il vento ululava, annunciando l’arrivo di una bufera. Beatrice si strinse ad Alessandro e i suoi abbracci erano ancora dolci come ai primi tempi del loro amore. Si addormentò sentendosi al sicuro, ma nel profondo del cuore cresceva un’inquietudine.

La mattina seguente, il profumo del caffè appena fatto e delle frittelle dorate li svegliò. Beatrice si lavò il viso con acqua gelida, scacciando gli ultimi residui del sonno, e si avvicinò al marito. Alessandro, massaggiandosi la spalla, improvvisamente gridò per il dolore. Il suo viso si contorse, e Beatrice rimase paralizzata dalla paura: qualcosa non andava.

“È di nuovo la spalla,” mormorò lui, sforzandosi di sorridere. “Passerà, come sempre.”

Rosa, udendo la conversazione, portò un unguento fatto in casa e una sciarpa di lana. Con gesti rapidi, fasciò il braccio del genero, sussurrando che tutto sarebbe andato bene. Ma Beatrice vedeva la sofferenza sul volto di Alessandro, e il cuore le si strinse.

“Bea, temo che dovrai guidare tu,” le disse lui piano, quando rimasero soli.

Lei annuì, anche se dentro di sé ribolliva il terrore. Il viaggio di ritorno si prospettava difficile, e dopo la nevicata notturna, la paura era ancora più grande. Ma non c’era scelta.

Quell’anno fu una prova per Beatrice e Alessandro. Non poterono festeggiare il Capodanno con i genitori: Alessandro insistette per un incontro cruciale con dei partner d’affari che avrebbero potuto aprire nuove opportunità per la sua attività. Beatrice, pur comprendendo la necessità, si sentiva in colpa verso i suoi. Decisero di far loro visita due settimane prima, per consegnare i regali e spiegarsi. I doni – un nuovo smartphone per il padre e stivali caldi per la madre – erano impacchettati con cura, mentre nel bagagliaio c’erano frutta, vino e dolci. Tutto come da tradizione.

Ma la serenità fu offuscata da una notizia inaspettata. La vigilia della partenza, Beatrice ricevette un messaggio: la sua collega e amica Claudia, con cui aveva lavorato per oltre dieci anni, era morta. Le lacrime le rigarono il viso e il dolore le spezzò il cuore. Alessandro la strinse tra le braccia, cercando di consolarla, ma lei sapeva quanto la vita fosse fragile, e quel pensiero non la abbandonò.

La notte prima del viaggio fu agitata. Beatrice fece sogni inquietanti, ma al risveglio non ricordava nulla. Solo un peso sul petto le ricordava l’angoscia. Decise di non dire nulla ad Alessandro per non preoccuparlo, e partirono all’alba.

Con loro grande sorpresa, la mattina era limpida. Un freddQuando finalmente tornarono a casa, stringendosi l’uno all’altra con rinnovata speranza, capirono che quel viaggio li aveva uniti ancora di più, pronti ad affrontare insieme il futuro con il loro piccolo miracolo in arrivo.

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