Era una serata tranquilla a Milano. Le strade si illuminavano di una luce dorata dai lampioni, e la gente andava avanti e indietro: cera chi portava a spasso il cane, chi tornava dal lavoro, chi chiacchierava fuori dal negozio. La volante della polizia, una macchina grigia con la classica striscia blu, avanzava lentamente lungo il marciapiede. Dentro cerano due agenti: lispettore Romano e lagente Ferrari.
“Che serata tranquilla,” sbadigliò Romano, guardando fuori dal finestrino.
“Magari fosse sempre così,” rise Ferrari, “ma di solito è la quiete prima della tempesta.”
Non aveva nemmeno finito la frase che una bambina scappò fuori dal portone di un palazzo. Doveva avere cinque anni, massimo sei. Capelli biondi, pigiamino con i coniglietti, scalza. E negli occhi, il terrore.
Corse dritta verso la volante. Romano frenò di colpo, e i due agenti saltarono giù.
“Ehi, stai bene?” Ferrari si accovacciò per guardarla negli occhi.
“Voi voi siete la polizia, vero?” La bambina ansimava, cercando di riprendere fiato.
“Sì, tesoro. Cosa è successo?”
“Sotto il mio letto cè un uomo. Ha una maschera. Lho visto.”
“Dove sono i tuoi genitori?” chiese Romano, accigliato.
“La mamma è in bagno. Le ho urlato, ma mi ha detto di non spaventarla.”
I due agenti si scambiarono unocchiata. Sembrava una fantasia da bambini, ma la paura negli occhi della bambina era troppo reale.
“Comera fatto?” domandò Ferrari con calma.
“Vestito tutto di nero. Una maschera, tipo ninja. Mi sono svegliata e lho visto strisciare sotto il letto. Credeva che dormissi”
“E tu sei scappata?” chiese Romano.
“Sì. Subito. Mi sono nascosta nellarmadio, ma poi ho visto la vostra macchina dalla finestra”
“Va bene,” annuì Ferrari. “Andiamo a controllare. Meglio essere sicuri.”
Lappartamento era al terzo piano. La madre della bambina, una donna spaventata e imbarazzata in vestaglia, assicurò che non aveva sentito nessuno e pensava che la figlia avesse paura del buio.
“Ultimamente dice sempre che vede qualcosa nellangolo,” si scusò. “Ha una fantasia vivace.”
Gli agenti controllarono la stanza con le torce. Sotto il letto non cera nessuno.
“Forse è scappato” sussurrò la bambina, sulla soglia. “Ma lho visto davvero. Giuro!”
Romano stava per prenderla in giro, ma Ferrari lo bloccò con un gesto.
“Aspetta. Guardiamo le telecamere. Ha uno sguardo troppo sicuro per averlo inventato.”
Quello che videro nei filmati li lasciò di stucco Continua
Le riprese delle telecamere di sicurezza trasformarono tutto in un thriller. Un quarto dora prima che la bambina uscisse di casa, nel palazzo accanto era stato ripreso un furto. Due criminali vestiti di nero erano scappati dal portone con delle borse.
Da unaltra telecamera si vedeva che, durante la fuga, uno dei due aveva notato la volante, era scattato dietro langolo, e poi si era arrampicato su una grondaia ed era entrato da una finestra socchiusa proprio nellappartamento al terzo piano, quello della bambina.
“Eccolo” sospirò Ferrari. “Ed è successo un attimo prima che lei uscisse.”
Nel video successivo si vedeva luomo saltare giù dalla finestra sul retro e sparire nel cortile.
Il ladro fu preso il giorno dopo: il suo complice era stato arrestato quella notte e laveva tradito per avere uno sconto di pena.