Una donna anziana portò il suo cane alla stazione di polizia, sostenendo che l’animale fosse insolitamente vivace: gli agenti avviarono un’indagine e scoprirono qualcosa di strano.
Nella sala riunioni della stazione regnava la quiete. Erano circa le 10 del mattino quando, all’improvviso, entrò una signora sulla settantina con un cane rossiccio piuttosto paffuto al guinzaglio. La bestiola scodinzolava, saltellava sul posto e sembrava decisamente troppo energica.
«Buongiorno. Devo parlare con il vostro superiore», disse la donna con calma.
L’ufficiale di turno non capì subito le sue intenzioni.
«Signora, vuole sporgere denuncia?»
«No. Devo rivelare un segreto importante. Riguarda il mio cane. E forse altro…»
«Il cane?» replicò l’agente, osservando perplesso l’animale che, nel frattempo, cercava di arrampicarsi sul bancone con le zampe anteriori, la lingua penzoloni.
«Sì… Vedete, ultimamente è… come dire… troppo euforico. Davvero troppo.»
«Signora, se il cane sta male, c’è una clinica veterinaria di fronte.»
«No!» lo interruppe brusca. «Non capite. Vivo da sola. Ogni giorno è con me. So che qualcosa è cambiato. Non è solo felice, sembra… come se fosse sotto effetto di droghe!»
L’agente aggrottò le sopracciglia.
«Sta insinuando che il suo cane… assuma sostanze illecite?»
«Non lo so! Ma vi prego, fatemi parlare con qualcuno. Fate controllare il cane. Ho il presentimento che ci sia qualcosa di losco.»
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza. Un agente più giovane sussurrò:
«Signore, forse dovremmo chiamare un medico… o i servizi sociali? Questa donna non sembra a posto.»
Ma il sergente anziano, dotato di fiuto ed esperienza, intervenne:
«Portatela in sala interrogatori. Parlerò io con lei.»
Fu così che la polizia scoprì qualcosa di raccapricciante e insolito.
La donna si sedette di fronte al sergente. Il cane, ai suoi piedi, continuava a saltellare come una molla.
«Partiamo dall’inizio. Da quanto si comporta così?»
«Circa una settimana. Prima era tranquillo, apatico, come ci si aspetta da un cane della sua età e corporatura.»
«Con cosa lo nutrite?»
«Solo un tipo di crocchette, marca “CanBest”, per cani anziani. Da sempre la stessa quantità: una tazza al mattino e una alla sera. Acqua filtrata. Niente ossi, niente premi. Lo porto a passeggio due volte al giorno: al parco vicino a casa al mattino e al lago la sera.»
«I luoghi dove passeggiate sono sorvegliati?»
«Beh… il parco a volte viene pattugliato. Al lago no, è deserto.»
«Capito. E dove acquista il cibo?»
«Sempre nello stesso negozio vicino a casa. Ho pure la carta fedeltà. Ma l’ultima confezione l’ho ordinata online, mi è stata consegnata a domicilio. Stessa marca, stesso gusto… ma dopo due giorni è impazzito.»
Il sergente ordinò di analizzare gli avanzi del cibo e la ciotola. Fece anche esaminare il cane dai veterinari per cercare tracce di sostanze.
Due giorni dopo, i risultati: nel mangime erano presenti stimolanti sintetici, analoghi a droghe illegali, camuffati da additivi liposolubili. La confezione era del marchio originale, ma risultò essere un falso.
Anche le analisi del sangue del cane confermarono tracce minime delle sostanze, spiegando il suo comportamento esuberante.
Individuarono un magazzino da cui partivano spedizioni di questi prodotti contraffatti. I criminali distribuivano piccole dosi di droghe tramite cibo per animali, dosi non immediate, ma sufficienti a creare dipendenza e indurre i proprietari a comprare sempre lo stesso “brand”.
La donna, senza volerlo, aveva innescato un’indagine più ampia: il suo cane non era l’unico. Altri 12 casi furono confermati nei dintorni.
Partirono ispezioni a negozi, fornitori e siti online.
Il sergente convocò nuovamente la signora.
«Signora, forse avete salvato decine di famiglie. Grazie.»
Le consegnò un attestato di riconoscimento.
Il cane, intanto, riposava sotto il tavolo, ancora assonnato dopo la disintossicazione veterinaria.
«Spero torni pigro come prima», sorrise lei.
«Beh, se serve, siamo qui. E il vostro cane sarà sempre sotto controllo… per precauzione.»
Risero entrambi.