Alessandra Maria tolse il grembiule, uscì in corridoio e davanti allo specchio sistemò l’acconciatura. Cinquantacinque anni sono un’età rispettabile, ma ciò non implica che si possa apparire trasandati il giorno del proprio compleanno. Lei non sembrava affatto trascurata. Certo, le rughe sul viso erano numerose e la figura aveva perso la leggerezza di un tempo, ma il suo sguardo era ancora vivace, teneva la schiena dritta, portava i tacchi con disinvoltura e la sua vita era ancora ben evidenziata. Per il suo compleanno si era preparata con un nuovo abito, un trucco ben curato e una tinta per nascondere i capelli bianchi.
Dal soggiorno proveniva un trambusto: i figli, Massimo e Gennaro, stavano sistemando il grande tavolo. Serviva molto spazio, poiché Massimo e Natasha arrivavano con le rispettive famiglie e figli. Sì, poteva proprio dire che la sua vita fosse stata felice. Con Pietro non tutto era stato rose e fiori, ma erano insieme da quasi trentacinque anni e non c’era motivo di cambiare nulla. Massimo e Natasha si erano sistemati, avevano formato le proprie famiglie e vivevano ormai per conto loro. Ecco, cinque nipotini si agitavano aspettando se ci sarebbe stata una torta con tante candeline! E il più giovane, Gennaro, dava soddisfazione poiché era entrato all’università con la borsa di studio e stava andando benissimo.
Certo, lei non aveva fatto carriera. Ma non ne aveva mai sentito il bisogno. Lavorare a scuola non era facile, ma le aveva permesso di andare in pensione presto e di occuparsi dei nipoti. E i soldi non erano mai stati un problema, dato che Pietro aveva sempre guadagnato bene. Lui sarebbe dovuto tornare presto dal lavoro, e allora avrebbero potuto cominciare i festeggiamenti. Doveva dire a Natasha e a Luisa, la nuora, di cominciare piano piano a preparare la tavola.
In quel momento suonò il campanello. Il genero, Paolo, fece capolino dalla stanza con due sedie in una mano, ma vedendo che stava andando ad aprire, si ritirò. Alessandra Maria girò la maniglia della porta.
Davanti si presentò una donna della categoria “curata” ed “efficiente”. Non era giovane, magari tra i 35 e i 40 anni. Indossava un cappotto alla moda simile a un accappatoio, pantaloni, scarpe da ginnastica enormi e bianche, proprio come nelle riviste femminili. I capelli erano tagliati in modo stravagante, piccoli orecchini d’oro a forma di nastro di Möbius. Un colorito perfetto, trucco sapiente, alta e slanciata, davvero affascinante e curata.
– Buongiorno, desidera? – chiese gentilmente Alessandra Maria. L’ospite inaspettata la valutò con uno sguardo che sembrava volerle confezionare un intero guardaroba: – Lei è sicuramente la moglie di Pietro Michelangelo?
– Sì! Ma lui ancora non c’è. Vuole lasciargli un messaggio? – In realtà, sì. Anche a lei. Sono venuta per portare via Pietro Michelangelo. Ci amiamo. Vivo a Riccione, lavoro in un centro benessere, e ci siamo conosciuti tre mesi fa quando era in trasferta – Alessandra Maria sentì lo stomaco contorcersi. Oh, Pietro, stavolta l’hai fatta grossa! E proprio il giorno del compleanno!
Era sicura che non l’avesse tradita veramente. Tuttavia, fin dalla gioventù, Pietro aveva una piccola mania: non riusciva a resistere al fascino delle belle donne, sentiva il bisogno di accertarsi di piacere ancora al gentil sesso! Di solito si limitava a lasciare qualche allusione e fare complimenti ambigui, ma Alessandra Maria poteva immaginare che a questa elegante signora, Pietro avesse raccontato chissà che storie di amore eterno.
In effetti, quanto detto dalla visitatrice inaspettata, combaciava con i suoi viaggi di lavoro che spesso la portavano nei centri termali italiani. E a Riccione ci era andato, certo, tre mesi fa. Aveva forse lasciato un indirizzo alla nuova conquista?
Alessandra Maria aveva trascorso molti anni cercando di gestire questa particolarità del marito. Ci furono periodi di calma, e Pietro si comportava come un agnellino. Poi tutto tornava come prima e lui diceva che quei flirt gli servivano come antidoti alle distrazioni reali. Flirtava un po’ e per lui bastava, poi tornava sempre da lei, la moglie legittima.
In gioventù, lei si era minacciata di divorziare, ma poi aveva accettato la natura del marito, dato che il flirt non si trasformava mai in vera infedeltà. E poi, la scena che si stava svolgendo davanti a lei non era mai avvenuta!
L’elegante donna continuava a parlare: – Capisco che la notizia possa non farle piacere. Ma spero si possa evitare un grande scandalo. Non dovrà preoccuparsi della casa, sono già sistemata. Non vuole certo ostacolare la nostra felicità, vero? Sarebbe assurdo da parte sua!
Alessandra Maria si sorprese a immaginare di colpire l’intrusa con una padella, ma sapeva che questo avrebbe portato sicuramente uno scandalo, coinvolgendo anche la polizia. I nipoti si sarebbero spaventati.
– Mi spiace sinceramente che Pietro Michelangelo non le abbia spiegato la situazione. Ma sono sicura che saprà capire che… i suoi piccoli difetti non influenzano la nostra relazione!
Dal soggiorno si udì un rumore vago – qualcuno doveva aver origliato dietro alla porta. All’improvviso, ebbe un’idea brillante!
– Complimenti, ha davvero buon gusto. Pietro è ancora un bell’uomo. Forse ha ragione: dovrò cederlo. Ma con una condizione: con l’intera famiglia in dote!
Nella mente dell’elegante donna la macchina calcolatrice cominciò a visualizzare cifre e simboli in diverse valute, mentre Alessandra Maria si voltò e rientrò in soggiorno.
Fu accolta dagli sguardi stupiti di tutta la famiglia.
– Mamma, cosa sta succedendo? – chiese Gennaro con un sussurro cospiratorio. – Tra poco vedrete – rispose a bassa voce Alessandra Maria. – Seguite tutti me!
Uscirono tutti nel corridoio: Massimo e Luisa, Natasha con Paolo, Gennaro, e anche Kirio, Tanya, Antonio, Teo e Lisa. Tutti fissavano l’intrusa. E lei fissava loro.
– Sono loro la dote di Pietro Michelangelo! E questa sembra essere la sua nuova moglie di Riccione. Si amano! – annunciò Alessandra Maria.
In corridoio si realizzò quasi perfettamente una scena muta da commedia. Alessandra Maria iniziò a temere che il suo piano non funzionasse. Ma poi, Luisa, sempre rapida nel parlare e agire, ruppe il silenzio. Sul suo volto allegro si dipinse una gioia sincera:
– Wow, Riccione! Massimo, finalmente possiamo portare i bambini al mare! Ti ho tormentato con questa richiesta! Guarda come tuo padre ha fatto una cosa incredibile!
Anche Gennaro intervenne – non per niente aveva tutti voti alti a scuola, il ragazzo capisce al volo: – Dici bene, Luisa! A Riccione sicuramente gli stipendi non sono come nella nostra provincia! Ora papà non potrà sfuggire – mi dovrà comprare un’auto quando finirò l’università!
– E tu ci porterai tutti al mare! – esclamò felice Natasha.
Il piccolo Antonio si fece avanti a passo incerto. Osservò attentamente la signora sconosciuta: – Sei la nostra nuova nonna? La donna fremette leggermente al titolo inaspettato, ma Antonio non attendeva davvero una risposta:
– Spero solo che non mi farai la pappa d’avena, non la sopporto! E Timmy non può avere pomodori. Hai un computer? E i cartoni sui cavalieri?
L’imbarazzo della donna di Riccione fu totale. Sembrava non reggere più quella sceneggiata, accerchiata da volti curiosi che discutevano piani di viaggi e via dalla quotidianità. Mostrando una determinazione improvvisa, la donna si voltò sui suoi tacchi e si allontanò con la velocità del vento.
Ripresa la calma, Luisa concluse: – Bene, nemico sconfitto e in fuga. Non credo ci sia bisogno di inseguire. È tempo di alzare il bicchiere per brindare alla nostra festeggiata! Dai, Massimo, dà il buon esempio!
Tutti si ripresero. Alessandra Maria sentì di nuovo i polmoni pieni di aria e si rese conto di non aver respirato per un po’. Sembrava un respiro nuovo e incredibilmente rinfrescante.
Massimo stappava una bottiglia, mentre Paolo entrava con una serie di bicchieri abilmente bilanciati tra le mani. Genna rise e diede una pacca al fratello maggiore: – Luisa, sei un genio! Se non ci fossi stata tu, non avrei mai saputo come reagire!
Luisa si pose fiera, le mani sui fianchi.
– Direi che tutti abbiamo esitato un po’, – concordò Massimo distribuendo i bicchieri mentre Paolo serviva il succo ai bambini.
– Mamma, sei un genio! Brindo alla tua salute e alla tua incredibile prontezza! Ma, Ehi Gennaro, dovremo avere una bella chiacchierata con papà! Posso capire molte cose, ma questa è veramente troppo!
– Hai ragione, fratello – esclamò Gennaro. – Papà ha esagerato! È chiaro che è arrivato il momento di un esorcismo filiale!
Alessandra Maria sorseggiò dal bicchiere, sentendosi finalmente rilassata.
Si racconta che un po’ di stress, ogni tanto, faccia bene; mobilita l’organismo e lo spinge a funzionare al meglio.
Pensò, in quel momento, alla signora elegante che probabilmente stava cercando di contattare Pietro sul cellulare. Immaginò le loro reazioni e non riuscì a trattenere una piccola risata soddisfatta.
– Forse avete ragione, ragazzi. Un esorcismo potrebbe essere utile. Ma vi chiedo: non oggi! È il mio compleanno, in fondo! I bambini non vedono l’ora di aiutare la nonna a spegnere le candeline sulla torta. Avete sistemato tutti i mobili? Nata, Luisa, cominciamo a apparecchiare la tavola!