Un figlio per unamica
Quando Bianca era agli ultimi mesi di gravidanza, suo fratello minore era partito da casa, il padre aveva ricominciato a bere, e da allora la vita di Bianca era diventata un inferno.
Ogni mattina per lei iniziava arieggiando la casa, raccogliendo le bottiglie da sotto il tavolo e aspettando che il padre si svegliasse.
Papà, non dovresti bere. Sei appena uscito da un ictus.
Faccio quello che voglio. Chi me lo può vietare? Così è più facile sopportare il dolore.
Che dolore?
Il dolore di sapere che non servo a nessuno. Neanche a te. Sono solo un peso per te. Sono un uomo finito, Bianca. Non sarei mai dovuto nascere. Sposato, ho fatto figli che hanno preso solo le mie debolezze, il mio carattere fragile e la povertà. Tutto inutile, figlia mia. È più facile bere.
Bianca, già provata, iniziava a irritarsi.
Non è tutto inutile, papà. Cè chi nella vita sta peggio.
Più male di così? Sei cresciuta senza madre. Ora vuoi mettere al mondo una sventurata senza padre, che continuerà a vivere nella miseria.
Non tutto è così nero, papà. Niente è definitivo, tutto può cambiare allimprovviso.
Con malinconia, Bianca ricordò di quanto fosse stata felice, poco tempo prima, preparandosi per sposare Matteo. Sì, il mondo era crollato, ma bisognava andare avanti.
Quello stesso giorno, il padre tornò ubriaco. Bianca, esasperata, gli gridò:
Papà, hai bevuto anche i soldi che avevo messo da parte? Come li hai trovati? Hai rovistato dappertutto, persino nelle mie cose?!
Tutto in questa casa è mio dichiarò il padre perfino la pensione che ti nascondi! È la MIA pensione.
E hai speso tutto? Non hai pensato a come faremo a vivere?
E perché dovrei pensarci? Sono malato. Sei cresciuta, ora tocca a te occuparti di me!
Bianca iniziò a frugare nei mobili.
Ricordo che ieri cerano ancora due pacchi di pasta e lolio. Ora non cè più niente! Cosa mangeremo stasera?
Turbata, si sedette coprendosi il volto con le mani.
Come poteva sapere che zia Caterina si era ormai abituata a venire a casa loro, a far ubriacare suo padre e portarsi via tutto?
Caterina si era insinuata come un serpente silenzioso, facendo di tutto per distruggere la loro famiglia.
Quella notte Bianca pianse nel letto, abbattuta e affamata.
Al mattino bussarono alla porta ed entrò Caterina. Indossava un cappotto alla moda, stivali col tacco, non si tolse nemmeno le scarpe e entrò senza chiedere.
Ciao. Una mia amica dellufficio comunale mi ha detto che avete debiti e fra poco vi taglieranno la corrente. Che succede, Bianca? Mi offri un tè?
Senza aspettare risposta, Caterina si mise a rovistare in cucina, nel frigo e negli scaffali.
Lo preparo io il tè, sei incinta, come la mia Martina Ma qui non cè né zucchero, né tè. Non cè niente, manco un chicco. Andiamo a fare la spesa?
Bianca cercava di evitare il suo sguardo.
Zia Caterina, non posso offrirti il tè. Faresti meglio a lasciarci stare.
Caterina però non mollava.
Hai problemi? Vedo di sì. Ricordi che ti ho proposto di venire a stare da me? Stavolta insisto, vieni. Non ci sono condizioni giuste per il bambino, tuo padre beve, non cè nemmeno da mangiare! Ti servono frutta, vitamine Prepara le cose, vieni con me.
Bianca si sedette perché le girava la testa. Le lacrime le scesero sulle guance e Caterina labbracciò:
Ascolta, ragazza, so come mi guardi. Non merito il tuo perdono, mia figlia ti ha portato via il fidanzato. Ma non sono un mostro, e non posso guardare il tuo dolore. Che tu lo voglia o no, mi prenderò cura di te.
Il resto fu un sogno: Caterina aiutò Bianca a preparare le valigie, chiamò un taxi.
***
Il giorno in cui cominciarono le doglie, Caterina era sempre accanto a lei.
Ascolta bene, Bianca. Ho già avvisato i medici: vuoi rinunciare al bambino. Perciò, quando nasce, non prenderlo in braccio, non allattare. Non guardarlo nemmeno.
Bianca soffocava dal dolore:
Zia Caterina, non mi interessa più niente. Che dolore Vorrei solo finisse presto.
Ricorda: da sola non puoi tirarlo su questo bambino. Ho già trovato una coppia a modo pronta ad adottarlo.
Dopo qualche ora nacque una bambina.
Tre chili e trecento, sta bene, tutto perfetto.
Linfermiera la avvolse e la portò via, senza nemmeno mostrare la neonata a Bianca.
Ma la pediatra la guardò severa:
Ma che vuol dire questo? Una bambina sana e bellissima, e non vuoi nemmeno vederla. Maria, porta subito la piccola dalla mamma e appoggiala al seno.
Bianca scosse la testa, turbata:
Non voglio. Non posso mantenerla, non volevo questo bambino Cè chi la vuole, voglio rinunciare, la adotteranno.
Non dire sciocchezze, almeno guardala.
Bianca chiuse gli occhi ma sentì il tocco di qualcosa… morbido.
Linfermiera mise la bimba accanto a lei, che iniziò a muoversi, cercando il seno, con la bocca aperta. Bianca la guardò per la prima volta.
Piccolina, indifesa, la guardava strizzando gli occhi. Cercava la madre, scaltrendo le mani sul petto.
Allora, mamma? Dai il latte alla bimba sorrise la pediatra. Vedendola tremare dallemozione, la dottoressa si rallegrò.
È proprio bella, ha bisogno di te, ti rendi conto?
Bianca scoppiò a piangere, abbracciando la figlia, annuendo tra le lacrime.
Le due ore successive passò a riposare accanto alla piccola, senza mai smettere di guardarla.
Così nacque istintivamente il suo amore materno.
«Ecco il senso della mia vita: mia figlia.
Non conta se Matteo se nè andato, se papà si è perso… Mia figlia ha bisogno di me, e questo mi basta».
***
Bianca fu svegliata dalla voce di Caterina.
Caterina, con la vestaglia addosso, entrò in camera e fissò la donna a letto.
Hai dimenticato cosa ci siamo dette? sussurrò. Dovevi lasciare la bambina, te lo ricordi? Ho già preparato tutto: cè chi la prenderebbe anche ora.
Zia Caterina, ho cambiato idea. Non la do a nessuno.
Ma non hai un euro! Sei praticamente senza casa, dove pensi di andare con questa bambina?
Torno a casa. Non voglio pesare su di te. Mi arrangio.
Il volto di Caterina cambiò, diventando un ghigno.
Sei impazzita? Con che cosa vivi? Farai lelemosina?
Il pianto della piccola svegliò Bianca, che si alzò e la prese in braccio.
Non toccarla! La cullerò io e le darò il latte in polvere. Diremo ai medici che non hai latte proclamò Caterina.
Bianca scosse la testa:
Non devi decidere tu, è mia figlia. Ho detto che ci ripenso e non labbandonerò!
Non puoi! Hai promesso! Caterina urlava senza forza.
Vai via.
Caterina se ne andò. La compagna di stanza di Bianca sollevò la testa:
Ma chi era quella?
Una zia.
Pazzesco. Hai fatto bene a mandarla via. Sono Ilaria. Se ti serve una mano, ti aiuto io. Ci sono ancora brave persone, eh.
Io sono Bianca.
Piacere, Bianca. Sai, mi sa che quella donna voleva portarti via la bambina dalla culla. Mi sembra davvero strana.
***
Prima delle dimissioni, arrivò una visita per Bianca. Non poterono farla entrare in stanza, così si incontrarono in corridoio.
Lex amica Martina la aspettava, con un pancione bene in vista.
Ciao.
Bianca si sedette con cautela sulla panchina.
Martina si sedette accanto.
Ho saputo che hai partorito.
Sì. Una bambina.
Martina abbassò lo sguardo.
Bianca, senti. Lo sai che mia madre ha trovato gente pronta ad adottare tua figlia.
E allora?
Sono persone stupende, davvero. Sono ricchi, pronti a tutto pur di avere la bambina.
Martina la prese per mano:
Ti offrono un milione di euro, capisci? Puoi comprarti una stanza in un alloggio popolare, magari investire per un appartamento.
Un milione, eh? annuì Bianca. Allora, se ci tieni tanto, vendi il tuo di figlio.
Martina fece il broncio, ma sincollò a Bianca.
Aspetta, Bianca. Dammela a me! Me ne occuperò io, è pur sempre figlia di Matteo.
Pensi di farcela con due bambini?
Non capisci niente, Bianca! Sto perdendo la mia famiglia!
Bianca si alzò di scatto per andarsene. Martina le afferrò il braccio, con occhi folli:
Mi serve questa bambina, Bianca!
Lasciami.
Poche ore dopo in stanza irrompe Matteo. Bianca si scostò spaventata.
Hai partorito? Posso vedere?
No, non puoi! Tra poco ci sarà la tua Martina che partorirà, vai da lei!
Dobbiamo parlare, Bianca. Da quando hai partorito sono in crisi. Voglio prendermi la bambina. Rinuncia a lei e ti prometto che la adotto subito.
Bianca scosse la testa:
Non sono come te, non lascerò mai chi ha bisogno di me. Sei venuto per niente, mia figlia non te la do!
Anche Matteo insisteva, con atteggiamento anomalo.
Dammela! Non dovevi neanche partorirla da me! La porterò via, è mia!
Tu? Il cocco di mamma? Vai prima a chiedere il permesso a tua madre!
Bianca lo spinse via, prese la figlia e uscì verso la sala delle infermiere:
Potrei chiedere che nessuno entri da me? Sono stanca, non voglio vedere più nessuno! Qui sembra una stazione!
Epilogo
Il giorno delle dimissioni, Bianca uscì dallospedale stringendo la figlia.
Non era sola: fu dimessa anche la compagna di stanza, Ilaria, accolta da marito e madre.
Bianca si fermò davanti allauto dei Rossi.
Dallauto scese la madre di Matteo, Valeria, che allungò il collo e strinse gli occhi osservando Bianca.
Bianca ebbe un brivido gelido sulla schiena.
La (quasi) suocera la fissava come una lupa pronta ad azzannare.
Ilaria notò il viso cupo dellamica, si avvicinò e le si affiancò.
Chi è quella?
I genitori di Matteo.
Guarda come ti osserva. Mi mette inquietudine. Tutti ti assillano, qualcosa non va. Ti avevo detto che mia mamma aveva preparato una stanza a casa nostra, vieni con noi.
Bianca annuì. Anche lei avvertiva unansia inspiegabile.
***
Stando a casa dei nuovi amici, Bianca conobbe finalmente lamore: il cugino di Ilaria, il vecchio scapolo Giovanni, iniziò a corteggiarla.
Giovanni era una brava persona, dal cuore grande. Non solo sposò Bianca e adottò sua figlia, ma aiutò anche il suocero.
Quanto a Martina e Matteo, il loro matrimonio naufragò.
Martina aveva solo finto la gravidanza con un cuscino sotto la maglia, ingannando tutta la famiglia Rossi.
Caterina, pur di proteggere la figlia, confessò al genero che in realtà Martina aveva avuto un aborto spontaneo allinizio. Poi propose quella che le sembrava una gran soluzione:
Matteo, non te la prendere con mia figlia lo pregò . Sì, ha perso il bambino, ma anche tu non sei senza colpe. Presto avrai una figlia fuori dal matrimonio. Ho pensato: perché non adottate la bimba di Bianca? Tanto non vi è estranea. E per non turbare i tuoi, faremo finta che è tua e di Martina. Quando Bianca partorisce, ci prendiamo la bimba e diremo che lha partorita Martina.
A Matteo il piano piacque.
Andava tutto bene fino a quando Bianca si ribellò, rifiutando di abbandonare la figlioletta in ospedale, mandando in crisi le due ex amiche.
Valeria, la madre di Matteo, delusa dallinganno della nuora, la cacciò di casa e costrinse il figlio al divorzio.






