Una giovane donna con una casa sogna di trovare l’amore…

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Una giovane donna con un appartamento sogna di sposarsi…

“Ecco, un’altra che ha trovato marito. Un’altra persona felice in più. Che vivano insieme fino alle nozze d’oro!” esclamò Gaetana Rossi, capoufficio dell’amministrazione, la più anziana del gruppo sia per ruolo che per età, alzando il bicchiere di spumante.

“Perché così poco? Che arrivino almeno alle nozze di diamante!” aggiunse vivacemente l’esuberante Dorotea.

“Essere sposati non è garanzia di felicità,” sospirò triste la signora Pina, la donna delle pulizie che stava sulla soglia. “Oggi ti sposi, domani tuo marito si butta nel vino. Ah, ragazze, perché non vi accontentate di stare da sole?”

“Signora Pina, perché non se ne va…” la interruppe seccata Dorotea. “Se a lei è andata male col marito, non significa che sposarsi sia sbagliato. La nostra Carlotta è stata fortunata. Il suo è un bell’uomo, con la macchina e con ottime prospettive. Non ascoltare nessuno, Livia, sii felice!” Dorotea fece un brindisi col suo bicchiere.

Livia era appena rientrata da una settimana di ferie prese per il suo matrimonio. Aveva portato dolci e spumante per festeggiare con le colleghe dell’ufficio contabile. Sorrideva raggiante, splendente come un samovar lucidato a dovere, anche se un po’ nervosa. Certo, aveva avvertito il neo-marito che si sarebbe trattenuta un’oretta per festeggiare con le colleghe. Ma erano già passate tre ore, lo spumante portato era finito da un pezzo, erano dovute correre al negozio a comprarne altro e, a quanto pareva, nessuna aveva intenzione di tornare a casa. Il marito continuava a mandarle messaggi, chiedendole quando sarebbe tornata, che le mancava e che era pronto a venirla a prendere.

“Va bene, ragazze, divertitevi. Sistemate tutto e domani mattina pulirò io,” disse la signora Pina.

“Vada a casa, signora Pina, non si preoccupi, sistemeremo tutto noi,” promise Gaetana Rossi. “Le ragazze, facciamo l’ultimo brindisi. È ora di andare a casa. Ora manca solo che troviamo marito per Claudia e avremo fatto tombola.”

“Dai, Claudietta, perché sei ancora zitella? Sei carina, hai la casa. Non ti piace nessuno o aspetti il principe azzurro?” continuò Dorotea, ormai alticcia.

“E la casa che c’entra?” chiese Claudia.

“Come, che c’entra? Quanti anni hai? Alla tua età io avevo già due figli, e Stefano andava già a scuola. Io e mio marito abbiamo avuto i nostri momenti difficili. Abbiamo rischiato il divorzio un paio di volte. Ma io gli ho detto: li hai fatti, ora finisci di crescerli, poi fai quello che vuoi. E lui ora sta qui.” Dorotea mostrò il pugno chiuso.

“Perché ci si sposa? Per passione o per un figlio in arrivo. La passione passa presto, iniziano i giorni grigi. Dei figli neanche parliamo. Le notti insonni accumulano nervosismo, iniziano i litigi, una cosa tira l’altra. Prima che te ne accorgi, sei divorziata.”

“Se il marito è una brava persona, lascia la casa alla moglie e ai figli e se ne va a godersi la libertà in affitto o in una stanza. Ma non dura. Tutti gli amici sono sposati, non ha dove andare. Allora inizia a guardarsi intorno, chissà che non trovi una donna sola, libera, senza figli. Perché è scappato dai suoi figli, mica per crescere quelli di un altro. Ed ecco che trova te, giovane, che sogna di sposarsi e con una casa di proprietà. Un vero tesoro. Quindi mi chiedo come mai tu sia ancora sola.”

“Mi sembra che tu veda le cose in modo strano,” rispose offesa Claudia. “Secondo te a trent’anni posso solo aspettarmi uomini divorziati e senza casa? È questo che vuoi dire?”

“Non ascoltarla, Claudia, è ubriaca, sta dicendo sciocchezze. Gli uomini oggi non hanno fretta di fare famiglia. Vogliono fare carriera. Anche se, è vero, hai aspettato un po’ troppo,” sospirò Gaetana Rossi. “Ma non preoccuparti, rimedieremo.”

“Vedi, è quel che dico io!” riprese Dorotea. “Gli uomini di successo e single conoscono il loro valore, cercano donne più giovani e più belle. I divorziati sono meno schizzinosi. Per loro conta che la persona sia buona e abbia una casa. Non si può passare la vita in affitto o stare con la mamma.”

“I destini sono diversi per tutti. Ad alcuni è scritto di sposarsi presto, magari più volte. Altri trovano la felicità più tardi. Pazienza. Una mia conoscente ha un figlio. Trentasei anni, mai sposato, che io sappia. Intelligente, colto, guadagna bene, ma con le donne non ha fortuna,” disse Gaetana Rossi.

“Che, è malato o alcolizzato se nessuno lo vuole? Bisognerebbe controllare anche il suo orientamento, non si sa mai…” Dorotea notò lo sguardo di rimprovero di Gaetana. “E perché? A un’amica mia è successo che…”

“Dorotea, basta! Hai una lingua lunga come un papiro. È disgustoso ascoltarti. Nella vita ci sono tutte le situazioni possibili. Ma pensaci, Claudietta. È un bravo ragazzo. Volevo presentarveli da tempo.”

“Ma perché avete iniziato questo discorso? Non credo in questi incontri combinati. Ci si fa illusioni a vicenda e poi la realtà è diversa. Me la caverò da sola.”

“Ecco appunto, ‘me la caverò’. Dove lo conosci? Il nostro è un gruppo di sole donne, non vai nei locali. Se non vi piacete, pace, nessuno vi obbliga a sposarvi. Tanto più che lui ha già la sua casa. Provare non costa nulla? E se ti piacesse?” insisteva Gaetana Rossi. “Basta, ragazze, abbiamo indugiato troppo, i mariti non ci faranno entrare.”

Le ragazze ripulirono in fretta le tracce del festino e ognuna tornò a casa.

“Non rifiutare prima del tempo,” disse Gaetana Rossi, camminando con Claudia verso la fermata dell’autobus. “Non ho iniziato quel discorso a caso. Sabato è il compleanno di mio marito. Ho invitato un’amica e suo figlio. Vieni anche tu. Datevi un’occhiata, chissà che non nasca qualcosa. Poi si vedrà.”

Nei due giorni che mancavano al sabato, Claudia rimase indecisa. Inizialmente l’idea non le piaceva, dubitava che potesse funzionare. Ma scelse comunque un vestito adatto e si fece la manicure.

“Quante volte mi sono promessa di mettermi a dieta? In due giorni non dimagrisco,” si rimproverava Claudia davanti allo specchio. “Chi può amarmi se non amo me stessa? Che stupidaggini. Non andrò da nessuna parte,” sospirò Claudia allontanandosi dallo specchio.

Sabato mattina si lavò i capelli, si mise i bigodini, si truccò e scelse l’abito. E il regalo? Era stata invitata a un compleanno, non poteva presentarsi a mani vuote. Chiamò Gaetana Rossi, che le consigliò di non preoccuparsi e di presentarsi così. Ma se la coscienza non le permetteva di arrivare senza niente, poteva comprare una bottiglia di vino. Che altro regalare a un uomo sconosciuto?

Aveva tempo, così Claudia andò al negozio. Al supermercato sotto casa la scelta era scarsa, così si diresse al centro commerciale a due fermate di distanza. Scelse il vino, comprò anche dei cioccolatini, del formaggio e un filE alla fine, proprio come nelle migliori storie italiane, l’amore trionfò tra un incontro sbagliato e un litigio che si trasformò in risate, dimostrando che a volte il destino lavora nei modi più imprevedibili.

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