Una hostess nota un ragazzino di 10 anni fare un strano gesto con le dita: pochi minuti dopo, l’aereo atterra in emergenza

Era un normale volo mattutino da Milano a Palermo. Il sole si stava appena alzando quando lassistente di volo, Laura, percorreva il corridoio controllando che tutti i passeggeri avessero allacciato le cinture. Tutto procedeva come sempre, finché il suo sguardo non fu attratto da un ragazzino seduto vicino al finestrino, nella terza fila.
Era uno di quei bambini silenziosi, che cercano di passare inosservati. Sembrava avesse circa dieci, forse undici anni. Accanto a lui sedeva un uomo sulla quarantina, dallaspetto robusto, con una mano posata sul bracciolo che sfiorava appena la spalla del ragazzo. I suoi occhi erano freddi, penetranti.
Laura stava per proseguire quando notò che il bambino aveva formato con le dita un segno strano. Allinizio pensò fosse un gioco, ma poi il suo cuore si strinse. Qualcosa nel suo sguardo la turbò: era pieno di angoscia, una silenziosa richiesta daiuto.
Poco dopo, quando luomo si alzò per andare al bagno, il ragazzino ripeté il gesto, questa volta con disperazione. Le sue dita tremavano, gli occhi erano lucidi di paura. Laura si fermò. Conosceva quel segno. Durante laddestramento aveva imparato i codici gestuali usati dai bambini in pericolo. Era un chiaro segnale di soccorso.
Senza farsi notare, si avvicinò con un sorriso e gli porse un bicchiere di succo di pera.
È il tuo preferito, vero?
Il bambino annuì in silenzio, afferrando il bicchiere con mani tremanti. Gettò unocchiata verso il corridoio, come temendo che luomo potesse tornare da un momento allaltro.
Quando luomo rientrò, fissò Laura con uno sguardo sospettoso. La fronte gli brillava di sudore, nonostante laria condizionata funzionasse perfettamente. Si sedette e controllò subito il bambino, poi il telefono. Laura sentì il cuore accelerare.
Con discrezione, passò un biglietto ai piloti tramite un collega: Possibile rapimento. Fila 3A. Bambino segnala aiuto. Uomo sospetto. Richiesta atterraggio demergenza e polizia allaeroporto.
Dieci minuti dopo, il capitano annunciò: Per un guasto tecnico, saremo costretti a un atterraggio non programmato a Roma.
Luomo iniziò a agitarsi. Chiese di nuovo il bagno, ma nel corridoio lo attendevano due agenti della sicurezza, già avvertiti dallequipaggio. Mentre lo portavano via, gridò:
Non capite! È mio figlio! Ho i documenti!
Ma i documenti erano falsi.
In aeroporto, il bambino fu accolto dalla polizia e dai servizi sociali. Quando gli chiesero delicatamente se conoscesse quelluomo, scosse la testa e scoppiò in lacrime.
Si scoprì poi che era stato rapito settimane prima da un altro paese. Le autorità lo cercavano da tempo, ma nessuno si aspettava di trovarlo in volo.
Laura rimase sulla scaletta dellaereo, osservando mentre il bambino veniva portato al sicuro. Lui si voltò, incrociò il suo sguardo e, questa volta, le sorrise semplicemente, alzando la mano in un saluto pieno di gratitudine.

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