Sofia stava preparando la cena, apparecchiando la tavola per sé e il marito. La serata prometteva di essere tranquilla, accogliente, quando all’improvviso un forte suono del campanello squarciò il silenzio. Non aspettavano ospiti, e quel rumore rimase sospeso nell’aria, come un presagio di qualcosa di inaspettato.
— Matteo, puoi aprire, per favore? Chi sarà? — gridò Sofia dalla cucina, asciugandosi le mani con un canovaccio.
Matteo, distolto dalla televisione, si alzò a malincuore e si avviò verso la porta. Aprendola, si bloccò, incapace di credere ai propri occhi.
— Zia Valeria? Da dove sbuchi? — La sorpresa nella sua voce era genuina. Davanti a lui c’era la sorella maggiore di sua madre, scomparsa anni prima, una donna che non vedeva da tempo.
— Buonasera, Matteo. Ho pensato di farti una visitina. Posso entrare? — Valeria sorrise, ma nei suoi occhi si intravide un’ombra di stanchezza.
— Ma certo, accomodati! — Matteo fece spazio all’ospite. — Perché non ci hai avvertiti? Sarei venuto a prenderti in stazione.
— È stata un’idea dell’ultimo momento — rispose lei, posando con cautela una borsa pesante a terra. — Ero a Milano dalla tua sorella, poi ho deciso di fermarmi da voi qui a Bologna.
Sofia, sentendo le voci, uscì dalla cucina aggiustandosi il grembiule. Vedendo l’ospite, aggrottò lievemente le sopracciglia.
— Buonasera, Valeria! Che sorpresa… Resta a cena con noi?
— Non mi tirerò indietro, grazie — rispose la donna, dirigendosi verso il bagno per lavarsi le mani.
Sofia lanciò a Matteo un’occhiata interrogativa, trattenendo a stento l’irritazione.
— Non avevo la minima idea che sarebbe venuta — si giustificò lui sottovoce.
— E per quanto resterà? — Sofia incrociò le braccia. — Dovremo farle da ciceroni, darle da mangiare… Perché è proprio venuta?
— Calmati, ora lo scopriremo — Matteo scrollò le spalle, cercando di non esasperare la situazione.
Tornata in soggiorno, Valeria poggiò sul tavolo una borsa piena di regali.
— Vi ho portato qualcosa dal paese: miele fresco, aglio, erbe aromatiche. Qui in città, immagino, vi chiedono un occhio della testa. Su, raccontatemi, come state? E vostro figlio?
— Viviamo come tutti — iniziò Matteo. — Abbiamo comprato casa con il mutuo, lavoriamo, tiriamo avanti. Daniele è al liceo, si è appassionato di programmazione. Tornerà presto dall’allenamento. E lei come sta?
— Bravi, con la casa — annuì Valeria. — Io ho deciso di fare un giro per i parenti. Dopo la morte di tua madre, Matteo, avevamo perso i contatti. Non venite mai in paese, so che avete tanti impegni. Ma lassù mi sento sola. La vecchiaia, come si suol dire, è un peso…
— Sofia, queste polpette sono squisite — aggiunse assaggiandone un pezzetto. — E la casa è davvero accogliente, complimenti.
— Quanto pensa di restare? — chiese Sofia con cautela, cercando di mascherare l’impazienza. Matteo le lanciò un’occhiata di rimprovero.
— Qualche giorno — rispose Valeria. — Vorrei visitare la città, è tanto che non ci vengo. Poi proseguirò il mio viaggio. Sono felice di rivedervi e di conoscere Daniele. Tu, Sofia, sei proprio bella, e una gran brava massaia.
Sofia sforzò un sorriso. I complimenti erano graditi, ma la situazione la metteva comunque a disagio.
— Dovremo sistemarla in cucina, sul lettino pieghevole — disse. — Abbiamo solo due camere: una per noi, l’altra per Daniele.
— Io sono semplice, mi adatto — replicò l’ospite. — Grazie per la cena, era tutto buonissimo.
In quel momento entrò Daniele, ansimante, con lo zaino in spalla.
— Figlio, questa è zia Valeria, la sorella di nonna Maria — presentò Matteo. — Non la ricorderai, eri piccolo quando andavamo a trovarla.
— Piacere — Daniele osservò l’ospite con attenzione. — Somiglia davvero a nonna Maria…
— Piacere mio, Daniele — sorrise Valeria. — Ho sentito che ti piace la programmazione?
— Sì — si animò il ragazzo. — Solo che il mio computer è vecchio, va lento. Scrivere codice è un’impresa.
— Bravo, continua così. I programmatori valgono oro, oggi — lo incoraggiò lei.
— E lei di cosa si occupava? — chiese Daniele, curioso.
— Ero medico, poi ho insegnato all’università. Dopo mi sono risposata e mi sono trasferita in campagna. Lì sono rimasta. Aiutare gli altri è una grande cosa, Daniele.
— Che figata — annuì il ragazzo, colpito.
— Su, prepariamo il letto, così potrà riposare — propose Matteo. — Domani sono libero, posso accompagnarla in giro.
— Grazie, Matteo, sarà un piacere — rispose Valeria, con un tremito di gratitudine nella voce.
Quando tutti si ritirarono nelle rispettive stanze, Sofia, sdraiata a letto, iniziò a sussurrare al marito:
— Ma che razza di idea? Arriva all’improvviso, con miele e aglio, e crede che siamo felicissimi? Ora dobbiamo intrattenerla, darle da mangiare! Ma chi si comporta così?
— Sofia, calmati — replicò Matteo a bassa voce. — È la mia unica zia. Ha cresciuto mia madre, i loro genitori sono morti giovani. La sua vita non è stata facile: ha perso il marito e il figlio. Si è risposata, è andata in campagna, ha fatto una vita semplice. Poi anche il secondo marito è morto. Ti rendi conto di quanto sia sola? Eppure resiste, va a trovare i parenti. Resisti un paio di giorni.
— Conosco la sua storia, tua madre me l’ha raccontata — borbottò Sofia. — Ma non si fa così. Domani vado da mia madre, e tu pensaci tu a intrattenerla.
— Va bene — sospirò Matteo. — Me ne occuperò io.
Il giorno dopo, Matteo, Valeria e Daniele uscirono per visitare Bologna. Sofia andò dalla madre. Tornata la sera, sentì le risate di Daniele e di zia Valeria. Il tavolo della cucina era stracolmo di sacchetti e regali.
— Ma che succede qui? — chiese Sofia, guardando il caos.
— Sofia, vi ho fatto un po’ di spesa! — esclamò Valeria. — Per te ho preso delle stoviglie e della biancheria. E per Daniele un computer nuovo!
— Mamma, ti rendi conto? — saltò su Daniele. — Zia Valeria mi ha comprato il PC che sognavo! È potentissimo!
Sofia, ancora sconcertata, guardava alternativamente il figlio e l’ospite.
— Valeria, ma perché ha speso così tanto? È una cosa costosa…
— Sciocchezze — fece lei con un gesto della mano. — Ho i miei risparmi, e non ho altro per cui spenderli. La felicità di Daniele non ha prezzo. Oggi ci siamo divertiti moltissimo! Grazie per avermi ospitata. Anche se ci sentiamo poco, voi siete la mia famiglia.
Sofia, ancora stupita, iniziò a sistemare i regali e a preparare la cena con i prodotti comprati. LaLa sera, dopo cena, Valeria sorrise dolcemente e tirò fuori da una busta un biglietto aereo, dicendo: “Ho prenotato per tutti un viaggio in Sicilia, così potremo passare del tempo insieme prima che riparta”.