La notte di Capodanno, mentre tutta la famiglia era riunita attorno al tavolo imbandito, mia figlia Giulia e suo marito Luca decisero di fare una sorpresa. Tirarono fuori una busta con dentro la risposta alla domanda che tutti si facevano: sarebbe nato un maschietto o una femminuccia? Quando annunciarono che avremmo avuto una seconda nipotina, provai una gioia mista a un pizzico di stupore. Un’altra femminuccia in famiglia, non sarà un problema, no? Ma nel profondo, mi chiedevo come questa notizia avrebbe cambiato le nostre vite.
Io e mio marito, Enzo, abbiamo sempre sognato una famiglia numerosa. Giulia è la nostra unica figlia, e quando sposò Luca, eravamo al settimo cielo. Sono una coppia perfetta: lei, maestra elementare dolce e premurosa; lui, programmatore, tranquillo e affidabile. Due anni fa nacque la loro prima figlia, Sofia, la nostra piccola principessa. In un attimo, diventò il centro del nostro universo: i suoi primi passi, le prime parole, le risate che riempivano la casa di felicità. Io e Enzo andavamo spesso da loro per aiutarli con la bimba, e a volte la portavamo a casa nostra per regalare ai giovani genitori un po’ di riposo.
Quando Giulia ci disse che aspettava un altro bambino, eravamo euforici. Seconda nipotina o nipotino—che differenza fa? L’importante è che sia sano. Ma Giulia e Luca vollero trasformare la rivelazione del sesso in un vero evento. Lo chiamarono “festa del genere”—una moda strana, che scoprii solo grazie a loro. L’idea era riunire i parenti e aprire insieme la busta con gli esiti dell’ecografia. Scelsero la notte di Capodanno per renderlo ancora più speciale.
La serata del 31 dicembre fu magica. La casa di Giulia e Luca brillava di luci, la tavola era imbandita con panettone, spumante e piatti della tradizione. Sofia correva attorno all’albero cercando di afferrare le decorazioni, mentre noi ridevamo e brindavamo all’anno che finiva. Quando mancava un’ora alla mezzanotte, Giulia batté le mani e annunciò: «È il momento!» Luca portò una busta bianca legata con un nastro dorato. Tutti tacquero, persino Sofia, come se avesse capito l’importanza del momento.
Con un sorriso, Giulia iniziò: «Io e Luca siamo così felici di poter presto dare a Sofia una sorellina o un fratellino… e vogliamo che siate i primi a sapere chi sarà!» Luca aprì la busta e insieme estrassero un biglietto. C’era scritto: «È una femminuccia!» Giulia rise, Luca la strinse a sé, e Sofia batté le mani, anche se forse non capiva bene. Io e Enzo ci scambiammo un’occhiata e applaudimmo. «Un’altra femminuccia! Che meraviglia!» dissi abbracciando Giulia.
Però, lo ammetto, in quel momento mi sfiorò un dubbio: e se avessero sperato in un maschietto? Notai che Luca sorrise, ma nei suoi occhi c’era qualcos’altro—forse un velo di delusione? O era solo la mia impressione? Più tardi, mentre sparecchiavamo con Giulia, le chiesi: «Siete contenti che sia una femmina?» Annuì: «Mamma, certo! Sofia avrà una sorellina, saranno complici. E Luca già sE già che ci siamo, ho intenzione di insegnare alle mie nipoti l’arte segreta di fare la nonna più invidiata del quartiere, con le sue lasagne che faranno impazzire anche i vicini.