Una suocera che prende tutto, persino il bollitore! Storie di vita drammatiche

Ecco la storia adattata con un tocco italiano…

La suocera di Lucia se ne appropriava di tutto, persino della caffettiera! Storie drammatiche di vita quotidiana.

Lucia ha combattuto finché la suocera non ha oltrepassato ogni limite, chiedendo soldi e oggetti. Scopri come ha difeso la sua famiglia e trovato la libertà!

In un piccolo paese in provincia della Lombardia, dove il vento accarezza le vecchie strade di ciottoli, Lucia e suo marito Matteo cercavano di costruirsi una vita. Ma l’ombra della suocera, Rosalba Bianchi, incombeva sulla loro famiglia come un temporale estivo.

—Che bella macchinetta del caffè avete! Ne vorrei una così anche io per casa mia — osservò Rosalba con un sorriso malizioso, guardando il figlio con quel tono che faceva gelare Matteo dentro.

—Mamma, l’abbiamo scelta per la nostra cucina, non si adatta al tuo stile — provò a scherzare Matteo, ma già sapeva che presto la macchinetta sarebbe finita a casa di sua madre.

Rosalba era una donna che otteneva sempre quello che voleva. Un nuovo frullatore, una macchina per il caffè di tendenza o persino le tende… bastava che lei dicesse “lo voglio” e Matteo, da figlio obbediente, glielo portava subito.

—Tu puoi sempre comprartene un altro, Matteo, mentre io con la pensione non posso permettermelo. Quanto ho investito in te, ho lavorato tutta la vita per te! Mi ami, vero? E io ti amo più di ogni altra cosa! — Rosalba aveva un modo di parlare che non ammetteva replica. Le sue parole, come un veleno dolce, penetravano nel cuore, e Matteo cedeva.

Non si era mai opposto a sua madre. Se lei non usava gli oggetti regalati, lui non ci pensava troppo: “Magari torneranno utili”. Come poteva dire di no a una donna che gli ricordava sempre tutti i sacrifici fatti per lui?

Matteo era cresciuto in una famiglia dove la madre era l’autorità assoluta. Non riuscì a entrare all’università con una borsa di studio, così Rosalba lo iscrisse a Economia come studente pagante.

—È un campo sicuro, figliolo! Farai i soldi come fa la gente normale — ripeteva sempre.

Ma già al primo anno, Matteo capì che Economia non faceva per lui. Sognava il design, la creatività, ma quando chiamò la madre per condividere i suoi dubbi, sentì:

—Ho già pagato tre semestri! Cosa ti sei messo in testa adesso? Mi faccio in quattro per mandarti avanti, e tu mi fai questi scherzi? Finisci gli studi, poi farai lo stage con la zia Elena, ho già parlato con lei.

Zia Elena, amica di sua madre, dirigeva un dipartimento in un’azienda locale. Dopo le lezioni, Matteo andava da lei a sentire lunghe storie sulla vita e, ogni tanto, qualche compito di lavoro.

—Mamma, non voglio più andare là, non è ciò che voglio fare — riuscì a dirle dopo sei mesi.

Ma ormai nella sua vita era arrivata Lucia. Una ragazza di un altro corso lo aveva conquistato con la sua spensieratezza e i suoi sogni. Iniziarono a uscire e Lucia amava non solo studiare, ma anche passeggiare nei parghi innevati, pattinare sul ghiaccio e bere cioccolata calda al bar. Matteo, rapito dalla storia d’amore, iniziò a saltare lo stage, si addormentava a lezioni, e zia Elena non perse tempo a lamentarsi con Rosalba.

—Faccio tutto per te e come mi ripaghi? Rischi di uscire dall’università, trascuri gli studi e poi vai in giro con quella ragazzina! — sbottò la madre. — D’ora in poi lavorerai part-time e mi darai i soldi. Hai visto i prezzi al supermercato? Niente più uscite!

Matteo annuì in silenzio. Teneva giusto qualcosa per le uscite con Lucia, il resto lo dava alla madre. Rosalba intanto sospirava:

—Dovresti già mantenerti da solo. Io devo pensare a me stessa, la pensione è vicina e la salute non è più quella di un’volta. Non vuoi che ti lasci presto, vero? Tu mi ami, lo so.

Dopo la laurea, Rosalba fece ai giovani un regalo inaspettato. Consegnò loro le chiavi della casa con queste parole:

—Ecco, vivete qui e siate felici!

Lucia non credeva ai suoi occhi, Matteo abbracciò la madre definendola la migliore.

—Ho risparmiato tutto per voi, tutto per voi — dichiarò la suocera con orgoglio.

Ma la casa era un piccolo bilocale con un arredamento vecchio. Lucia però non si perse d’animo:

—Lo sistemeremo, lo renderemo accogliente!

Ma la gioia durò poco. Rosalba viveva nel palazzo accanto e cominciò a chiedere a Lucia di “fare una spesa veloce”, “lavarle i piatti” o “riordinare la cucina”. Lucia, sebbene stanca dopo il lavoro, accettava. Ma l’ultima richiesta la lasciò senza parole.

—Avrei bisogno di un nuovo divano in salotto, il vecchio lo smontiamo e così non spendiamo niente. Che fortuna avere una nuora come te, Lucia, hai proprio le mani d’oro — disse Rosalba sorridendo.

—Non è un problema, ma io e Matteo avevamo programmi per il weekend. Vengo già ogni sera a casa tua — provò a dire Lucia.

—Ah, davvero? Ho cresciuto mio figlio, vi ho comprato questa casa, e ora fai storie per un favore così piccolo? — passò al contrattacco la suocera.

Dopo quell’evento, Rosalba smise di chiedere aiuto. Lucia tirò un sospiro di sollievo, sperando che le cose migliorassero. Ma presto Matteo la sconvolse:

—Mamma deve andare in una clinica termale, i pacchetti sono costosi. Tu guadagni bene, possiamo aiutarla? Ti faccio un bonifico — le disse.

Lucia capì all’improvviso perché era sempre lei a pagare la spesa, la benzina e le bollette. Credeva che Matteo stesse risparmiando per la macchina o una vacanza, ma tutto finiva a sua madre.

—Lei non ha voluto aiutarci! Mamma ci ha comprato la casa, ci siamo evitati un mutuo — ribatté Matteo quando Lucia sollevò la questione.

—Meglio un mutuo, no? Lo paghiamo in pochi anni, ma a tua madre dovrai pagare per il resto della tua vita? — propose Lucia.

Ma Matteo non volle sentire ragioni. Lucia sentiva che la loro famiglia stava crollando sotto il peso della suocera.

Quando Rosalba venne in visita e si portò via la nuova caffettiera che la coppia aveva scelto con fatica per la cucina, Lucia esplose.

—E ora come facciamo il caffè al mattino? — sbottò con Matteo.

—Porto quella vecchia dall’ufficio, ne compreremo un’altra dopo. Cosa dovevo fare, dire di no a mia madre? — rispose lui.

—E se le piacesse il nostro letto, glielo darai? O la TV? — Lucia era al limite.

—E il fatto che viviamo in una sua casa non conta niente? — ribatté Matteo.

—Dobbiamo inchinarci a vita per questo bilocale? Basta! — Lucia decise di parlare direttamente con la suocera.

Entrando a casa di Rosalba, si bloccò: scatole di elettrodomestici nuovi, sacchetti di vestiti costosi, confezioni di ristoranti gourmet.

—Rosalba, quando avremo un figlio, dovrò mantenerlo da sola? Smettila di succhiarci i soldi! Non usi neanche queste cose! —Lucia incrociò le braccia e disse con fermezza: “Ora basta, questa casa la restituiamo e ce ne andiamo lontano da qui.”

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