**La Svolta**
Ginevra non aveva mai vissuto da sola. Prima con i genitori, poi sposata, e dopo due anni era nata sua figlia, Beatrice.
Persino quando il marito se n’era andato, erano rimaste insieme, lei e Beatrice. Ma ora era completamente sola. Vagava per l’appartamento vuoto, senza sapere cosa fare, per chi o per che cosa vivere. La vita era crollata, e davanti a lei si stagliava solo una vecchiaia solitaria e l’oblio.
Non capiva cosa fosse successo. Che cosa non andava in lei? Con il marito non avevano mai litigato seriamente, solo piccole incomprensioni. Non lo pressava, lo lasciava uscire con gli amici, manteneva la casa pulita e accogliente. In frigo c’era sempre una pentola di minestra, e sul fornello la cena pronta.
Ginevra era rimasta snella anche dopo il parto. Non aveva mai avuto forme prosperose. Durante la gravidanza, il seno era cresciuto, con grande gioia di suo marito, ma dopo lo svezzamento era tornato come prima. Eppure non era certo per quello che si divorziava. Tutti dicevano che lei e Gabriele erano fatti l’uno per l’altra.
Certo, Ginevra non era cieca. Aveva notato che il marito, ultimamente, era cambiato. Non tornava più tardi dal lavoro, ma aveva iniziato a curare di più il suo aspetto. Sceglieva con attenzione le cravatte, si era fatto un taglio alla moda.
“Perché non metti mai le gonne?” le chiese un giorno.
“Come mai? Le indosso, quando capita,” rispose Ginevra sorpresa. Mai prima d’ora gli era importato di come si vestisse.
“Sei così pallida oggi. Stai male?”
“È il mio colorito. Perché sei così insistente?” ribatté, irritata.
Una volta si era persino truccata, con le guance rosate, e così era andata al lavoro.
“Toglilo, non ti sta bene,” le disse il marito, vedendola la sera.
“Al lavoro mi hanno fatto i complimenti,” rispose offesa, ma obbediente si lavò via il trucco.
“Credevo che saresti tornata tutti i giorni così bella,” le disse una collega il giorno dopo, vedendola senza trucco.
“A mio marito non è piaciuto.”
“Capisco. Se ti vedesse così ogni giorno, impazzirebbe di gelosia,” commentò la collega. Ginevra non replicò.
Un giorno l’amica Isabella la chiamò per incontrarsi al bar dopo il lavoro. Bella e vivace, era stata sua amica da sempre, fin dai tempi del liceo.
“Come fai a rimanere così magra senza dieta? Io devo rinunciare a tutto, altrimenti mi gonfio come una pagnotta,” sospirò Isabella.
“Non fare la modesta. Gli uomini si girano a guardarti,” rise Ginevra.
“Lo farebbero anche con te, se ne dessi loro la possibilità. Hai delle gambe bellissime, è un peccato nasconderle sotto i pantaloni. Una gonna tubino ti starebbe benissimo. E tagliati i capelli, tingili. Scommetto che il rosso ti donerebbe. Dai, dedicati a te stessa, finalmente! Sembri una pensionata.”
Ginevra capì che Isabella non parlava a caso.
“Iza, che ti ho fatto? Tu hai sempre detto—”
“Quello che ho detto conta poco,” la interruppe. “Non guardarmi così.” Distolse lo sguardo e tacque un attimo. “Scusa. Ho visto Gabriele con una ragazzina. Un fiorellino innocente, sui vent’anni. La guardava in un modo…”
Ginevra chiuse gli occhi e scosse la testa.
“Basta!”
“Gin, non volevo ferirti. Ma sei sempre ugale, non cambi mai. Gli uomini hanno occhi, sai. La tua noia fa male ai denti.”
“Non è vero!” Ginevra si alzò e uscì in fretta.
A casa rimase seduta sul bordo della vasca, fissando le piastrelle.
“Mamma, è tornato papà,” chiamò Beatrice bussando alla porta.
Ginevra si sciacquò il viso e uscì. Beatrice rientrò in camera sua, mentre Gabriele era in cucina, seduto con le mani appoggiate sul tavolo come un bravo scolaro.
“Scusa, non ho fatto da mangiare. Ero al bar con Isabella,” disse, colpevole.
“Non ho fame. Allora sai tutto,” rispose lui.
“Cosa dovrei sapere?” chiese, anche se già lo intuiva. *Isabella non ha mentito*, pensò.
“Amo un’altra donna. Ho provato a resistere, ma è più forte di me. Lo so, ha la metà dei miei anni, ma non posso vivere senza di lei. Scusami. Prendo le mie cose e me ne vado.”
Ginevra non lo trattenne. Poi fu tradita anche da Beatrice, che andava spesso da suo padre. Ginevra non si era opposta, fino a quando la figlia non iniziò a portare a casa regali. La nuova fiamma di Gabriele le regalava magliette, vestiti luccicanti, trucchi e campioncini di profumo.
“Guarda cosE dopo quella sera, Ginevra chiuse la porta del passato e sorrise al futuro, finalmente libera.