Un’aria di tensione dominava nella classe business. I passeggeri lanciavano occhiate ostili verso la signora anziana mentre si sedeva al suo posto. Tuttavia, alla fine del volo, il capitano dell’aereo si rivolse proprio a lei.

Nella classe business regnava un’atmosfera tesa. I passeggeri lanciavano sguardi ostili alla signora anziana mentre si sedeva al suo posto, ma il capitano dell’aereo, nonostante tutto, le rivolse ancora la parola verso la fine del volo.

Maddalena, la nonna, si accomodò sul suo sedile con un tremore di eccitazione. In un attimo scoppiò una discussione.

– Non voglio sedermi accanto a lei! – gridò a gran voce un uomo di circa quarant’anni, fissando con occhi critta i vestiti semplici della signora, mentre si rivolgeva all’assistente di volo.

L’uomo si chiamava Vittorio Sorrentino. Non nascondeva il suo disprezzo.

– Mi scusi, ma il passeggero ha un biglietto proprio per quel posto. Non possiamo spostarlo – rispose serenamente l’assistente, mentre Vittorio continuava a osservare Maddalena con sguardo scontroso.

– Quei posti sono troppo costosi per gente come noi – sputò con sarcasmo, girandosi intorno come in cerca di complicità.

Maddalena rimase in silenzio, ma dentro di sé si stringeva ogni fibra. Indossava il suo miglior abito: semplice, ma curato, l’unico adatto a un’occasione così importante.

Alcuni passeggeri si scambiarono sguardi e, alcuni, annuirono a Vittorio.

Poi la nonna alzò timidamente la mano, non potendo più trattenersi, e parlò:

– Va bene… se c’è posto in economy, mi trasferirò. Ho risparmiato tutta la vita per questo volo e non voglio ostacolare nessuno…

Maddalena aveva ottantacinque anni. Era il suo primo volo. Il viaggio da Venezia a Milano era stato pieno di difficoltà: corridoi lunghi come chilometri, il frenetico via vai dei terminal, attese interminabili. Un addetto dell’aeroporto la accompagnava per non farla perdere.

Ora, a poche ore dal compimento del suo sogno, doveva affrontare l’umiliazione.

L’assistente, però, rimase ferma:

– Mi scusi, signora, ma ha pagato il biglietto e ha il pieno diritto di stare qui. Non lasci che nessuno le porti via questa opportunità.

Guardò severamente Vittorio, aggiungendo con freddezza:

– Se non smette, chiamo la sicurezza.

Lui si ritirò in un silenzioso rintanato, borbottando.

L’aereo decollò verso il cielo. Maddalena, presa dall’entusiasmo, lasciò cadere la sua borsa; in quel frangente Vittorio, senza dire una parola, la sua aiutò a raccogliere gli oggetti.

Quando le restituì la borsa, il suo sguardo si fermò su una medaglia ornata da una pietra rossa sangue.

– Bella medaglia – commentò. – Un rubino, forse. Capisco un po’ di antiquariato; non è affar di poco valore.

Maddalena sorrise.

– Non so quanto costi… mio padre l’ha data a mia madre prima di partire alla guerra. Non è mai tornato. Mia madre me l’ha consegnata quando avevo dieci anni.

Aprì la medaglia; vi erano due vecchie foto: una ritraeva una giovane coppia, l’altra mostrava un bambino sorridente.

– Sono i miei genitori – disse dolcemente. – E qui c’è mio figlio.

– Vola verso di lui? – chiese cautamente Vittorio.

– No – rispose Maddalena, chinando il capo. – L’ho donato a un orfanotrofio quando era ancora un neonato. All’epoca non avevo né marito né lavoro, non potevo offrirgli una vita normale. Recentemente, con un test del DNA, ho scoperto chi fosse. Gli ho scritto, ma ha risposto che non vuole conoscermi. Oggi è il suo compleanno; volevo solo stare al suo fianco, anche solo per un minuto.

Vittorio rimase sorpreso.

– Allora perché voli?

La vecchia donna sorrise debolmente, gli occhi pieni di amarezza:

– È il comandante del volo. È l’unico modo per avvicinarmi a lui, anche solo per un’occhiata.

Vittorio tacque, il senso di colpa lo colpì, abbassò lo sguardo.

L’assistente, dopo aver udito tutto, si ritirò silenziosa nella cabina di pilotaggio.

Qualche minuto dopo la voce del comandante ruppe il brusio nella cabina:

– Cari passeggeri, presto cominceremo l’atterraggio all’Aeroporto di Bologna. Prima, però, desidero rivolgere un appello speciale a una dama a bordo. Madre… per favore, resti dopo l’atterraggio. Vorrei vederla.

Maddalena rimase immobile, le lacrime le scivolavano sul volto. Un silenzio avvolse l’abitacolo, poi qualcuno iniziò ad applaudire, altri sorrisero tra le lacrime.

Quando l’aereo toccò terra, il comandante infranse le regole: scappò dalla cabina di pilotaggio e, senza asciugarsi gli occhi, si precipitò verso Maddalena, avvolgendola in una stretta così ferma da sembrare volesse recuperare gli anni perduti.

– Grazie, madre, per tutto quello che hai fatto per me – sussurrò, stringendola a sé.

Maddalena singhiozzò:

– Non c’è nulla da perdonare. Ti ho sempre amato…

Vittorio si spostò di lato, abbassò il capo, provato dal rimorso. Capì che, dietro i vestiti logori e le rughe, si nascondeva una storia di sacrificio e di amore immenso.

Non fu solo un volo. Fu l’incontro di due cuori separati dal tempo, ma che alla fine riuscirono a ritrovarsi.

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Un’aria di tensione dominava nella classe business. I passeggeri lanciavano occhiate ostili verso la signora anziana mentre si sedeva al suo posto. Tuttavia, alla fine del volo, il capitano dell’aereo si rivolse proprio a lei.