**La Svolta Inaspettata**
Lucia non aveva mai vissuto da sola. Prima con i genitori, poi sposata, e dopo due anni era nata la figlia, Sofia.
Persino quando il marito se n’era andato, aveva continuato a vivere con la bambina. Ma ora era completamente sola. Girava per casa come un’anima in pena, senza sapere cosa fare, per chi o perché vivere. La vita le era crollata addosso, e davanti a lei si profilava solo una vecchiaia solitaria e dimenticata.
Cosa c’era che non andava in lei? Con il marito non avevano mai litigato seriamente, solo piccole discussioni. Non gli aveva mai messo pressione, lo lasciava uscire con gli amici, teneva la casa pulita e accogliente. In frigo c’era sempre una pentola di minestra, e la cena pronta sul fornello.
Lucia era rimasta snella anche dopo la gravidanza. Non aveva mai avuto forme generose. Durante l’attesa, il seno era cresciuto di una taglia, molto a gioia di suo marito, ma poi era tornato com’era prima. Ma mica per quello si divorzia! Tutti dicevano che lei e Massimo erano perfetti l’uno per l’altra.
Certo, Lucia non era cieca: aveva notato che ultimamente Massimo era cambiato. No, non tornava tardi dal lavoro, ma si curava di più. Sceglieva con attenzione le cravatte, si era fatto un taglio di capelli alla moda.
“Perché non metti mai le gonne?” le chiese una volta.
“E come no? Le indosso, quando c’è da festeggiare,” rispose Lucia, sorpresa. Mai prima d’ora gli era importato di come si vestisse.
“Sei tutta pallida oggi. Ti senti male?”
“Sono sempre così. Ma perché fai storie?” ribatté, irritata.
Una volta decise di mettersi il trucco, persino un po’ di fard, e andò al lavoro così.
“Toglilo, non ti sta bene,” le disse il marito quella sera, appena la vide.
“Ma al lavoro mi hanno fatto tutti i complimenti!” rispose offesa, ma obbedì e si struccò.
“Pensavo che saresti tornata ogni giorno così bella,” le disse la collega il giorno dopo, vedendola senza trucco.
“Al marito non è piaciuto,” sospirò.
“Eh, ha capito che se ti metti così ogni giorno, morirà dalla gelosia,” commentò l’altra. Lucia non replicò.
Una sera l’amica Francesca la chiamò per una cena dopo il lavoro. Lei era bellissima e sempre impeccabile, ma questo non aveva mai ostacolato la loro amicizia, che durava dalle elementari.
“Come fai a restare magra senza diete? Io devo stare attenta a tutto, sennò divento una botte,” sospirò Francesca.
“Non fare la modesta. I ragazzi si girano dietro di te come trottole,” rise Lucia.
“E anche dietro di te, se solo ti dessi una mossa. Hai delle gambe stupende, è un peccato nasconderle sotto quei pantaloni. Dovresti provare una gonna tubino. E tagliarti i capelli, magari tingerti di rosso. Dai, dai una svolta alla tua vita, sembri una nonnina!”
Lucia capì che Francesca non parlava a caso.
“Francy, che ti ho fatto? Tu non sei mai stata così…”
“Boh, forse ho cambiato idea,” la interruppe l’amica, distogliendo lo sguardo. “Scusa. Ho visto Massimo con una ragazzina. Una fresca margheritina di vent’anni. E lui la guardava come se…”
Lucia chiuse gli occhi e scosse la testa.
“Basta!”
“Luci, non volevo ferirti. Ma sei sempre uguale, non cambi mai. Gli uomini hanno gli occhi, sai…”
“Non è vero!” Lucia si alzò e uscì di corsa.
A casa rimase a lungo seduta sul bordo della vasca, fissando le piastrelle.
“Mamma, papà è qui,” chiamò Sofia da dietro la porta.
Lucia si sciacquò il viso e uscì. Sofia sparì in camera sua, mentre Massimo era seduto in cucina, le mani posate sul tavolo come uno scolaretto disciplinato.
“Scusa, non ho fatto ancora cena. Sono uscita con Francesca,” disse lei, colpevole.
“Non ho fame. Quindi sai tutto,” rispose lui.
“Cosa dovrei sapere?” domandò, anche se aveva già capito. *”Quindi Francesca non mentiva,”* pensò.
“Amo un’altra donna. Ho provato a resistere, ma è più forte di me. Lo so, ha la metà dei miei anni, ma non posso vivere senza di lei. Scusami. Vado a prendere le mie cose e me ne vado.”
Lucia non cercò di trattenerlo. Poi anche Sofia la tradì. Andava spesso dal padre, e all’inizio Lucia non disse nulla, finché non cominciò a portare a casa regali. Diana, la nuova ragazza di Massimo, le regalava magliette, vestitini luccicanti, rossetti e campioncini di profumo.
“Guarda cosa mi ha dato Diana! Non è fantastica? Mi sta bene, vero?” esultava la figlia.
“Non dovresti accettare regali da lei,” rispose secca.
“Perché?”
“Perché ti ha rubato il padre!”
“E allora? Lei è giovane e divertente, tu… sei noiosa. Papà ha fatto bene ad andarsene,” disse Sofia, con le lacrime agli occhi.
Peggio ancora. Sofia cominciò a usare parole nuove, si tinta ciocche verdi e rosa, si truccava pesantemente. Gli insegnanti scrivevano note sul diario: rispondeva male, marinava le lezioni.
Ma era più facile fermare un treno che far ragionare una ragazzina. E ogni volta che Lucia cercava di parlarle, la risposta era sempre la stessa: *”Diana dice che…”*
Il solo nome della nuova moglie di Massimo la faceva tremare. Provò a vietare a Sofia di andare dal padre, ma la figlia reagì: “Allora vado a vivere con lui!”
“Quindi sono una cattiva madre? Diana è meglio di me? Va’, pure da loro. Ma quando lei avrà un figlio, ti butteranno fuori.”
“Davvero? Posso vivere con papà?” chiese fredda.
“Sì, ma che lui mi chiami e mi dica che se ne prende la responsabilità.”
Massimo chiamò il giorno dopo.
“Sofia dice che vuoi che viva con me.”
“*Sofia dice*? Mi ha costretta! Non riesco più a gestirla. È insolente, si trucca come una maschera, si veste chissà come, salta scuola. E tutto grazie alla tua Diana!”
“Si vogliono bene. Tu invece sei solo arrabbiata… Va bene, Sofia può vivere con noi,” tagliò corto.
E se ne andò anche la figlia. Lucia era un vulcano di rabbia e autocommiserazione. Non mangiava, dimagriva ancora. Quando Sofia chiamava, sembrava solo per aggiungere sale alle ferite: *”Io e Diana siamo andate al concerto…”* E il nome di Diana le bruciava come acido.
All’esame di maturità Sofia andò male, zero speranze di entrare all’università. E poi non voleva nemmeno studiare.
Poi Massimo chiamò: “Sofia ha lasciato casa e vive con un ragazzo in affitto.”
Lucia rimase senza fiato.
“E tu l’hai lasciata fare?!”
“È maggiorenne, o l’hai dimenticato? Tu l’hai cresciuta così. Io ho i miei problemi. Diana aspetta un bambino…”
“E tua figlia non ti serve più? È colpa tua, ci hai abbandonato, e la tua Diana ha fatto il lavaggio del cervello a Sofia e l’ha buttata via come un giocattolo rotto!”
Quando chiamò Francesca, Lucia era al limite.
“Cosa fai?”
“Mi butto giù dal balconeLucia chiuse gli occhi, respirò profondamente, e mentre il sole tramontava dietro i tetti di Roma, finalmente sentì che la sua vita stava per prendere un nuovo, meraviglioso corso, proprio come un buon vino che migliora con gli anni.