Vacanza in famiglia

Elena si sedette sul bordo del letto e osservò con stanchezza la pila ordinata di banconote davanti a lei sul tavolo. Per due anni, lei e il piccolo Alex avevano messo da parte ogni centesimo, ogni euro, per permettersi quello che sembrava un sogno irraggiungibile: una vacanza al mare.

Una casetta sulla spiaggia, pesce fresco per cena, il rumore delle onde, il vento che sussurra e la libertà dalle preoccupazioni quotidiane. Tutto questo sembrava la ricompensa per anni di sacrifici e piccole gioie, concesse solo ogni tanto.

«Ce lo meritiamo questo riposo», pensò Elena, fissando i soldi. Voleva credere che finalmente la felicità avrebbe sorriso a entrambi. Quell’estate doveva essere un respiro di sollievo, una pausa tanto attesa dal trambusto infinito.

Alex entrò nella stanza. Aveva dieci anni e stringeva tra le mani un paio di cuffie nuove, il regalo di compleanno che Elena aveva deciso di comprargli nonostante i risparmi, per farlo sorridere almeno un po’.

«Mamma, sei sicura di questa scelta?» chiese, sedendosi sulla sedia e fissandola con occhi attenti.

«Sì, tesoro», rispose lei con dolcezza. «Lì è tranquillo, la spiaggia è quasi selvaggia e c’è un mercato con frutta fresca. Immagina quanto sarà bello stendersi al sole? Il mare, l’aria pulita, niente stress…»

Alex sorrise e annuì, ma nei suoi occhi passò un’ombra di comprensione. Sapeva quanto fosse dura per la mamma gestire tutto da sola, come spesso rinunciava a qualcosa per risparmiare, quanto ogni euro in quella busta fosse costato fatica. Quella vacanza era il loro sogno condiviso, custodito come un tesoro.

In quel momento squillò il telefono. Sullo schermo apparve il nome «Antonio».

«Ciao sorellina!» esclamò la voce allegra del fratello. «Come va? Dove andate quest’estate?»

Elena sospirò. Con Antonio i rapporti erano sempre stati complicati: amava comandare, credersi il più saggio e non nascondeva questa convinzione nemmeno con loro.

«Al mare con Alex», rispose con cautela. «Vogliamo affittare una stanza vicino alla costa, riposarci un po’.»

«Perché spendere soldi?» rise lui. «Abbiamo una villa al mare! Venite da noi. Aria fresca, frutti di bosco, tranquillità. E risparmierete.»

Elena ci pensò. Antonio sembrava sempre sapere cosa fosse meglio per gli altri. Ma Alex si illuminò all’idea di vedere i parenti.

«Mamma, una villa intera sul mare!» disse speranzoso. «Andiamo da zio Antonio! Possiamo tenere i soldi per dopo.»

Elena esitò, ma infine annuì. «Va bene», rispose. «Veniamo.»

Antonio li aspettò alla stazione con un sorriso largo e abbracci calorosi.

«Finalmente! Quanto tempo!» esclamò, stringendo Elena tra le braccia. «Andiamo, abbiamo già apparecchiato.»

Irene, la moglie di Antonio, era accanto a lui con la figlia più piccola, Sofia, di tre anni, che agitava le manine felice.

«Che bello vedervi!» gridò Irene, correndo ad abbracciare Elena.

La villa era accogliente: un casale in legno con sedie intrecciate sul portico, un’altalena sotto un melo rigoglioso, un’amaca che ondeggiava al vento. La spiaggia era a quindici minuti a piedi, lungo un sentiero fiorito. I primi due giorni furono una favola: prendevano il sole, nuotavano nell’acqua fresca, mangiavano focacce e fragole appena colte, ascoltavano il canto degli uccelli e il rumore delle onde.

Elena guardava Alex correre con Sofia, cogliere una mela e dar da mangiare alle anatre nello stagno vicino. Per la prima volta da tanto, il suo cuore si riempì di serenità.

Ma il terzo giorno l’atmosfera cambiò. A colazione, Antonio si rivolse a Elena:

«Elena, sai cucinare, vero? Potresti fare il pranzo oggi? Irene è stanca con Sofia.»

Elena sorprese, ma annuì: «Certo, nessun problema.»

La sera, dopo cena, il fratello le chiese di lavare i piatti.

«Elena, siamo stanchi. Ti dispiace?»

«Va bene…» rispose lei, trattenendo un sospiro.

Il quarto giorno, ad Alex fu data una cesta con un ordine:

«Prendi la cesta, Alex, e raccogli i lamponi. A tutti piacciono le crostate.»

«Ma io volevo andare in spiaggia…» mormorò riluttante.

«Prima il dovere, poi il piacere», tagliò corto Antonio.

Con il passare dei giorni, le richieste aumentarono. Elena puliva, badava a Sofia mentre Irene faceva la spesa. Alex zappava l’orto e portava secchi d’acqua dal pozzo. All’inizio sembrava un aiuto, ma presto capirono: la vacanza si era trasformata in lavoro. Non era il riposo che avevano sognato.

Una sera, Alex tornò dall’orto con le mani graffiate e sedette accanto alla madre.

«Mamma», sussurrò, «perché non possiamo andare in spiaggia e basta?»

Elena serrò le labbra per non piangere. Un senso di ingiustizia e straniamento la pervase.

«Andrà tutto bene, riposeremo ancora», disse piano.

Ma dentro di lei crescevano ansia e frustrazione. Andarsene sembrava brutto, ma restare… era peggio.

Il giorno dopo, Elena parlò chiaro con Antonio.

«Antonio, vorremmo andare al mare. Siamo venuti per questo.»

Il fratello aggrottò le sopracciglia.

«Elena, non capisci? C’è tanto da fare. Se te ne vai, chi si occupa di Sofia e dell’orto? Ah, e mi servono i soldi che hai risparmiato. Dobbiamo cambiare le finestre. Tanto ora non li userai.»

«No! Sono i nostri soldi!» esclamò Elena, perdendo la pazienza. «Li abbiamo messi da parte in due anni!»

«Vivete e mangiate qui gratis», ribatté lui. «Ho diritto a un compenso.»

Elena si alzò di scatto, la rabbia che le ribolliva dentro.

«Ce ne andiamo domani.»

Antonio rise. «Difficile. I soldi dal tuo portafoglio li ho già presi. Per gentilezza, potete andare al mare stamattina, ma entro sera tutto deve essere fatto. La lista è sul frigo.»

Alex era sconvolto. Elena sentì un’onda di rabbia e paura.

Quella notte non riuscì a dormire. La luna illuminava la stanza, che le sembrava sempre più stretta. Prese il telefono e chiamò l’ex marito.

«Paolo, scusa il disturbo. Abbiamo bisogno di aiuto. Antonio ci tiene qui, ha preso i soldi e non ci lascia partire», scrisse.

La risposta arrivò subito: «Arrivo domattina. Resistete.»

All’alba, un fuoristrada suonò al cancello. Paolo scese dall’auto.

«Dov’è Antonio?» chiese entrando.

«Che ci fai qui?» sbottò il fratello.

«Sono venuto per mio figlio. Ce ne andiamo.»

«Questa è casa mia! Decido io chi va e viene!»

«Questa è la mia famiglia. Se vuoi problemi, li avrai. Dov’è il denaro?»

«L’ho preso per il soggiorno!»

Paolo mostrò il tesserino da agente di polizia. Antonio tacque, poi gettò le banconote sul tavolo.

«Andatevene.»

Elena e Alex raccolsero in fretta le cose

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