**Diario di un uomo, 12 novembre**
Ginger lavevano cacciato. Di nuovo. Era la terza volta nella sua breve vita. Non aveva mai avuto fortuna.
Aveva solo un anno ed era già stato buttato fuori da tre famiglie. Beh, non proprio buttato. Allinizio lo passavano di mano in mano. Poi…
Poi lo portarono fuori, si allontanarono un po dalla casa e lo depositarono nel cassonetto dellimmondizia. Scapparono, per evitare che trovasse la strada di casa. Ma lui non ci provò nemmeno.
Aveva capito tutto. Subito. Dallespressione delluomo. La moglie si era disperata quando Ginger aveva graffiato il divano nuovo, di pelle.
Costava troppo. Lei aveva emesso la sentenza. E lui? Beh, lui acconsentiva sempre a tutto.
Prese il gattino di un anno sotto il braccio e lo portò al cassonetto del cortile accanto. Ginger non lo avrebbe seguito. No, mai. Aveva visto il verdetto nei suoi occhi e capito.
Era inutile. Avrebbe almeno potuto salutarlo, accarezzarlo unultima volta, chiedergli scusa. Invece no.
Non era stato umano. Come svuotare un secchio di spazzatura.
Ginger sospirò e frugò tra i rifiuti, mangiucchiando qualche avanzo di pollo. Uscì e si sedette accanto al grande bidone verde. Guardò il sole.
Strizzò gli occhi, ma non distolse lo sguardo. Quel grande cerchio luminoso emanava calore. E a lui piaceva tanto.
Erano gli ultimi raggi del sole. Raggi destate, dautunno, dinverno. Un piccolo tepore. E il ghiaccio si sciolse.
Ma nel cuore di Ginger, era rimasto.
La sera e la notte furono gelide. Dopo il tramonto, il vento e il freddo iniziarono il loro lavoro.
Il gattino rosso stava morendo di freddo. Non sapeva dove andare, né come ripararsi. Così…
Trovò un mucchio di foglie secche e ci si infilò dentro. Si raggomitolò. Allinizio tremava dal gelo, ma poi…
Poi, quando il vento gli incrostò il pelo di brina, per qualche motivo sentì caldo. Il tremito cessò. Una voce dentro di lui sussurrava parole dolci.
Lo cullavano, gli dicevano di chiudere gli occhi e dimenticare ogni dolore.
“Raccogliti ancora, e dormi. Dormi, dormi, dormi.” Sentiva anche calore.
Il calore si diffuse nel suo corpicino rigido.
Era così semplice. Bastava arrendersi, e tutto sarebbe finito. Sarebbero arrivate la pace e leternità. Il dolore se ne sarebbe andato.
Ginger sospirò unultima volta e accettò. Perché lottare? Per cosa?
Domani lo aspettava lo stesso freddo, la stessa fame. Lo stesso desiderio di chiudere gli occhi e non riaprirli mai più.
I lampioni si accesero in lontananza. Ginger li guardò unultima volta. Li aveva spesso osservati dalla finestra di casa. Il gatto rosso assorbì quella luce, e i suoi occhi brillarono nel buio che avanzava.
Quellultimo bagliore attirò lattenzione di una bambina dai capelli rossi. Tornava a casa con il papà. Gli tirò la manica.
Là disse Cè qualcosa tra le foglie.
Non cè nessuno brontolò il papà infreddolito. Andiamo, ho freddo.
Cercò di trascinarla via, ma lei si divincolò.
Ho visto. Ho visto la luce.
Luce in un mucchio di foglie? si stupì lui. Impossibile.
Ma la bambina era già lì, e scostando gli strati superiori, lo trovò. Il gatto rosso.
Papà! gridò. Te lho detto. È lui.
Chi?
Eccolo. Provò a sollevare il corpicino gelato.
Lascialo. disse il papà. È morto. Non porteremo a casa un gatto morto.
Non è morto. rispose lei. Lo so. È vivo. Ho visto la luce nei suoi occhi.
Luce negli occhi di un gatto? scrollò le spalle.
Si avvicinò e, sollevando il corpo, cercò un battito.
Ma Ginger voleva solo dormire. Il sonno gli incollava le palpebre, il calore lo avvolgeva. E quella voce dentro di lui continuava:
“Dormi, dormi, dormi… Non aprire gli occhi.”
Ma quella vocina infantile, ostinata, ripeteva:
La luce nei suoi occhi.
“Cosa vogliono da me? Perché mi tormentano ancora? Perché non mi lasciano dormire?”
Con uno sforzo, aprì gli occhi per vedere chi lo disturbava.
Ecco! esclamò la bambina. Lho visto? Ancora! La luce!
Che luce?
Perplesso, il papà si tolse la giacca, avvolse il gatto e si diresse verso casa.
La bambina gli corse accanto.
Presto, papà. Ha freddo.
Sparirono nel portone, e poco dopo, una luce si accese al quinto piano.
Ginger fu lavato con acqua tiepida e nutrito con latte caldo. La bambina lo supplicava:
Non morire, ti prego.
E il ghiaccio sul suo pelo si sciolse. E anche nel cuore.
Il grande gatto rosso osservava stupito mentre il papà e la bambina si prendevano cura di lui. Ora era sveglio, e finalmente, davvero al caldo.
Non il caldo dei termosifoni. Quello veniva dal cuore di quella piccola.
Fuori, Lui rimase a guardare. Quello che a volte arriva per aiutare.
Osservò le finestre illuminate al quinto piano. Poi disse:
Tutto quello che posso fare. Tutto.
Dopo un attimo, aggiunse:
La luce non tutti la vedono. E non tutti quelli che la vedono, sanno tenerla.
Ginger, guardando la bambina dai capelli rossi, non pensava alla grandezza delluomo. Quelle cose le pensano gli uomini. Lui pensava alle sue.
Aveva visto la luce. La luce nei suoi occhi.
**Lezione:** A volte, la salvezza arriva da dove meno te laspetti. Basta che qualcuno riesca a vedere la luce che ancora brilla dentro di te.





