Ah, senti questa storia…
Il vecchio specchio, ovvero come il genero e la suocera hanno fatto pace
Maddalena tornò a casa tardi. In casa c’era un silenzio sospetto. Niente voce del marito, né il solito brontolio di sua madre.
“Mamma? Luca?” chiamò, sbirciando nelle stanze. Nessuno.
“Luca sarà nel laboratorio in garage,” pensò. “E mamma? Ma non sarà mica andata via offesa?”
Si buttò addosso una giacca e uscì in cortile. Dalla porta del garage socchiusa filtrava una luce gialla e si sentivano voci. Entrando, Maddalena rimase senza parole.
Luca e sua madre, Elisabetta, erano immersi nel restauro di un antico specchio. Suo marito stava verniciando la cornice, mentre la suocera, con un fazzoletto in testa e un vecchio grembiule, gli spiegava qualcosa con entusiasmo.
“Guarda solo come il legno ha ripreso vita!” esclamò Elisabetta. “Il tuo lavoro è vera arte, Luca!”
“Non esageri, Elisabetta… Sono solo piccoli ritocchi.”
“Piccoli ritocchi lui!” ridacchiò la suocera. “Ma questo è un capolavoro!”
Maddalena si sedette su uno sgabello, incredula. La mattina stessa sembravano sul punto di litigare seriamente…
Tutto era iniziato quando Elisabetta si era trasferita da loro “temporaneamente” dopo la chiusura della casa di riposo dove viveva da due anni.
“Mamma, sarà solo per qualche settimana,” aveva rassicurato Maddalena suo marito. “Finché non riaprono i posti disponibili.”
“Qualche settimana,” aveva borbottato Luca cupo. “E io devo conviverci.”
Aveva camminato per la cucina con i pugni stretti, poi improvvisamente si era lasciato sfuggire:
“Potremmo affittarle una stanza in albergo? Ho appena ricevuto il bonus…”
“Ma sei matto?” si era indignata Maddalena. “Vuoi passare il resto della vita a sentirti dire che tua moglie ha cacciato sua madre?”
Il suono del campanello aveva rotto il silenzio. Elisabetta, come sempre, era arrivata un’ora prima “per controllare la situazione.”
Appena varcata la soglia, aveva iniziato l’ispezione:
“Maddalena, tesoro, la carta da parati è tutta sbiadita… E l’attaccapanni? Luca, almeno avvitagli meglio le viti!”
Luca era sparito in bagno senza dire una parola.
Nella prima settimana, la suocera aveva riorganizzato i mobili, lucidato la cucina fino a farla brillare, sistemato le stoviglie e… era arrivata ai documenti di Luca.
“Elisabetta!” aveva alzato la voce lui quando non aveva trovato una cartella importante. “Dove sono le mie carte?”
“Le ho buttate,” aveva risposto lei con innocenza. “Erano tutte spiegazzate. Le ho messe in ordine alfabetico in nuove cartelle!”
Luca era uscito in silenzio, sbattendo la porta.
Maddalena cercava di concentrarsi sul lavoro, ma la mente le tornava sempre a casa. Sua madre – inflessibile, suo marito – testardo… e lei in mezzo.
Dopo il lavoro, era tornata direttamente. L’appartamento era vuoto. Prima si era spaventata. Poi aveva sentito le voci provenire dal garage.
E ora era lì, a osservare incredula: quei due, che la mattina aveva dovuto separare, ora discutevano di vernici e impregnanti, ridendo come vecchi amici.
“Mamma?” aveva chiamato titubante.
“Oh, eccoti!” Elisabetta raggiante. “Guarda che mani d’oro ha Luca! E io che brontolavo, vecchia stupida…”
Aveva preso dal banco da lavoro un piatto di crespelle:
“Ecco, le ho fatte apposta. Volevo fare la pace, e invece… abbiamo fatto una scoperta!”
“Non immagini!” si era entusiasmato Luca. “Tua madre sa tutto sull’antiquariato! Io mi scervellavo per capire come trattare la cornice, e lei mi dice ‘aggiungi un po’ di olio di lino’, ed ecco il miracolo!”
“Mamma?” Maddalena la guardava stupita. “Ma tu hai sempre lavorato in ufficio…”
“Sì, ma era la mia passione,” aveva risposto lei scrollando le spalle.
“Ma dai!” Luca aveva afferrato una scatola dipinta. “Guarda che colori ha tirato fuori! Io non ci sarei mai riuscito in una settimana.”
“Ne avete tanti di questi oggetti nel paese d’origine?” si era animato lui.
“Piene le cantine! Comò, spec”E state attenti, se venite a trovarmi vi farò vedere tutto il tesoro che ho accumulato!” disse Elisabetta ridendo, mentre tagliava una fetta di crostata.