Verso l’amore: La gioia di una nuova vita insieme dopo la scuola

**Diario di Marco**

Finalmente Lucia poté volare sulle ali della felicità. Suo figlio Matteo aveva appena finito il liceo ed era stato ammesso all’università. Ora lei e suo marito, Enrico, potevano finalmente vivere insieme.

Lo stesso giorno in cui accompagnò Matteo all’università, comprò un biglietto dell’autobus e partì per Firenze, dove Enrico lavorava da anni. Erano sposati da appena due anni, ma si conoscevano da una vita.

La loro storia non era stata semplice. Un inizio complicato, momenti difficili, ma il destino sembrava aver promesso loro un futuro felice. Lucia ne era certa.

Si erano conosciuti otto anni prima, quando lei faceva fatica a riprendersi dal divorzio con il suo primo marito. Per un po’ aveva tenuto tutti a distanza. Fino a Enrico. Anche con lui, all’inizio, era stata cauta. Lui aveva dovuto dimostrarle con i fatti di non essere come Paolo, l’ex che l’aveva ferita.

Dopo sei mesi di frequentazione, decisero di vivere insieme. Enrico si trasferì da lei, perché il suo monolocale sarebbe stato troppo stretto per tre. Lucia aveva Matteo, un ragazzino di dieci anni, intelligente ma inizialmente diffidente verso il nuovo compagno della madre.

Dopo tre anni insieme, Enrico iniziò a parlare di matrimonio. Ma Lucia era contraria. Per lei, il matrimonio era un’istituzione superata, che non garantiva affatto fedeltà né sicurezza.

Stavano bene così, perché cambiare?

All’inizio, Enrico accettò le sue ragioni. Ma col tempo capì che per lui non era abbastanza. Voleva chiamare Lucia sua moglie in ogni senso. Fino a metterle un ultimatum: o ci sposiamo, o ci lasciamo.

A Lucia non piacque quella insistenza. Preferì separarsi. E per sei mesi non si videro.

In quel periodo, Enrico si trasferì a Bologna, dove un vecchio amico gli offrì un lavoro ben pagato. Tornava a Firenze solo ogni tanto, per visitare i genitori. Fu durante uno di quei viaggi che incontrò di nuovo Lucia.

La vide in un parco, apparentemente serena e spensierata, finché non incrociarono gli sguardi. In quegli occhi lesse quello che provava lui: lo amava ancora. E non poteva nasconderlo.

Ricominciarono a vedersi, ma a distanza. A volte lei andava a Bologna, altre lui tornava a Firenze. Gli incontri erano pochi ma intensi, pieni di passione.

Enrico le propose più volte di trasferirsi con lui. Aveva comprato un bilocale, anche se ancora con il mutuo. Lucia desiderava vivere con lui, ma c’erano troppe responsabilità: Matteo era un adolescente, e sua madre, Maria, era malata e aveva bisogno di cure. Per due anni, Lucia si dedicò a lei, finché le condizioni di Maria migliorarono.

Quando i medici la rassicurarono—”Starà ancora a lungo con noi!”—Lucia poté tirare un sospiro di sollievo. Ma Matteo, ormai al liceo, non voleva cambiare scuola. Così Lucia rimase, aspettando che finisse gli studi.

Quell’estate, prima del quinto anno di Matteo, Lucia e Enrico si sposarono. Vedere quanto era felice lui le fece quasi rimpiangere di non averlo fatto prima. Ma a che serviva piangere sul passato?

Ora non erano più solo fidanzati a distanza, anche se ancora separati da centinaia di chilometri.

E finalmente Matteo si iscrisse all’università. Lucia era orgogliosa e pronta a ricostruire la sua vita con Enrico. Decise di trasferirsi da lui, senza dirglielo—voleva fargli una sorpresa.

Lui forse lo intuiva, ma non conosceva la data esatta.

Lucia preparò la valigia, salì sull’autobus e partì. Voleva che quel giorno rimanesse impresso nella sua memoria. Si immaginava già: avrebbe indossato quella lingerie di pizzo comprata per l’occasione, sparso petali di rose sul letto, preparato una cena romantica e atteso il ritorno di Enrico dal lavoro.

Durante il viaggio, fantasticava su ogni dettaglio. Era sicura che lui sarebbe rimasto senza parole. Invece, la sorpresa toccò a lei.

Aprì la porta con le sue chiavi e si bloccò. Davanti a sé, una ragazza bionda, bellissima e giovanissima, la fissava con occhi azzurri.

“Chi sei?” chiese Lucia, confusa.

“Sono Beatrice. Oh, tu devi essere Lucia! Scusa, me ne vado subito!”

“Ne vai? E chi sei esattamente?”

“Per favore, non agitarti. Sono la ragazza di tuo marito.”

“Cosa? La ragazza di mio marito? Ma sei seria?”

Lucia sentì il mondo crollarle addosso. Come se la Terra avesse smesso di girare.

“Enrico è una brava persona e ti ama molto.”

“Mi ama? E per questo ha un’altra donna quando non ci sono io? Quanti anni hai? Vent’anni?”

“Sì, quest’anno li compio! Ci siamo conosciuti per caso. Non avevo dove stare, e lui mi ha dato un posto. All’inizio eravamo solo amici, ma io mi sono innamorata. So che lui non mi ama e non potrà mai farlo, perché ha te. Ma capiscilo, era solo. Soffriva. Io volevo solo alleviare la sua solitudine per un po’.”

Lucia non capiva perché stesse ancora ascoltando quelle sciocchezze. Ma Beatrice continuava, nervosa.

“Non ha senso che ti arrabbi. Lui ama solo te!”

“Ma intanto dorme con te quando io non ci sono?”

“Non pensarci. Non prova niente di serio per me. Ne sono certa!”

In quel momento, la porta si aprì ed entrò Enrico. Probabilmente Beatrice gli aveva mandato un messaggio.

Lui era pallido, angosciato.

“Lucia, perdonami, non significa niente. Io amo solo te!” Le tese le braccia, ma lei le respinse.

“Un anno e mezzo di bugie! E questa è la tua idea di amore?”

“Cosa le hai detto? Come ti permetti?” ringhiò Enrico a Beatrice.

“Enrico, mi dispiace, ma non mi avevi avvisato che tua moglie sarebbe arrivata.”

“Non lo sapevo neanch’io! Lucia, amore, lei se ne va subito e ne parliamo. Ti prego!”

“Non c’è niente da dire. E tu, Beatrice, non devi andartene. Sarò io a lasciare questa casa!”

“Non è giusto. Tu devi restare. Enrico ha bisogno solo di te. L’ho sempre saputo. Il tuo posto è al suo fianco.”

“Deciderò io qual è il mio posto!” ribatté Lucia con orgoglio. Afferrò la valigia e uscì.

Tornò a casa in autobus, con le lacrime che le bruciavano gli occhi. Non riusciva a credere a quello che era successo.

Come aveva potuto Enrico tradirla così? E come le era venuto in mente di frequentare una ragazza così giovane, appena più grande di Matteo?

Le sembrava un incubo. Un anno e mezzo di bugie, senza il minimo sospetto!

La sua casa era ancora libera, così vi fece ritorno. Per mesi cercò di elaborare il dolore, senza riuscire a perdonarsi per amarlo ancora.

Un giorno, qualcuno bussò alla porta. Era Beatrice, con una gattina tra le braccia.

“Buongiorno, scusa per l’improvvisa visita. Ho avuto il tuo indirizzo da Enrico… quando era ancora vivo.”

“Cosa? Di che stai parlando?”

“Dopo che te ne andasti, Enrico cadde in depressione. Non era un donnaiolo, ma soffriva. Una settimana fa, uscendo di casa, gli chiesi quando sarebbe tornato. Mi rispose: ‘Non tornerò’. Pensai fosse uno scherzo, poi seppi dell’incidente. Sono sicura che sia statoLucia chiuse gli occhi per un attimo, sentendo il peso del destino che le ricordava come l’amore e il dolore fossero due facce della stessa medaglia.

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