Gli ospiti del vicinato: come Giulia mise un freno alla maleducazione
Marco tornò a casa stanco morto, e nell’appartamento si sentiva un profumo irresistibile: in forno cuoceva lentamente un arrosto, mentre Giulia tagliava l’insalata. Si avvicinò, la baciò sulla guancia e commentò:
“Che buon odore.”
“Faccio del mio meglio per gli ospiti,” rispose lei con un sorriso.
“Per i miei?” fece una smorfia Marco. “Te l’avevo chiesto, non preparare niente.”
“Ma come… È la tua famiglia. Vengono dopo il lavoro, hanno bisogno di mangiare.”
“Giulia, capirai dopo… Sarebbe stato meglio darmi retta.”
Un paio d’ore prima, sua madre lo aveva chiamato:
“Figlio mio, Anna, la figlia di Lidia, ha comprato casa qui vicino col marito. Finché non finiscono i lavori, non hanno acqua. Lidia mi ha chiesto se possono venire da voi a farsi la doccia un paio di giorni.”
Marco non ne era entusiasta. Da bambino, Anna non gli era mai piaciuta—furba come sua madre.
“Va bene, che vengano,” sospirò. “Ma solo per la doccia, nient’altro.”
Anna e suo marito Luca si presentarono verso sera.
“Buonasera! Io sono Anna, questo è mio marito. E tu devi essere Giulia?”
Senza aspettare l’invito, Anna si mise a girovagare per casa, toccando le maniglie e sbirciando in camera da letto. Marco chiuse la porta:
“Non dovevate solo farvi la doccia?”
“Sì, sì! Giulia, hai degli asciugamani? Noi non abbiamo portato i nostri.”
Dopo essersi lavati, non avevano fretta di andarsene. Si sedettero in salotto, annusando l’arrosto.
“Mamma mia, che profumo!” cinguettò Anna. “Che hai cucinato?”
Giulia sospirò e li invitò a tavola.
Mangiarono tutto, senza lasciare nemmeno una briciola. Se ne andarono, dimenticando asciugamani, spugne e shampoo. Giulia scrollò le spalle:
“Gel e shampoo non mi dispiacciono, ma le spugne dovrò comprarle di nuovo.”
Il giorno dopo, la stessa scena si ripeté. E il terzo. Giulia preparò una sformata di broccoli, ma Anna storse il naso:
“Che schifo! Mangiate davvero questa roba? Portaci una cotoletta!”
Il quarto giorno, arrivò la pasta al ragù. Anna ancora insoddisfatta:
“Quasi niente carne. Solo sugo.”
Marco chiese a Luca:
“Quando arriva l’acqua?”
“È già arrivata,” ammise lui onestamente.
Anna intervenne fulminea:
“Non abbiamo ancora installato il soffione…”
Dopo cena, Giulia guardò il marito:
“Ho un’idea per farli desistere. Ma devi seguirmi il gioco.”
Il giorno dopo, quando gli ospiti si sedettero, Giulia portò un vassoio con fiocchi d’avena, mela grattugiata e miele.
“È l’insalata della bellezza francese. Fa benissimo. Io e Marco ormai mangiamo solo questo.”
Anna cercò di masticare, ma era chiaro che non le piaceva. Se ne andarono in fretta.
“Stasera cucini tu,” disse Giulia al marito. “In freezer ci sono i ravioli.”
Due giorni dopo, Anna chiamò:
“Avete ancora quell’insalata?”
“Sì, Giulia non molla… Se venite, portatevi del salame, perché io non ne posso più.”
“No, no, non torniamo più. Abbiamo sia l’acqua che il soffione.”
Qualche giorno dopo, la madre di Marco telefonò:
“Lidia dice che Giulia non ti fa mangiare.”
“Mamma, non ascoltare sciocchezze. Sono sazio, sano e felice. E ho una novità: tra un mese ci trasferiamo in una casa, vendiamo questo appartamento. Allora vedremo chi è davvero famiglia.”
La lezione? A volte, un tocco di astuzia è meglio di mille parole per difendere i propri confini.