Vieni con me! Un’avventura tutta italiana da non perdere!

Vieni con me! Ho il cortile senza un cane adesso. Sarai un buon guardiano, non ti farò mancare nulla! Salì sulla bicicletta e partì verso il paese. Lungo la strada, nonno Vittorio si voltò più di una volta… ma nessuno lo seguiva.

Era un cane “selto”… così come si dice di certa gente che è “selvatica”… Lei era così…

Tanti anni fa, nonno Vittorio, andava per boschi a raccogliere noci selvatiche quando trovò un cuccioloun adolescente canino. Solo Dio sapeva come quella creatura fosse finita nel folto della foresta.

Se ne stava lì, in silenzio, tra gli alberi. Nemmeno legata… una piccola cosa bagnata dalla pioggia… Nonno Vittorio aggrottò le sue folte sopracciglia e si avvicinò.

Goffa, non proprio bella… Eppure… Due occhi marroni lo fissarono… Occhi non da cucciolo… Occhi di un animale saggio… Nonno Vittorio ci pensò su.

Vieni con me! Ho bisogno di un cane da guardia. Se fai il tuo dovere, non avrai di che lamentarti!

Montò sulla bicicletta e tornò al villaggio. Per tutta la strada, si girò più volte… ma nessuno lo seguiva. Vittorio aveva quasi dimenticato quellincontro nel bosco.

Si riempì la giornata con i lavori di casa. E cera molto da fare: tre maialini, una scrofa con dieci porcellini, la mucca Bianchina, una decina di galline, sei anatre con i loro anatroccoli, e il gatto Plutone…

Nonno Vittorio si arrotolò una sigarettaodiava quelle del tabaccaioaprì il cancelletto e finalmente si sedette sulla panchina di legno accanto alla casa. Ma allimprovviso, il cuore gli mancò…

Quegli occhi marroni lo fissavano… Fissa, attenta… Con unintensità che lo lasciò senza parole.

Allora, entri nel cortile? Dopo una lunga pausa, il cucciolo fece un passo indietro e svanì nellombra.

Così andò avanti per giorni… Ogni sera, quegli occhi lo osservavano, come se lo stessero giudicando, come se cercassero in lui unanima affine…

E poi, una sera, mentre nonno Vittorio fumava la sua sigaretta sulla panchina, “lei” si avvicinò… Lo annusò e si sdraiò ai suoi piedi…

Nonno Vittorio non era un uomo affettuoso. Con gli animali, era pratico: i maiali si macellano, le galline fanno le uova… E non sapeva nemmeno quanti cani avevano attraversato la sua vita. Qualceno avvelenato, altri morti di malattia… Adesso, la cuccia in cortile era vuota.

Allinizio dellestate, Fulmine aveva reso lanima a Dio… Il veterinario disse zecche… E nessuno pianse troppo per lui. Nonno Vittorio era un uomo duro, avaro con le lacrime…

E sua moglie, Concetta, era ancora più resistente… Che carattere aveva quella donna! Tutto il paese ricordava ancora quando aveva ucciso un vitello con un pugno tra gli occhi, solo perché giocava e dava testate mentre lei cercava di abbeverarlo…

Nonno Vittorio tirò una boccata dalla sigaretta e guardò il cucciolo accucciato ai suoi piedi. Gli occhi marroni lo osservavano con attenzione…

Allora, bestiola, hai deciso di vivere con me? Ascolta… Ti darò da mangiare due volte al giorno, quel che Dio manda… Ma non ti tratterò male. Hai la tua cuccia, è calda. Di notte, ogni tanto, ti lascerò libera per un paio dore… Tu farai la guardia! Nessuno straniero passerà senza paura! Se ti sta bene, vieni con me!

…E così cominciò la sua nuova vita. Nonno Vittorio la chiamò Stella. Chi sa dove avesse sentito un nome così bello e melodioso… Ora Stella aveva una cuccia calda, una grande fattoria e una catena…

Col tempo, quel cucciolo maldestro si trasformò in un cane maestoso e forte, che tutto il paese temeva. Si diceva persino che nel suo sangue scorresse lupo…

Era bellissima, ma strana… Niente scodinzolii festosi, niente leccate di mani… Quando nonno Vittorio, sua moglie o i parenti si avvicinavano, Stella semplicemente li osservava con i suoi occhi intelligenti.

Ma con gli estranei era pronta a fare a pezzi… Non abbaiava quasi mai… Ringhiava… Un suono che gelava il sangue. Ma solo di giorno… Per questo, spostarono la sua cuccia dallaia allorto, perché i paesani non avessero paura di bussare al cancello.

Di notte, però, nonno Vittorio a volte la slegava con queste parole:

Tra tre ore vengo a riprenderti! Vedi, le mungitrici hanno paura di passare per colpa tua! Non toccare nessuno! Tre ore!

Non aveva mai morso o spaventato nessuno… Forse aveva altri interessi… Ma puntualmente, nonno Vittorio la trovava sempre nella cuccia, cosa che gli ispirava rispetto… O forse… No, non era ancora capace di capire…

Stella partoriva regolarmente cuccioli, come è naturale. Ma la cosa strana era che, nonostante la paura che incuteva, i suoi cuccioli volavano via come focacce calde.

Venivano da altri villaggi a prenderli. Perché, anche se temevano Stella, la rispettavano… Non attaccava senza motivo… Solo quando serviva…

Quel giorno era una normale giornata destate. Dopo colazione, Stella sonnecchiava al sole accanto alla sua cuccia, con un occhio sulla piccola Mariuccia che giocava nella sabbiera sotto lombra del grande albero accanto al cancello, e laltro sulla nonna Concetta che zappava nellorto…

Stella sapeva che Concetta legava la nipotina allalbero per evitare che scappasse mentre lavorava. Mariuccia aveva appena tre anni, e i genitori la portavano in campagna nei fine settimana.

E quella bambina correva sempre da Stella, a braccia aperte:

Teeeella! Teeeella!

E il cuore del cane si stringeva di gioia e amore per quella piccola creatura umana… Anche quel giorno maledetto, Stella teneva docchio Mariuccia, la nonna Concetta… E si addormentò…

Si svegliò di colpo per qualcosa che le graffiava il naso con gli artigli. Stella aprì gli occhi. Il gatto Plutone era davanti a lei, ansimante:

Fa qualcosa! Mariuccia sta per annegare!

Stella guardò oltre il recinto. Mariuccia non cera. Né nella sabbiera, né sullaltalena, né vicino allalbero. Stella fissò il gatto.

È laggiù, vicino allo stagno! Il suo cappellino è nellacqua! Ci sta entrando! Muoviti, aiutala! Nessuno mi ascolta! Aaaahuuuuu

E Stella abbaiò… Abbaiò come mai in vita sua… Saltò, si contorse, cercando di spezzare la catena…

Nonna Concetta si raddrizzò e la guardò.

Pazzarella, questo cane… pensò, tornando ai suoi cavoli.

…E allora Stella ululò… Non un ululato qualunque… Un ululato da lupo, così terribile che tutti nel villaggio sentirono i peli rizzarsi…

E ululava, ululava… Un dolore così profondo che nessuna parola poteva descriverlo…

Solo allora, nonna Concetta capì che qualcosa di terribile era successo e corse a cercare Mariuccia… E per fortuna, anche i vicini uscirono dai loro cortili…

Trovarono Mariuccia allultimo momento, tirandola fuori dallo stagno vicino alle case

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