Mi sono sentito deluso dalla mia scelta e l’ho lasciata proprio dopo aver visitato la sua casa.
Per tredici anni sono stato sposato e la mia ex moglie non è mai stata una bellezza classica. Da giovane mi aveva affascinato con la sua fragilità, dolcezza e una sensibilità indescrivibile che toccava l’anima. Non posso dire che fosse abbagliante, ma sapeva sempre presentarsi bene. Intimo di pizzo costoso, che si regalava come coccola, e scaffali del nostro bagno pieni di creme, profumi, olii e cosmetici: tutto questo era il suo mondo. C’erano così tante bottiglie e vasetti che mi confondevo, ma lei profumava sempre come un giardino in fiore. Guadagnavamo entrambi bene, vivevamo nel benessere e lei poteva permettersi queste piccole lussurie.
La mia ex non si lasciava mai vedere in giro con vestiti trasandati: i suoi capelli erano sempre in ordine e i vestiti stirati. Mi piacevano le donne così: curate e consapevoli del loro valore. Ma il destino ha voluto diversamente: cinque anni fa ci siamo lasciati e da allora la mia vita è fatta di incontri fugaci. Le donne andavano e venivano senza lasciare traccia, finché non ho incontrato Martina. Lei sembrava venire da un altro mondo: bella, attraente, con lineamenti delicati e passo sicuro. Gestiva un team maschile al lavoro con tale facilità che ne ero affascinato. Decisi: una donna così non me la sarei fatta sfuggire.
Tutto iniziò con conversazioni innocenti, ma presto la invitai a casa mia a Milano. Non cucinai: ordinai la cena da un ristorante, ma apparecchiai la tavola personalmente mettendoci il cuore. La serata fu magica: vino, risate, lunghi sguardi. Martina rimase da me quella notte e da allora è diventata una presenza costante. Però, più frequentava la mia casa, più il suo comportamento mi disturbava. Non portava mai con sé una trousse, vestiti di ricambio o biancheria intima. Al mattino la vedevo in uno stato terribile: mascara sciolto, capelli arruffati, viso stanco. Dopo la doccia indossava gli stessi abiti del giorno prima e ciò mi infastidiva. Onestamente, ero profondamente deluso.
Un giorno Martina mi invitò a casa sua. Andavo pensando che avrei visto un caos totale: le sue abitudini a casa mia lasciavano presagire disordine. Ma quando oltrepassai la soglia del suo appartamento, fui preso dallo shock. Davanti a me non c’era disordine, ma… qualcos’altro. All’interno c’erano arredi freschi e costosi, mobili di qualità e dettagli alla moda. Tutto parlava di gusto e agiatezza. Ma quando entrai in bagno per lavarmi le mani, il mio cuore fu preso dalla tristezza. Sulla mensola c’erano solo uno shampoo e un tubetto di dentifricio. E basta. Nessuna lussuria, nessun segno di cura. Mi ricordai della mia ex: i suoi scaffali pieni di flaconi, il bagno profumato, e per me era simbolo di femminilità e autostima. Qui, invece, il vuoto.
Martina aveva compiuto da poco 33 anni, ma sembrava non preoccuparsi di come preservare la giovinezza. Possibile che le rughe e la pelle che invecchia non la spaventino? Fissavo quella mensola scarna e provavo una crescente delusione. Ma il vero colpo di grazia mi attendeva in balcone. Lì, sullo stendino, si asciugava la sua biancheria: grigia, semplice, senza alcuna eleganza. Notò il mio sguardo e disse con noncuranza: “Per me, la cosa più importante è la comodità”. Queste parole suonarono come una sentenza.
Forse, a 42 anni, sono diventato troppo esigente? Forse le mie abitudini e aspettative sono un peso del passato di cui non riesco a liberarmi? Ma capii: con una donna così non sarei riuscito a vivere. Ci siamo lasciati: ho messo io la parola fine. Me ne sono andato senza voltarmi indietro, con il cuore pesante ma con la certezza che non potevo accettare quel vuoto là dove mi aspettavo di trovare bellezza e cura. Martina era meravigliosa all’esterno, ma all’interno della sua casa ho visto solo indifferenza verso se stessa, e questo ha distrutto ogni possibilità tra di noi.