Voglio che mio figlio si separi: perché restare con una moglie senza cervello?

Mi sono proposta di far divorziare mio figlio. Perché dovrebbe restare con una moglie così priva di cervello?

Esiste uno stereotipo secondo cui le suocere sono streghe malvagie che tormentano le povere nuore senza alcun motivo. Sfogliate i forum su internet: ci sono tantissime storie del genere. Ebbene, io sono proprio quella “suocera cattiva” che non solo si lamenta della nuora, ma ha deciso fermamente di distruggere il matrimonio di suo figlio. E sapete cosa? Non me ne vergogno affatto. Sono certa di avere ragione, e ora spiegherò perché la penso così, mentre dentro di me ribollono rabbia e dolore per il mio ragazzo.

Mio figlio, Paolo, ha conosciuto questa ragazza, Carla, circa cinque anni fa. Ma me l’ha presentata molto più tardi, solo dopo che le ha fatto una proposta di matrimonio e ha deciso di sposarla. Al primo sguardo non mi è piaciuta e, come si è scoperto in seguito, la mia intuizione non mi ha tradita: quella ragazza si è rivelata un vero incubo.

Li ho invitati a casa nostra, nel nostro accogliente appartamento alla periferia di Firenze. Carla non ha fatto in tempo a togliersi le scarpe che il suo telefono ha iniziato a squillare. Invece di scusarsi e dire che avrebbe richiamato, ha iniziato a chiacchierare con un’amica proprio nell’ingresso. Quindici minuti! Sono rimasta in silenzio, stringendo i denti, mentre lei rideva e discuteva del nulla. Già allora ho capito che c’era qualcosa che non andava in lei.

A tavola non le ho posto domande serie, mi sono limitata a osservarla. Ma poi, quando la conversazione si è spostata su di lei, sulla sua vita e i suoi piani, tutto è diventato chiaro. Aveva finito la scuola a malapena, frequentava l’ultimo anno di un istituto tecnico, ma non aveva intenzione di proseguire con un’istruzione superiore. Perché? Perché, a suo dire, una donna deve essere moglie e madre, e basta. Non prevedeva di lavorare. Ora sono i genitori a mantenerla, e poi, probabilmente, il peso passerà a mio figlio. Vive con la mamma e il papà, ma dopo il matrimonio prevede di trasferirsi nel nostro appartamento. E la ciliegina sulla torta: è incinta. È ancora all’inizio, quindi il matrimonio deve avvenire in fretta, prima che la pancia tradisca il suo “segreto”. Si comportava come se il mondo le dovesse qualcosa e che la sua bellezza fosse il biglietto per una vita spensierata.

Ma il peggio l’ho visto quando Paolo è uscito sul balcone per fumare. Carla ha subito preso un pacchetto di sigarette sottili e l’ha seguito. Incinta e fuma! Stavo per soffocare dall’indignazione. Cosa ne sarà del bambino? Lei sembrava non preoccuparsi.

Poco dopo, si sono sposati e abbiamo cominciato a vivere insieme nel nostro appartamento. Io uscivo per lavoro presto al mattino, rientravo la sera, mentre Carla dormiva fino a tardi, poi si trascinava per casa senza fare niente, spesso andando sul balcone a fumare. Al college ha preso l’attestato di gravidanza e si è iscritta per mettere in pausa gli studi. Ogni sera mi accoglieva il caos: una montagna di piatti sporchi nel lavandino, vestiti sparsi ovunque, il frigorifero vuoto. Non cucinava, non puliva, faceva solo lunghe telefonate alla madre o alle amiche.

Quando le chiedevo di aiutare in casa, si lamentava: o la nausea o la stanchezza. Ma questo non le impediva di uscire con le amiche al caffè o di girare con Paolo nei locali notturni fino al mattino. Stringevo i denti, ma tacevo, per il bene di mio figlio. Poi è nato il nipote. E cosa pensate? Carla non è cambiata di una virgola. Paolo si alzava di notte per il bambino, andava a passeggio con la carrozzina, lo portava dal medico. Io aiutavo le sere e i fine settimana, stanca dopo il lavoro. E lei? Stava sul divano, scorreva il telefono e fumava come se nulla fosse. Ero furiosa di rabbia.

Ho provato a parlarle, prima con calma, poi più duramente. Lei ignorava le mie parole, guardandomi con un sorrisetto sfrontato. Ma la cosa peggiore era che Paolo la difendeva sempre. Quando gli facevo notare la sua pigrizia, la sua inutilità, lui si ergeva come una muraglia: “Mamma, lei sta facendo del suo meglio, è solo che è difficile per lei”. E litigavamo. Urlava contro di me, ma a lei non diceva una parola di rimprovero. Mio figlio, il mio unico ragazzo, era accecato dall’amore per questa sciocca.

La tensione in casa era diventata insopportabile. Un giorno non ce l’ho più fatta e, in un momento di rabbia, ho esclamato: “Porta via tua moglie e il bambino da qui! Vivete da soli, vediamo come ve la caverete!” Se ne sono andati. Paolo si è offeso, ha smesso di parlarmi. Ho provato a spiegargli la verità, ma lui ha eretto un muro tra di noi. Ora quasi non chiama, non viene a trovarmi. Sono certa che è Carla a metterlo contro di me, a frapporre un ostacolo tra noi. Eppure io amo mio figlio più della mia stessa vita, e adoro mio nipote con tutto il cuore.

Ho deciso che una moglie così non è adatta a Paolo. Lui merita di meglio, una donna intelligente e premurosa, non questa ragazza pigra e irresponsabile. Anche se lui non lo vede ancora, farò di tutto per far crollare il loro matrimonio. Non mi fermerò finché non libererò mio figlio da queste catene. Sono sicura che prima o poi capirà che avevo ragione, mi abbraccerà e dirà: “Grazie, mamma”. E cresceremo il nipote da soli, senza la sua ombra inutile, senza la sua indifferenza e il suo fumo di sigaretta. Non mi arrenderò, perché questa è la mia battaglia per la felicità del mio ragazzo.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

one × 4 =

Voglio che mio figlio si separi: perché restare con una moglie senza cervello?