**Diario di un Padre**
Voglio che mio figlio divorzi. Perché mai dovrebbe restare con una moglie così vuota?
Cè questo stereotipo che le suocere siano streghe cattive che torturano le povere nuore senza motivo. Basta guardare i forum online: sono pieni di storie così. Ebbene, io sono proprio quella “suocera malvagia” che non solo critica la nuora, ma è decisa a distruggere il matrimonio di suo figlio. E sapete una cosa? Non mi vergogno. Sono convinto di avere ragione, e ora vi spiego perché, mentre dentro di me ribollono rabbia e dolore per il mio ragazzo.
Mio figlio, Matteo, ha conosciuto questa ragazza, Ginevra, circa cinque anni fa. Ma me lha presentata molto dopo, solo quando già aveva deciso di sposarla. A prima vista non mi è piaciuta, e, come ho scoperto più tardi, il mio istinto non ha sbagliato: quella ragazza si è rivelata un incubo.
Li ho invitati a casa mia, nel nostro accogliente appartamento nella periferia di Milano. Ginevra non aveva nemmeno finito di togliere le scarpe quando è squillato il suo telefono. Invece di scusarsi e dire che avrebbe richiamato, ha iniziato a chiacchierare con unamica proprio nellingresso. Quindici minuti! Io stavo lì, digrignando i denti, mentre lei rideva e parlava di stupidaggini. Già allora ho capito che cera qualcosa che non andava.
A tavola non le ho fatto domande serie, mi limitavo a osservare. Ma poi, quando la conversazione è caduta su di lei, sulla sua vita e i suoi piani, tutto è diventato chiaro. Ha finito la scuola a malapena, è allultimo anno di un istituto professionale, ma delluniversità non vuole nemmeno sentirne parlare. Perché? Perché, secondo lei, una donna deve essere moglie e madre, punto. Lavorare non le interessa. Ora la mantengono i genitori, ma dopo il matrimonio, immagino, toccherà a Matteo. Vive ancora con mamma e papà, ma dopo le nozze vuole trasferirsi da noi. E poi la ciliegina sulla torta: è incinta. Il termine è ancora lontano, quindi il matrimonio deve essere celebrato in fretta, prima che la pancia tradisca il suo “segreto”. Si comportava come se il mondo le dovesse qualcosa, come se la sua bellezza fosse un biglietto per una vita spensierata.
Ma la cosa peggiore lho vista quando Matteo è uscito in terrazzo a fumare. Ginevra ha tirato fuori un pacchetto di sigarette sottili ed è andata con lui. Incinta, e fuma! Sono rimasto senza fiato dallindignazione. Che ne sarà del bambino? A lei, pare, non importa.
Poco dopo si sono sposati e abbiamo cominciato a vivere insieme nel mio appartamento. Io uscivo presto per lavoro, tornavo la sera, e Ginevra dormiva fino a mezzogiorno, poi se ne andava in giro per casa senza fare nulla, correndo ogni tanto in terrazzo con la sigaretta. Allistituto ha preso un permesso per gravidanza e si è presa un anno di pausa. Ogni sera tornavo e trovavo il caos: pile di piatti sporchi nel lavello, vestiti sparsi, il frigo vuoto. Non cucinava, non puliva, passava solo il tempo al telefono a chiacchierare con la madre o le amiche.
Quando le chiedevo di aiutare in casa, si scusava: nausea, stanchezza. Ma questo non le impediva di uscire con le amiche al bar o di andare in discoteca con Matteo fino allalba. Stringevo i denti, ma tacevoper mio figlio. Poi è nato mio nipote. E indovinate? Ginevra non è cambiata di una virgola. Matteo si alzava la notte per il bambino, lo portava a spasso con il passeggino, lo accompagnava dal dottore. Io aiutavo la sera e nei fine settimana, sfinito dopo il lavoro. E lei? Stesa sul divano, a scrollare il telefono e fumare come se niente fosse. Tremavo di rabbia.
Ho provato a parlarleprima con calma, poi più duramente. Le mie parole le scivolavano addosso, mentre mi guardava con un sorriso arrogante. Ma la cosa peggiore era che Matteo la difendeva sempre. Quando gli facevo notare la sua pigrizia, la sua inutilità, si chiudeva a riccio: “Papà, ci sta provando, è solo stanca”. E litigavamo. Lui mi urlava contro, ma a lei non diceva mai niente. Mio figlio, il mio unico ragazzo, accecato dallamore per questa nullità.
La tensione in casa è diventata insopportabile. Un giorno ho perso le staffe e ho sbottato: “Prendi tua moglie e tuo figlio e vattene! Vivete da soli, vediamo come ve la cavate!” Se ne sono andati. Matteo si è offeso, ha smesso di parlarmi. Ho provato a spiegargli, ad aprirgli gli occhi, ma si è chiuso come un muro. Ora non chiama quasi più, non viene a trovarmi. Sono certo che sia Ginevra a metterlo contro di me, a scavare un solco tra noi. Eppure io amo mio figlio più della vita stessa, e adoro mio nipote con tutto il cuore.
Ho deciso: una moglie così non fa per Matteo. Merita di megliouna donna intelligente, premurosa, non questa ragazza pigra e irresponsabile. Magari ora non lo vede, ma farò di tutto perché il loro matrimonio crolli. Non mi fermerò finché non lo avrò liberato da quelle catene. Sono sicuro che, prima o poi, capirà che avevo ragione, mi abbraccerà e dirà: “Grazie, papà”. E mio nipote lo cresceremo noisenza la sua ombra inutile, senza il suo disinteresse e il fumo delle sigarette. Non mi arrenderò, perché questa è la mia battaglia per la felicità del mio ragazzo.
**Lezione:** A volte, lamore più forte è quello che fa male. Ma se si agisce per il bene di chi si ama, anche la solitudine vale la pena.






