Voglio tornare dalla mia ex moglie: la nuova si è rivelata un’illusione

Voglio tornare dalla mia ex moglie: quella nuova si è rivelata un vuoto a perdere

In un tranquillo paesino sulle rive del Po, dove la vita scorre lenta e i drammi familiari si consumano dietro porte ben chiuse, la mia storia con l’ex moglie e la nuova compagna mi sta spezzando il cuore. Io, Alessandro, credevo di aver fatto la scelta giusta scappando da litigi senza fine, ma adesso la nostalgia del passato non mi dà tregua.

La mia ex, Alessia, trovava sempre un pretesto per una scenata. Non sono un santo, ho i miei difetti, ma le sue critiche mi facevano uscire dai gangheri. Mi rimproverava di tutto: la stanchezza dopo il lavoro, il tempo che passavo troppo poco con nostro figlio Mattia, che aveva già 10 anni. A lei non piaceva quando lo portavo a vedere le partite di calcio o al luna park, per me un modo per stargli vicino e divertirci insieme. Lei brontolava che a me toccava la parte divertente mentre a lei restava il ruolo del genitore severo. Ero esausto dal suo controllo e dai suoi rimproveri.

Un giorno ho ceduto. Dopo l’ennesima lite, ho preso le mie cose e me ne sono andato. Ho affittato un appartamento vicino, così Mattia poteva venire da me quando voleva. La decisione sembrava l’unica possibile: io e Alessia non ci capivamo più, e vivere insieme era diventato insostenibile. Dopo tre mesi, ha chiesto il divorzio. Cercavo di riprendermi, godendomi la pace, lontano dalle urla e dai rimproveri. Era come respirare aria pura dopo il soffocamento.

Passarono sei mesi. Mattia una volta mi disse che da sua madre passava “un signore”. Feci finta di nulla, ma dentro mi agitai. Decisi che era ora di voltare pagina. Uscivo con altre donne, ma niente di serio. Volevo stabilità, una famiglia. Poi arrivò Lucia — giovane, bella, senza figli e senza un passato ingombrante. Non mi diceva cosa fare, non faceva scenate. Pensai che con lei sarebbe stato diverso, più semplice.

Ci sposammo senza troppe cerimonie — dopo un primo matrimonio, non ne sentivo il bisogno. La vita con Lucia sembrava tranquilla, tanto che iniziai a pensare a un altro figlio. A volte, lo ammetto, volevo dimostrare ad Alessia che potevo essere felice senza di lei, che avevo trovato qualcuno di migliore, che non mi rendeva la vita un inferno.

Ma tutto cambiò quando Alessia mi chiamò: Mattia durante l’allenamento aveva preso un pallonetto sul naso. Corsi all’ospedale e la vidi per la prima volta dopo tanto tempo. Era splendida — come la ricordavo all’inizio della nostra storia. Parlava con calma, senza i soliti rimproveri. In macchina rimase il profumo del suo profumo, e all’improvviso sentii una stretta al petto.

Con il naso di Mattia non andava tutto bene: serviva un’operazione al setto. Iniziai a vedere più spesso Alessia per parlare della salute di nostro figlio. Una volta, per abitudine, entrai nel loro appartamento, mi tolsi le scarpe, misi l’acqua per il caffè. Solo quando non trovai la mia tazza capii che quella non era più casa mia. Ero solo lì per accompagnarli.

Lucia era l’opposto di Alessia. Calma, ordinata, amava la pulizia e cucinava cene deliziose. Non litigavamo mai, e a letto tutto era perfetto. Ma la sua freddezza mi uccideva. Non rideva alle mie battute, non condivideva la mia passione per i film. Le sue emozioni sembravano dietro un vetro: incomprensibili. Vivere con lei era come abitare in una casa da rivista di arredamento: tutto impeccabile, ma privo di anima.

Mi sorpresi a scrivere continuamente ad Alessia, scusandomi con la scusa di Mattia. Ma la verità era un’altra: mi mancava lei. Mi mancava la nostra casa, le sue risate squillanti, il modo in cui coglieva il mio sarcasmo e mi rispondeva piccata. Avevo dimenticato le liti, ricordavo solo i bei momenti.

Una volta, andando a prendere Mattia, incontrai il suo nuovo uomo. Era più vecchio di me, basso, con qualche capello grigio. Annui al suo “buongiorno”, ma dentro ribollivo. Quell’estraneo era in casa mia, dormiva nel mio letto! Non resistetti e feci una scenata ad Alessia, pretendendo che quel tipo non si avvicinasse a mio figlio.

“E allora? Vuoi che io e Mattia andiamo da lui?” rispose gelida. “O forse lo mandi da te, a dormire tra te e Lucia? Compragli un letto, prima di dire con chi posso stare!”

Urlammo come ai vecchi tempi. Mattia, esausto, si chiuse in camera sua. Alessia si diresse in cucina borbottando tra sé. La seguii e, senza sapere perché, la abbracciai. Le mie labbra sfiorarono il suo collo. Sospirò, ma subito mi respinse.

“Che fai? Vattene! Torna da tua moglie!” urlò, gli occhi pieni di rabbia.

Me ne andai, sentendo il terreno mancarmi sotto i piedi. A casa mi aspettava Lucia — perfetta, impeccabile, ma estranea. Non mi aveva fatto nulla di male, ma non potevo fingere. Mi mancava Alessia, il suo temperamento che un tempo mi faceva impazzire, le mattine in cui indossava la mia maglietta, le serate in cui aspettavamo insieme la nuova stagione della nostra serie.

Avevo lasciato Alessia con convinzione, credevo fosse la scelta giusta. Ma ora capivo: casa mia era lì dove c’erano lei e Mattia. Voglio tornare, ma come? Ho una moglie che non merita un tradimento, e un’ex il cui fuoco mi brucia ancora dentro. Sono confuso, ma il cuore mi riporta indietro — al reale, alla mia vera casa.

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