Salvata dalla matrigna dopo la morte del padre: ora voglio dirle grazie.

La mia vita nel paesino di Castelnuovo un tempo era piena di felicità: una mamma e un papà che mi amavano, una casa accogliente, le risate dei bambini. Ma una tragedia ha diviso tutto in un “prima” e un “dopo”. Mia madre si ammalò e si spense, lasciando me e mio padre nel vuoto. Lui non riuscì a sopportare il dolore — cominciò a bere, e presto la bottiglia divenne il suo unico conforto. La nostra vita si trasformò in un incubo, e io, un bambino piccolo, mi ritrovai sull’orlo del baratro.

Il frigorifero era vuoto, non c’era cibo. Andavo in giro con vestiti strappati e sporchi, e i compagni di scuola mi indicavano, sussurravano alle mie spalle. La vergogna mi spinse a chiudermi in casa — smisi di andare a scuola, per paura delle prese in giro. I vicini si accorsero di cosa succedeva e minacciarono mio padre con i servizi sociali. Gli assistenti arrivarono, e per un po’ mio padre tornò in sé: preparava da mangiare, puliva, cercava di sembrare normale. Ma era solo una maschera. Beveva ancora di più, e presto una nuova donna arrivò nella nostra casa.

Si chiamava Francesca. Io, Arturo, di dieci anni, la guardavo con diffidenza. Come poteva mio padre portare qualcuno a casa dopo la morte di mamma? Ma io sapevo una cosa: se si fossero sposati, i servizi sociali ci avrebbero lasciato in pace. Così Francesca entrò nella nostra vita, e a mia grande sorpresa, si rivelò una persona buona. Aveva un figlio, Matteo, della mia stessa età, e diventammo subito amici. Mio padre affittava il suo appartamento, e noi quattro vivevamo nel grande appartamento di Francesca. Sembrava che la vita stesse migliorando, e io iniziavo a credere di nuovo.

Ma la felicità si dimostrò fragile. Dopo due mesi, mio padre morì. Il suo cuore non resse all’alcol e al dolore. Rimasi solo, e il mio mondo crollò. Subito dopo il funerale, mi portarono in un orfanotrofio — mio padre e Francesca non erano ancora sposati, e io non ero suo figlio legale. Seduto in una fredda stanza dell’orfanotrofio, guardavo fuori dalla finestra e sentivo la speranza svanire. Pensavo di non contare più per nessuno, che la mia vita fosse finita.

Ma Francesca non mi abbandonò. Veniva all’orfanotrofio ogni giorno, mi portava dolci, parlava con me, mi abbracciava. Lottò per me, raccolse i documenti per l’adozione, corse da un ufficio all’altro. Io non credevo che fosse possibile — ero stato tradito troppe volte. Ma un giorno l’educatrice mi disse: «Arturo, prepara le tue cose. È venuta tua mamma a prenderti». Uscii al cancello, vidi Francesca e Matteo, e le lacrime mi scesero senza controllo. Corsi verso di loro, li abbracciai forte, come se avessi paura che sparissero. Attraverso le lacrime, la chiamai mamma per la prima volta e continuai a ringraziarla senza sosta.

Tornare a casa fu un miracolo. Ritrovai calore, sicurezza, amore. Francesca non era una matrigna per me, ma una vera madre — la parola “matrigna” non mi viene nemmeno da pronunciare. Mi diede una famiglia, una casa, una speranza, quando ero sull’orlo della disperazione.

Gli anni sono volati. Ho finito la scuola, mi sono iscritto all’università, mi sono laureato e ho trovato lavoro. Con Matteo siamo rimasti fratelli — non di sangue, ma di cuore. Abbiamo le nostre famiglie oggi, ma non dimentichiamo mai Francesca. Ogni fine settimana torniamo da lei a Castelnuovo, dove ci accoglie con le sue torte preferite, abbracci caldi e consigli saggi. Si rallegra dei nostri successi e ci consola nei momenti difficili. La guardo e non smetto mai di ringraziare il destino per una madre così.

Francesca mi ha salvato quando nessuno mi voleva. Mi ha regalato una vita piena di amore e di significato. A volte mi chiedo: cosa sarebbe successo se non fosse venuta a prendermi? Avrei resistito, da solo? Il suo gesto è la prova che una famiglia vera non si fonda sul sangue, ma sul cuore. Voglio dirle: «Mamma, grazie per tutto». E che il mondo sappia quanto sia straordinaria.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

5 × 1 =

Salvata dalla matrigna dopo la morte del padre: ora voglio dirle grazie.